Meno uno e ci siamo. La stagione 2017 entra davvero nel vivo, non ce ne vogliano i vari tornei di Doha, Brisbane e affini ma è chiaro che questi rappresentano un vero e proprio warm up prima del gran galà di Melbourne. L’Australian Open è alle porte e anche quest’anno proviamo a immaginare una possibile griglia di partenza, in pieno stile automobilistico o motociclistico, a seconda dei vostri gusti. Chi parte in pole? Chi può inserirsi dalle retrovie? Scopriamolo insieme.
Prima fila: 1) Novak Djokovic; 2) Andy Murray
In tabellone l’ordine è invertito, ma è davvero difficile non pensare a Novak Djokovic come primo grande favorito del torneo. Sì Murray è stato fantastico nella seconda parte dello scorso anno, mentre il serbo è calato notevolmente, ma su questi campi Nole è un vero alieno: ha vinto già sei volte, dal 2011 a oggi ha perso solo una partita, contro un Wawrinka stellare. La finale di Doha poi è stato un bel messaggio bellicoso al nuovo numero 1 del mondo, in più il tabellone di Djokovic appare una bella autostrada verso la finale.
E Murray? Potrebbe trovare qualche ostacolo più complicato nel suo cammino – Nishikori e Wawrinka sono dalla sua parte e il primo lo ha battuto lo scorso anno a Flushing Meadows – ma è chiaro che dietro Novak c’è obbligatoriamente lui e la distanza è davvero minima. D’altronde la classifica è dalla sua parte e pur non avendo mai vinto lo Slam australe può vantare cinque finali, a dimostrazione che tra i canguri non si trova tanto male.
Seconda fila: 3) Stan Wawrinka; 4) Milos Raonic
Stan Wawrinka è come quell’auto velocissima che però pecca in affidabilità: può andare più forte di tutti, ma può anche finire in panne al primo giro. Lo svizzero è così e ci abbiamo fatto l’abitudine, è discontinuo e imprevedibile, capace di battere i migliori con un gioco stratosferico ma anche di andare a casa con largo anticipo contro un giocatore molto più debole di lui. Ad oggi però resta lui il principale indiziato per fare da alternativa ai primi due del mondo e lo dice la storia recente degli Slam.
Quarta piazza per Milos Raonic, che un anno fa fece benissimo giocandosi alla pari la semifinale con Murray. Il canadese è pronto per vincere un Major – anche se nella finale di Wimbledon non ha mai visto palla – ma gli manca l’ultimo passo, quello più difficile di tutti. E anche il tabellone può nascondere delle insidie.
Terza fila: 5) Kei Nishikori; 6) Rafael Nadal
Che Nishikori sia in grado di fare l’exploit è certo, lo ha dimostrato lui stesso negli ultimi anni: si pensi alla vittoria nei quarti contro Murray lo scorso anno a New York, o alla semifinale contro Djokovic due anni prima sempre allo US Open. In sostanza quando il giapponese è in giornata può giocarsela e battere tutti. I dolori arrivano quando invece le cose non sono del tutto a posto, in quel caso sembra incapace di reagire e affonda nelle difficoltà.
Sesta piazza per Rafa Nadal, partito fortissimo con l’esibizione di Abu Dhabi ma un po’ meno spumeggiante a Brisbane dove ha perso nei quarti. Per tornare ai fasti di un tempo ha giocato la carta Moyà, affiancandolo allo zio Toni, ma chissà se basterà per tornare a giocarsi i tornei dello Slam da protagonista. Non gioca una semifinale Major da quasi tre anni ma non può fare peggio dell’anno scorso, quando perse subito contro Nando Verdasco: se ha ancora qualcosa da dire può essere il momento giusto.
Quarta fila: 7) Marin Cilic; 8) Roger Federer
Cilic è reduce da una brutta batosta in finale di Davis quando tutto sembrava apparecchiato per la festa croata e tornato dalle vacanze ha poi fatto una brutta figura a Chennai perdendo contro il qualificato Kovalik a riprova che non è esattamente un momento felice. Quindi perché affidargli la settima posizione? Perché anche lui è totalmente imprevedibile e può far saltare il banco in qualsiasi momento. Ha anche un buon tabellone fino agli ottavi e ai quarti probabilmente Wawrinka. Insomma perché no?
Ottava posizione per Roger Federer che difficilmente sarà in condizione di ambire al titolo, ma non inserirlo tra i primi otto sarebbe stata lesa maestà.
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