Quale forma ha l’acqua? In verità l’acqua prende la forma che le viene data, perché si sostiene che non ne abbia davvero una tutta sua. Proprio come un liquido, incapace di acquisire una sola forma, il tennis di Jannik Sinner fluisce, si adegua a ogni foggia o situazione. Scorre inesorabile ignorando gli ostacoli e procede […]
TENNIS – LONDRA. Se anche voi avete letto della presunta impossibilità di utilizzare smartphone e tablet a Wimbledon, preoccupati di non poter immortalare la vostra visita al tempio del tennis, non disperate: la notizia è stata smenita.
Il presunto divieto era stato riportato da alcune testate online negli ultimi giorni, e stava gettando nel panico migliaia di appassionati che dal 29 giugno affolleranno le vie dell’All England Club. La redazione di OkTennis, stranita dall’assurdità della vicenda, ha chiesto spiegazioni ad Alex Willis, responsabile della sezione digitale ai Championships, che ci ha risposto così: «Assolutamente no, chiediamo solo agli spettatori di usare il loro smartphone con rispetto verso gli altri». Nessun divieto dunque di scattare foto o mandare sms durante un match, ma solo la richiesta di comportarsi con buon senso e senza arrecare disturbo.
Dov’è la novità? Non c’è. Sul sito ufficiale di Wimbledon, nella sezione dove sono riportate le norme di utilizzo di cellulari e tablet, si possono leggere le regole di comportamento, le stesse delle edizioni passate: i dispositivi si possono utilizzare ma senza disturbare gli altri spettatori, inoltre devono essere utilizzati gli auricolari se si sta ascoltando la radio. L’unico strumento davvero vietato, questa sì è una novità, è il bastone per selfie.
Ovviamente, per via dei diritti televisivi e di immagine, non sarà possibile filmare o trasmettere in streaming i match – ed in questo senso la diffusione dell’applicazione Periscope poteva agevolare questa pratica – per poi venderli o sfruttarli commercialmente: ma anche qui siamo di fronte ad una regola già arcinota. E poi parliamoci chiaro, se si adotta una politica così restrittiva, nell’era dei social network e del “tutti connessi”, far rispettare un simile divieto diventa quasi una mission impossible.
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