di Salvatore Sodano C’era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e il tennis? Forse, ma scavando nel fotocatalogo dei vip, a disposizione nella banca dati, di Morandi tennista non c’è traccia. Allora? Cosa c’entra Morandi con il tennis, a parte le circostanze che spesso lo hanno visto esibirsi negli stadi del […]
TENNIS – Di Enzo Cherici
I tornei del Grande Slam, si sa, sono gli appuntamenti più importanti dell’anno. Per quanto i Masters 1000 abbiano assunto un’importanza sempre maggiore, il titolo Slam continua ad essere il sogno di ogni tennista.
Ovvio, quindi, che se un big può avere una distrazione nel corso d’un torneo minore, raramente questo avviene in uno dei quattro tornei principali.
Sono la logica e la storia a raccontarci questo. Basta andarsi a leggere l’Albo d’Oro d’un qualsiasi torneo dello Slam e vedrete che le sorprese sono merce rarissima.
Wimbledon naturalmente non sfugge a questa regola. Anzi, forse tra i quattro tornei maggiori è quello (con lo Us Open) che è sempre stato più avaro di sorprese.
A rileggere i risultati del torneo nell’Era Open, scopriamo come ogni decade abbia avuto i suoi dominatori. Gli anni Settanta sono stati dominati da Bjorn Borg, con i suoi 5 titoli consecutivi. Anno del boicottaggio a parte (1973), l’unica sorpresa (relativa) nel decennio è rappresentata dalla vittoria di Ashe su Connors nel 1975.
Gli Ottanta hanno avuto diversi protagonisti. I primi anni hanno visto il dominio di John McEnroe, con i suoi 3 titoli. La seconda metà del decennio ha vissuto dei successi del duo Becker/Edberg, con i loro 5 titoli totali. L’unico capace di spezzare quel dominio fu Pat Cash nel 1987, quando trionfò partendo dalla testa di serie numero 10 e annichilendo uno dopo l’altro Wilander, Connors e Lendl.
I Novanta, manco a dirlo sono stati territorio di caccia di Pete Sampras, che con i suoi 7 titoli ha rappresentato l’emblema dell’invincibilità sull’erba londinese. Tra i pochi in grado di fermalo ci furono la sua bestia nera, Richard Kraijcek nel 1996, e un tale Roger Federer nel 2001, in un ideale passaggio di consegne sul campo da tennis più famoso del mondo.
Siamo così arrivati ai Duemila. Nuovo millennio, nuovo dominatore: Roger Federer. Come Sampras ha vinto 7 titoli. La differenza è che lui, incredibile a dirsi, potrebbe addirittura migliorare quel record. Poche settimane e ne sapremo di più in proposito.
Negli anni di Federer di sorprese se ne sono avute proprio poche, per non dire nessuna. Neanche la vittoria di Murray nel 2013 può essere considerata come tale. Ma se torniamo indietro, fino al 2001, scopriamo l’ultima vera, clamorosa sorpresa dei Championship. Ricordate la favola di Ivanisevic? Numero 125 del mondo, ebbe bisogno d’una Wild Card per giocare il torneo. Mise in fila tutti, trionfando in quel torneo che da incubo (tre finali perse) si trasformò in sogno.
Insomma, come avete visto, le vere sorprese si contano sulle dita d’una sola mano. E arriviamo così all’attualità di questi giorni. Con Federer e Murray logici vincitori ad Halle e al Queen’s. Non hanno incantato, ma anche per loro era il primo torneo sull’erba, quindi non c’è troppo da meravigliarsene.
Djokovic addirittura è rimasto fermo, confermando la tradizione che non lo vede disputare tornei di preparazione a Wimbledon già dal 2011 (un po’ come faceva Borg): i risultati gli stanno dando ragione senza ombra di dubbio.
Si riparte insomma da loro tre. Si fa oggettivamente fatica a pensare a un vincitore diverso rispetto al trio Djokovic-Federer-Murray.
E gli altri? Intanto va subito detto che fa un certo effetto non vedere nella lista dei favoritissimi Rafa Nadal. E d’altra parte, lo spagnolo è uscito con le ossa rotte dall’amato Roland Garros, proprio non si vede come possa essere messo allo stesso livello dei primi tre del mondo sulla superficie attualmente a lui più ostica.
Ma attenzione. Dopo la vittoria sull’erba di Stoccarda, Rafa ha dichiarato: “Non ho dimenticato di come si gioca a tennis”. Ecco, guai a sottovalutare il maiorchino. Non sarà tra i favoriti, ma una sua eventuale vittoria non sarebbe neanche così clamorosa. Diciamo che possiamo classificarlo nella categoria “outsider di lusso”.
Ma passiamo ora agli altri, agli outsider veri. I nomi? I soliti: Raonic e Berdych, per andare avanti nel torneo. Kyrgios e forse Dimitrov, per gli exploit di giornata. Gente come Isner, Lopez e Karlovic sempre pericolosi con quei loro servizi, da evitare soprattutto nei primi turni. Non crediamo molto invece alle chances di Wawrinka in questo torneo (quindi prepariamoci a una sua vittoria…).
Possibilità che da uno di questi nomi esca fuori un possibile vincitore? Poche, molto poche. Mentre non è da escludere la presenza di uno di loro a livello di semifinale.
Raonic e Dimitrov, in particolare, difendono proprio la semi dello scorso anno. Quindi hanno una cambiale bella pesante da onorare. Il canadese sembra quello più attrezzato, soprattutto a livello mentale. Mentre a livello fisico bisognerà vedere in che condizioni si presenterà dopo il recente infortunio. Il bulgaro invece è in piena involuzione tecnica. Come ampiamente vaticinato dalla nostra Rossana Capobianco, coach Rasheed ha fatto più danni della grandine. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: uno dei migliori talenti degli ultimi anni (forse il migliore) che in campo non sa più se è un attaccante, un difensore, boh! Un vero peccato, speriamo che l’erba di Church Road gli rischiarisca le idee e gli faccia tornare un po’ di ispirazione.
Un altro che avrebbe tutte le carte in regola per andare parecchio avanti è il talento australiano Nick Kyrgios, già carnefice di Nadal lo scorso anno. Ma ci sono molti dubbi, acuiti dalla prestazione al Queen’s, sulle sue condizioni fisiche. Forse è ancora un po’ presto invece per l’altro talento Aussie, Kokkinakis.
Berdych è stato molto costante quest’anno, ma ha deluso a Parigi, sconfitto da Tsonga (altro possibile outsider, infortunato anche lui). Ad Halle è stato sommerso dagli aces (45!) di Karlovic, ma in passato ha dimostrato di trovarsi a suo agio sull’erba londinese, avendo già battuto Federer (2010) e Djokovic (2009). Successi un po’ datati, vero. Ma con questa erba, le potenzialità per creare problemi a chiunque continua ad averle. Sempre che la testa lo assista…
Per concludere, proviamo a fare un gioco. Mettiamoci nei panni dei tre super-favoriti e cerchiamo di capire quali avversari vorrebbero evitare.
Al posto di Djokovic vorremmo evitare tutti quegli avversari che non gli danno ritmo. Karlovic ed Isner nei primi turni, ad esempio. Poi preferiremmo, per caratteristiche tecniche, un Nadal ad un Murray in semifinale.
Federer, c’è da giurarlo, guarderà prima di tutto da che parte capiterà Nadal. Poi un’occhiatina, senza farsi accorgere, alla posizione di Berdych crediamo la getterà eccome. Se lo consociamo un po’, pagherebbe di tasca sua per ritrovare Wawrinka per una rivincita!
Murray soffre in determinate circostanze quei giocatori che sanno mettere quel pizzico di fantasia in più. Lo scorso anno, ad esempio, perse male da Dimitrov. Al suo posto preferiremmo incontrare in un’eventuale semifinale sull’erba Djokovic piuttosto che Federer.