WTA Indian Wells: Kvitova, più che un torneo è un bagno di umiltà

TENNIS – Dal nostro inviato ad Indian Wells Diego Barbiani

Più che un torneo, il primo WTA Premier Mandatory di Petra Kvitova sta diventando un bagno di umiltà verso se stessa. Giunta ad Indian Wells senza la minima fiducia, senza il coach storico David Kotyza da cui si è separata prima del torneo di Dubai, e senza alcuna sicurezza sul suo futuro, è ai quarti di finale.

“Vorrei provare a girare il circuito senza un allenatore” aveva detto per giustificare la fine del rapporto con Kotyza, eppure i primi risultati erano stati molto negativi con quasi solo sconfitte segnate tutte dal filo conduttore di una giocatrice che in campo si trascinava dando l’impressione di essere svuotata da ogni motivazione.

Per la prima volta dagli US Open 2015, però, mette in fila tre vittorie consecutive approdando ai quarti di finale. Forse Danka Kovinic (n.51 del mondo), Johanna Larsson (n.66) e Nicole Gibbs (n.95) non sembrano grandissime avversarie per giudicare il suo cammino nel deserto, ma in ognuna di queste ha dovuto venir fuori dalle sabbie mobili. Contro la montenegrina e la svedese è stata ad un passo dal perdere, salvandosi 7-6 al terzo nel primo caso e 7-5 al terzo nel secondo recuperando da 3-5.

Contro la statunitense è stata ancora una volta impegnata duramente. Gibbs è tra le giocatrici nelle retrovie che da settembre sta salendo con grande velocità, dopo aver vissuto una crisi importante che l’aveva fatta precipitare ai margini delle prime 150 del mondo. E tutte le sue qualità di giocatrice solida ed ottima ribattitrice sono state in campo per tutta la durata dell’incontro, per tutta la durata del suo torneo che a conti fatti può ritenersi il più importante fin qui giocato in carriera dove (qualificazioni a parte) ha avuto la meglio di giocatrici tutte più avanti di lei in classifica senza cedere un set. Oggi è stata anche avanti di un set, è arrivata a giocarsi il primo quarto di finale in un Premier Mandatory punto a punto con una top-10, ma ha pagato forse eccessivamente un game sul 3-3 dove ci si è messa contro anche la sorte: sul primo punto la ceca ha preso un nastro che ha smorzato la palla nel suo campo, sul secondo la risposta di Kvitova è sembrata larga ma il falco ha mostrato che per un capello aveva toccato la riga. Punto rigiocato, punto perso. Palla game per rimanere avanti, fuori per un niente.

Tre partite, tre vittorie al terzo set tutte (maledettamente) sudate. Non sarà il periodo migliore di Petra, ma era evidente come in certi momenti si sforzasse di non lasciare andare il braccio, giocare una palla con meno velocità e magari più precisione ed allo stesso tempo continuare a pressare la sua avversaria che stava riuscendo ad interpretare un’ottima partita. Il prossimo ostacolo, chiunque sarà tra Agnieszka Radwanska e Jelena Jankovic, rappresenterà il più difficile. Se non altro, dopo le prestazioni preoccupanti dei primi due mesi di stagione, sono arrivate tre vittorie, utili a rimanere il più possibile a galla, in attesa di momenti migliori e di decidere se c’è bisogno di un nuovo coach o se davvero è in grado di gestirsi da sola. Non sarà semplice.

 

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