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12 Gen 2017 07:45 - Correva l'anno
12 gennaio 1980: Gerulaitis, Connors e quella frase che tutti citano
Trentasette anni fa Vitas Gerulaitis batté Connors per la prima volta in carriera. Ma non fu in questa occasione che pronunciò quella frase per cui tutti lo ricordano.
di Enzo Cherici
Partiamo dai fatti. Vitas Gerulaitis e Jimmy Connors si sfidano per un posto in finale nel Masters 1979 che, come spesso accadeva in quegli anni, si giocò nei primi giorni dell’anno successivo, dal momento che in dicembre ancora si disputava l’Australian Open.
Gerulaitis arriva in formissima all’appuntamento con la semifinale, avendo vinto il proprio girone superando in un match epico addirittura John McEnroe col punteggio di 3-6 7-6 7-6.
Connors si qualifica invece come secondo, dietro Björn Borg, vincendo al terzo match una sorta di spareggio contro Tanner per 2-6 6-4 7-6.
Connors ha vinto gli ultimi 11 confronti diretti (ricordatevi questo particolare…) ma il favorito, per stato di forma, sembra essere Gerulaitis. E infatti il match risulta equilibrato solo nel primo set: Vitas si aggiudica abbastanza facilmente il match per 7-5 6-2 e vola in finale contro Borg (perdendo come sempre). Fine del match giocato, inizio della nostra storiella.
Come dicevamo, una partita niente affatto leggendaria entra nella leggenda per la (presunta) frase pronunciata da Gerulaitis nella conferenza stampa post-match. Commentando ironicamente il suo successo, sembra che il tennista americano abbia dichiarato: “Nessuno batte Vitas Gerulaitis 17 volte di seguito”. La frase è ormai data come acquisita e viene citata ogniqualvolta un giocatore interrompe una striscia perdente contro un determinato avversario. Ad esempio, la si ricordò quando Davydenko sconfisse finalmente Federer dopo 12 sconfitte consecutive: “Nessuno batte Davydenko 13 volte di fila”. E così via.
Nel nostro caso, però, alcune cose non tornano. Come abbiamo ricordato, Gerulaitis si presentò a quel famoso match avendo perso gli ultimi 11 scontri diretti con Connors, e non 16. La frase, quindi, detta così non avrebbe molto senso. A meno che il povero Vitas non abbia in realtà detto: ” Nessuno batte Vitas Gerulaitis 12 volte di seguito”. Ma le cose non sembrano essere andate così. L’origine del malinteso, in realtà, potrebbe essere un’altra ed è probabilmente legata al ritiro di Borg. Come forse ricorderete, il fuoriclasse svedese rappresentava un autentico incubo per Gerulaitis: 16 incontri, 16 sconfitte. Sembra che quando Borg annunciò il suo ritiro a sorpresa, intervistato sull’argomento, il tennista americano commentò ironicamente: “Deve ancora nascere chi sia in grado di battere Gerulaitis 17 volte di seguito”.
Questa dichiarazione fu poi accostata al ricordato successo su Connors, che aveva in effetti messo fine a una lunga striscia di sconfitte. Probabilmente l’equivoco nasce da qui. Resta un mistero come, ancora oggi, si continui a citare quel match legandolo alle 16 sconfitte consecutive, dal momento che le partite perse furono “solo” 11.