TENNIS – WIMBLEDON – Di PIERO VASSALLO. Serena Williams inizia il suo Wimbledon 2016 battendo 6-2 6-4 la svizzera Amra Sadikovic. Successo mai in discussione per la numero 1 del mondo, ma la giocatrice di origine bosniaca fa una discreta figura.
Il torneo del riscatto di Serena Williams inizia con una buona vittoria sul centrale contro la qualificata svizzera Amra Sadikovic. Due finali Slam perse, una leadership in classifica a rischio e la sensazione che il tempo del grande dominio sia finito. La numero 1 del mondo ha due settimane per smentire le voci che la vorrebbero agli inizi di un declino che a quasi 35 anni sarebbe anche fisiologico.
Ma vallo a spiegare a miss 21 Slam, che ha già rinviato tre volte l’aggancio a Steffi Graf, battuta nell’ultimo atto prima in Australia e poi a Parigi, senza mai dimenticare la sconfitta più lontana ma più dolorosa contro Roberta Vinci, in quella che finale non era ma che l’ha privata di un sogno e forse anche di qualche motivazione.
Il 6-2 6-4 con cui si è fatta strada verso il secondo turno – affronterà Christina McHale in un derby made in USA – non ha lasciato un gran segno, ma in compenso ha presentato al grande pubblico Amra Sadikovic, 27 anni, passaporto svizzero ma nata a Prilep, in Macedonia, e di sangue bosniaco. Una ragazza che nel maggio del 2014 aveva deciso di lasciar perdere il professionismo salvo ripensarci 13 mesi dopo.
Non si sentiva più a suo agio sui campi da tennis e quando il sacro fuoco si spegne meglio dedicarsi ad altro, più o meno. Perché Amra non si è allontanata dal tennis, diventando maestra in un circolo di Basilea: «Non mi divertivo più, mi chiedevo cosa ci stessi facendo sul campo. Non volevo essere lì. E poi non riuscivo a coprire le spese, la Federazione svizzera mi ha aiutato ma non era abbastanza».
Fino a quando nel luglio 2014 non ha visto Eugenie Bouchard giocare la finale di Wimbledon, la stessa giocatrice che Amra aveva battuto qualche anno prima in un torneo ITF. E lì la fiamma ha ripreso vigore, le è tornata voglia di competere e l’amica Timea Bacsinszky – anche lei figliol prodiga del tennis – le ha dato la spinta definitiva, così sotto con gli allenamenti e nel 2015 il ritorno in campo.
A un anno dal rientro sta toccando il punto più alto della sua carriera, è entrata nella top 150 e si è qualificata per il main draw di Wimbledon, pescando il match più difficile ma anche quello più bello, sul campo più famoso del mondo. Ha fatto anche una buona figura, giocando un secondo set alla pari e mostrando un tennis vario e coraggioso che forse in futuro potrà dargli altre soddisfazioni.
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