Resterà per sempre il primo italiano ad aver vinto un titolo slam, a Parigi, nel 1959. Successo che doppiò l’anno dopo. Ed il capitano della squadra che nel 1976 tornò dal Cile con la Coppa Davis, anche quella una prima volta. Nicola Pietrangeli se n’é andato a 92 anni e con lui si chiude una […]
TENNIS – Di ENZO CHIERICI. Arrivo per ultimo, lo so. Probabilmente fuori tempo massimo. E con l’aggravante di non averlo neanche visto il match. Ma non mi cimenterò in dotte analisi tecniche e nemmeno mi metterò a fare l’elogio – che sarebbe stato peraltro meritatissimo – del vincitore.
L’impresa di Querrey, d’altra parte, è stata raccontata in ogni modo possibile e immaginabile. Vorrei invece parlarvi dello sconfitto. E proprio mentre lo scrivo sento come un senso di disagio, perché da tempo non ero abituato ad associare Djokovic alla parola “sconfitta”. Se qualcuno, giunti a questo punto, si aspetta di leggere una sorta di attacco o una qualche forma di critica verso il campione serbo può anche interrompere qui la lettura di questo articoletto.
Perché, al contrario, proprio nel momento della caduta, vorrei tessere le lodi di questo straordinario campione e uomo. Sul campione, poco da dire o da aggiungere. Non sarà una giornata storta a farmi cambiare idea su questo fenomeno. Ha perso da favoritissimo, e allora? Capita. D’altra parte, se nessuno realizza più il Grande Slam dal 1969 ci sarà pure un motivo, o no? Passiamo al Djokovic uomo. Non mi metterò qui a sbrodolare retorica sugli allenamenti sotto le bombe, eccetera eccetera. È un altro l’episodio che ha colpito la mia attenzione. Come dicevo, non ho visto il match. Ma ho visto alcuni servizi in TV e degli highlights su YouTube. Nole aveva appena perso.
Il suo stato d’animo non doveva essere dei più felici. Aveva appena visto sfumare il sogno d’un possibile Grande Slam, quindi delusione enorme. Eppure all’uscita dal campo ha avuto la classe, starei quasi per dire la delicatezza, di fermarsi a firmare autografi per gli spettatori. Un piccolo grande gesto, per molti magari insignificante, ma che a me ha colpito molto. Perché raramente ho visto altri farlo, e perché posso solo immaginare (anzi no) il suo stato d’animo in quel momento. Forse per la prima volta, forse in ritardo, ho voluto bene a Nole.
Dalla stessa categoria
Seguici su Facebook
Extra
Umberto Ferrara, preparatore atletico di Jannik Sinner, coinvolto insieme all’ex fisioterapista dell’azzurro Giacomo Naldi nel caso Clostebol, ha pubblicato un messaggio sui social in cui esprime tutta la gioia e l’emozione per la stagione appena terminata: “Sono molti anni che sono coinvolto nello sport, ma non smetterò mai di meravigliarmi della sua bellezza. Lo sport è […]
Roger Federer é stato ammesso nella Tennis Hall of Fame. La cerimonia di introduzione avrà luogo nell’agosto del 2026, a Newport. “Ho sempre avuto grande rispetto per la storia di questo sport e per quanto fatto da coloro che mi hanno preceduto – ha detto il campione svizzero – quindi sono profondamente onorato che i […]
Infinito Lleyton Hewitt: l’ex numero 1 del mondo è tornato in campo a 44 anni in un match ufficiale e ha mostrato di avere ancora una grande condizione fisica. L’australiano è in tabellone in doppio al New South Wales Open, Challenger in corso di svolgimento a Sydney e a fare coppia con lui c’è il […]
È appena terminata la stagione ATP e WTA ma manca soltanto un mese e mezzo all’inizio del 2026, che verrà inaugurato dalla United Cup a partite dal 2 di gennaio fino all’11 del mese. La competizione mista per squadre nazionali, in programma in Australia tra Perth e Sydney, ha sorteggiato stanotte il tabellone, definendo i […]
“È più forte di me. Sto tifando Sinner…”. Alla fine, anche Bruno Vespa diventa un ‘carota boy’ e tifa per Jannik Sinner. Il giornalista, conduttore di Porta a Porta e Cinque minuti, si esprime con un tweet durante la finale delle Atp Finals che l’azzurro gioca contro lo spagnolo Carlos Alcaraz. Il post rappresenta un”inversione […]