di Salvatore Sodano C’era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e il tennis? Forse, ma scavando nel fotocatalogo dei vip, a disposizione nella banca dati, di Morandi tennista non c’è traccia. Allora? Cosa c’entra Morandi con il tennis, a parte le circostanze che spesso lo hanno visto esibirsi negli stadi del […]
03 Lug 2015 16:33 - Wimbledon
Wimbledon: Victoria Azarenka, tanti (piccoli) passi per un rientro importante
di Diego Barbiani
TENNIS – Di Diego Barbiani
WIMBLEDON. Nel 2014 Victoria Azarenka fu eliminata da Wimbledon già al terzo turno in un match rocambolesco contro Bojana Jovanovski. Dodici mesi dopo è stato fatto uno step in più grazie al 6-4 6-4 con cui si è imposta su Kristina Mladenovic.
Lo scorso anno era una giocatrice senza fiducia, debilitata da problemi fisici che non volevano saperne di lasciarla in pace, ora invece ha avuto la possibilità di ripartire. Un team tutto nuovo, come a voler dare un taglio netto col passato, un lavoro costante per tornare a sentirsi una giocatrice importante, nella cerchia di chi entra in campo per vincere i tornei più importanti. Non è facile, lei stessa lo sta provando sulla sua pelle: sei mesi passati dal’inizio della stagione ed ancora non è riuscita a sfondare la barriera delle prime venti del mondo. Era precipitata vicino al confine della top-50, poi a fatica ha scalato i primi cinquecento metri di questa montagna. In teoria i più semplici, resi però un piccolo inferno da sorteggi da incubo: due volte Serena Williams (Madrid e Parigi), due volte Maria Sharapova (Indian Wells e Roma), due volte Caroline Wozniacki, l’unica con cui è riuscita a venirne sempre a capo. Victoria lo sapeva fin troppo bene: nessuna regala nulla, nessuna è intimorita di scendere in campo contro una ex n.1 al mondo e due volte vincitrice di uno Slam. Anzi, al massimo lo stimolo è ancora maggiore perché lei non è al 100%, ora è vulnerabile mentre un domani potrebbe non esserlo più.
Ha dichiarato a Parigi, dopo la sconfitta contro Serena Williams, di sentirsi estremamente motivata a rientrare tra le prime cinque al mondo perché sente che il livello, in campo, è quello. Ora però le carte si sono un po’ mescolate, perché il suo rapporto con i verdi prati inglesi non è mai stato condito da un colpo di fulmine. La semifinale del 2012 e la medaglia di bronzo vinta alle Olimpiadi un mese più tardi sono il suo punto più alto, al momento, in una carriera molto scostante e frenata in più occasioni da tanti problemi. Giocatrice sfortunata, non particolarmente amata dal pubblico per alcuni atteggiamenti avuti soprattutto nei primi anni di carriera. Ha lavorato sul carattere per smussare un po’ quel suo lato scontroso e cercare di mostrare una Victoria diversa, ma ogni tanto l’istinto della guerriera valchiria che è in lei riaffiora come avvenuto oggi, quando su due palle corte di Mladenovic non è riuscita a rigiocare la palla e presa dalla rabbia ha dato una racchettata contro la rete, beccandosi qualche fischio dal pubblico. Probabilmente arriverà anche una multa, ma se confrontato con quanto avveniva qualche anno fa ora sembra quasi un’altra. Tanti piccoli passi per risentirsi grande, per riassaporare il piacere di una vittoria importante e liberarsi dai dubbi che in questi mesi possono aver fatto capolino nella sua testa. I tre match point consecutivi mancati contro Serena a Madrid appartengono ormai al passato, il presente invece racconta di una Azarenka battagliera, che deve alzare il livello per poter essere competitiva nei prossimi turni, ma in fondo è giusto così.
Il tabellone la metterà di fronte, lunedì prossimo, un’altra giocatrice particolarmente in forma: Belinda Bencic. L’obiettivo, a questo punto, non può che essere però un gradino più sopra: il possibile quarto di finale contro Serena Williams. Ancora lei, sempre lei. Per tornare davvero grande serve una vittoria contro una tra le più grandi. Per arrivarci, però, serve anche lo spirito combattivo di oggi, quello che nel momento più folgorante di Mladenovic l’ha tenuta a galla, quando dal lato della francese partivano vincenti a ripetizione. Lei, Azarenka, non ha mai tremato, facendosi forza anche sulle cinque palle del possibile 4-2 nel secondo parziale che avrebbero forse dato un’impronta ben diversa all’incontro. Era un test importante, un primo esame di maturità. Tra tre giorni ci sarà la seconda prova.