Quale forma ha l’acqua? In verità l’acqua prende la forma che le viene data, perché si sostiene che non ne abbia davvero una tutta sua. Proprio come un liquido, incapace di acquisire una sola forma, il tennis di Jannik Sinner fluisce, si adegua a ogni foggia o situazione. Scorre inesorabile ignorando gli ostacoli e procede […]
TENNIS – WIMBLEDON. Una Serena Williams da record, una Garbine Muguruza che si conferma stella del futuro (e non solo), passando per la ritrovata Radwanska e per le delusioni Halep, Kvitova e Bouchard: le pagelle del torneo femminile di Wimbledon.
SERENA WILLIAMS 10
La lode forse se la prenderà dopo Flushing Meadows: le manca solo il Major newyorkese per diventare la quarta giocatrice capace di completare il vero Grande Slam. Nel frattempo la minore delle Williams può “accontentarsi” del suo secondo Serena Slam, a quasi 34 anni. Ha qualcosa in più rispetto a tutte le altre e lo ha dimostrato anche in questo torneo di Wimbledon, dove non ha sofferto come al Roland Garros ma ha comunque fronteggiato situazione complicate: è stata a due punti dalla sconfitta contro Heather Watson, ha rimontato un set di svantaggio a una fantastica Azarenka e ha tremato quando si è trovata a pochi metri dal traguardo finale. Alla fine però vince sempre e solo lei, e adesso gli Slam sono 21.
GARBINE MUGURUZA 9
La giocatrice del futuro, e forse anche del presente, è qui. Garbine Muguruza ha scelto il palcoscenico più prestigioso per diventare una volta per tutte una tennista di alto livello. Pensare che la marcia di avvicinamento all’erba era stata disastrosa, e invece a Wimbledon ha fatto faville raggiungendo la finale battendo, tra le altre, Kerber, Wozniacki, Bacsinszky e Radwanska. Tutte teste di serie comprese tra la 5 e la 15. A 22 anni la spagnola (ma di mamma venezuelana) entra per la prima volta in top 10 e visto che avrà tempo per migliorare qualche piccolo difetto (leggasi dritto) c’è da star certi che la ritroveremo in fondo ai grandi appuntamenti con grande costanza.
AGNIESZKA RADWANSKA 8
Maga Aga è tornata, o almeno per due settimane ci ha ricordato che esistono delle piacevoli alternative al gioco violento delle grandi corazziere, un tennis fatto anche di variazioni, tagli, cambi di ritmo e altro ancora. Lo avevamo quasi dimenticato, visto che la polacca, artista della racchetta, stava lentamente scivolando sempre più in basso in classifica e le vittorie arrivavano con il contagocce. L’erba l’ha rivitalizzata e le ha permesso di tornare a esprimersi su buoni livelli: prima la finale di Eastbourne, poi la semi a Wimbledon con tanto di rientro nelle top 10. E’ l’inizio del rilancio o solo una parentesi di mezz’estate?
VICTORIA AZARENKA 7,5
La bielorussa non è fortunata, è vero che avere una testa di serie bassa può aumentare la difficoltà del tabellone, però capitare sia a Londra che a Parigi dalle parti di Serena Williams è un tantino troppo. Vika però può essere più che soddisfatta, torneo dopo torneo, settimana dopo settimana sta ritrovando il suo miglior tennis ed è probabile che a Flushing Meadows sarà di nuovo tra le favorite subito dopo Serenona. A proposito, il quarto di finale giocato dalle due è stata la partita più bella del tabellone femminile e probabilmente una delle più belle degli ultimi anni.
COCO VANDEWEGHE 7,5
Di questa ragazza americana dal bizzarro soprannome ricordavamo la fantozziana conclusione di un match contro Sara Errani, giocato proprio a Wimbledon qualche anno fa: incontro interrotto il giorno prima sul match point dell’italiana, al ritorno in campo doppio fallo della statunitense e partita finita dopo 6 secondi. Quest’anno è stata tutt’altra musica per Coco, che aiutata da una superficie rapida ha saputo mettersi in mostra: ne hanno fatto le spese Karolina Pliskova, la finalista del Roland Garros Lucie Safarova e per poco persino Maria Sharapova. La ragazza sembra avere grandi progetti per il futuro e addirittura pensa di poter diventare la numero 1 del mondo. Di sicuro l’ambizione non le manca.
MARIA SHARAPOVA 7
Nessuno batteva Vitas Gerulaitis 17 volte di fila, qualcuno però è capace di farlo con Maria Sharapova. Ovviamente Serena Williams, l’incubo della siberiana che ormai non la batte più da 11 anni e ha visto il saldo degli head-to-head diventare un triste e mortificante 18-2. Il torneo di Masha è stato tranquillo nei primi match, poi nei quarti ha dovuto sudare parecchio contro una spavalda Vandeweghe e in semifinale ha nuovamente fatto da vittima sacrificale contro la futura campionessa del torneo. Chissà come sarebbe stata la carriera di Maria senza Serena a metterle i bastoni tra le ruote.
TIMEA BACSINSZKY 7
La storia della svizzera ha ormai fatto il giro del mondo, da barista a semifinalista Slam a Parigi in due anni, la classica favola che è bello poter raccontare. Timea però non si accontenta della bella storia, ormai è una giocatrice di alta classifica e può davvero puntare a qualificarsi al Master di fine anno. Ha fatto un figurone anche ai Championships eliminando al terzo turno Sabine Lisicki, che su questo torneo costruiva praticamente il 90% della sua stagione.
BELINDA BENCIC 6
Da una svizzera all’altra, Belinda Bencic si presentava a Wimbledon forte del primo titolo WTA vinto a Eastbourne, ma per la predestinata elvetica sembra ancora essere presto per un grandissimo exploit. Ha giocato un torneo di buon livello, ma agli ottavi si è trovata di fronte Vika Azarenka, ostacolo ancora troppo difficile per lei che comunque ha (tantissimo) tempo per crescere ancora e diventare protagonista nelle fasi finali degli Slam. Lo scorso anno raggiunse i quarti a Flushing Meadows, adesso quarto turno a Wimbledon, insomma Belinda sta scaldando i motori.
LE ITALIANE 5
Le aspettative più alte erano su Camila Giorgi che però ha giocato malissimo il suo terzo turno contro Caroline Wozniacki, una giocatrice che aveva già saputo battere e che sull’erba non si esprime al meglio, ma che ha pressoché dominato la partita. Giorgi a parte, solo Errani ha superato il primo turno (battendo Schiavone nel derby) per poi essere travolta dai vincenti di Aleksandra Krunic, che due giorni prima aveva battuto anche Roberta Vinci. Eliminazione immediata anche per Flavia Pennetta (sconfitta da Diyas) e Karin Knapp (ritirata contro Rybarikova a causa di un problema alla caviglia).
EUGENIE BOUCHARD e SIMONA HALEP 4
E’ diventato quasi noioso infierire su Eugenie Bouchard, ma impossibile esimersi dopo averla vista perdere al primo turno anche contro Yingying Duan, qualificata cinese numero 117 del mondo. Senza i 1300 punti conquistati con la finale dello scorso anno, Genie è precipitata fuori dalle prime 20: tanti auguri a Sam Sumyk, ci sarà parecchio lavoro da fare. Torneo orrendo anche per Simona Halep, battuta subito da Jana Cepelova e alle prese anche lei con un periodo di difficoltà che rischia pericolosamente di prolungarsi.
PETRA KVITOVA 3
Il voto più basso va a lei, Petra Kvitova, la più grande sprecona di talento degli ultimi anni: con le sue qualità potrebbe avere un palmares ben più ricco di quello odierno, dove comunque fanno bella figura due vittorie a Wimbledon, ma la continuità la ceca non sa neanche cosa sia. Almeno ai Championships era sempre stata una garanzia e anche quest’anno era partita alla grande, travolgendo la povera Kiki Bertens in appena 35′. Poi il clamoroso black-out dopo il primo set contro Jelena Jankovic, esce di scena la Petra versione Wimbledon ed entra in campo quella timorosa e imprecisa che vediamo fin troppo spesso durante l’anno. Davvero, che spreco.