Wimbledon – A Federer non piacciono le favole: Willis torna a casa

TENNIS – WIMBLEDON – Dalla nostra inviata ROSSANA CAPOBIANCO. La favola di Marcus Willis finisce sul Campo Centrale: Roger Federer vince 6-0 6-2 6-4 in uno dei match più “bizzarri” della sua carriera: si complimenta con il britannico a cui lascia alla fine il palcoscenico e dichiara di avere avuto difficoltà a concentrarsi, perché la situazione e la storia lo intrigavano molto.

Non era il Centrale di Wimbledon, era qualcos’altro.

Qualcosa a cui non siamo abituati. L’aplomb inglese che è buono solo per riempirsi la bocca e vantarsi quando non si è coinvolti, oggi ha visto la sua definitiva morte. Forse è un bene, il tennis ormai non è più uno sport di nicchia e anche Wimbledon deve adeguarsi.
 
Lo ha fatto per una giusta causa: la causa di Marcus “Cartman” Willis, anni 25 numero 772 del mondo, maestro di tennis in un circolo britannico che due anni fa era venti chili in più e sorseggiava soda e mangiava una barretta di cioccolato a bordo campo durante un Futures. Oggi è arrivato sul Campo Centrale insieme a Roger Federer con la maglietta griffata “RF”, la risata che scappa e non va via nemmeno durante il riscaldamento. Anche Federer ride, non gli par vero di poter scherzare un po’ di questi tempi, con queste condizioni.
 
Willis però patisce la disabitudine e malgrado provi a tagliare ogni palla Federer non è minimamente turbato da ciò. Forse un po’ sorpreso dal fatto che il pubblico sia tutto dalla parte del suo avversario, ma capisce perché. Forse capisce meno qualche scena di Willis, che tenta di divertirsi ma ai più permalosi può apparire come una mera provocazione. Roger comunque non cade nella trappola, non cade in nessuno dei pericoli che man mano il britannico gli pone davanti, ora che si è sciolto e serve meglio.
 
Per il resto, è quasi un’esibizione: qualche distrazione di troppo da parte dello svizzero, che però è rimasto impassibile e cordiale di fronte ad un pubblico da Davis Cup. Abbraccia Willis e gli lascia il saluto finale alla sua gente, per poi aspettarlo all’uscita. La classe, d’altronde, non gli è mai mancata.
 
“Ho faticato a concentrarmi, non per il pubblico -me lo aspettavo- ma per la storia, l’occasione, la situazione. Lui ha fatto davvero bene, ha gestito bene tutto e volevo che si sentisse nel miglior modo possibile”
 
Su di sè invece: “Mi sento meglio, sono riuscito ad allenarmi con più intensità e ogni mattina mi sveglio riposato, fresco. Sta andando bene”. Wimbledon ringrazia.

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