Quale forma ha l’acqua? In verità l’acqua prende la forma che le viene data, perché si sostiene che non ne abbia davvero una tutta sua. Proprio come un liquido, incapace di acquisire una sola forma, il tennis di Jannik Sinner fluisce, si adegua a ogni foggia o situazione. Scorre inesorabile ignorando gli ostacoli e procede […]
TENNIS – WIMBLEDON – Dall’inviata a Londra ROSSANA CAPOBIANCO – Fabio Fognini batte Smyczek e si qualifica per il secondo turno di Wimbledon, dove non è mai andato oltre il terzo. Aspetta Pospisil o Millot e pare essersi scrollato di dosso tanta pressione e nervosismo, per un percorso che fino agli ottavi lo vede favorito.
La calma: è quella che sotto l’insolito solleone britannico ha trovato Fabio Fognini oggi, contro un avversario certo comodo sulla carta e specie sull’erba, ma non così scontato per le bizze del ligure. Almeno quelle a cui lui ha abituato tutti.
Sul campo 19, tutto sotto il sole eppure sotto gli occhi dei molti giunti oggi all’All England Club, più passano i minuti e più Fabio riesce a trovare continuità ed appoggi.
Aiutato sicuramente dal clima caldo e secco di questi giorni, dal rimbalzo più alto e dal servizio a dir poco modesto dell’avversario (che quest’anno ha comunque portato al quinto Rafa Nadal in Australia), è facile per l’azzurro togliere la battuta a Smyczek. Un po’ meno tenere la propria, sempre preda di altalenanti performance.
Da fondo, però, Fognini è intoccabile: ha il pregio di variare molto con il rovescio e il dritto è fermo, stabile, continuo, poco falloso. Scherza pure con l’arbitro, per un challenge che non c’è sul campo 19. Niente pressione, niente aspettative.
A Wimbledon Fognini non è mai andato oltre il terzo turno ma il percorso fino agli ottavi sembra essere possibile, percorribile, con i dovuti scongiuri. Il vincente di Pospisil-Millot e uno tra Vanni, Ward, Vesely, Lorenzi. Per poi, in caso, affrontare Nadal, battuto due volte quest’anno.
Ma facciamoci guidare dalla sua insolita calma, andiamo per gradi e senza eccessi: il nuovo Fognini erbivoro, caso o meno, ce lo impone.
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