Il 2014 del tennis: salviamo e buttiamo!

TENNIS – QUIET PLEASE! – Un giorno alla fine di un 2014 tennistico intenso che da un po’ ha smesso di correre e ci ha permesso di fare bilanci: un ultimo, definitivo, ci attende. Cosa buttiamo e cosa salviamo di questa stagione tennistica? Dagli svarioni di Serena Williams alla finale di Wimbledon maschile, dalle mille copertine della Bouchard agli exploit di Wawrinka e Cilic, su cosa siamo d’accordo?

Partite belle, partite noiose, tornei brutti, mesi inutili, grandi storie: non si può certo dire che la stagione 2014 del tennis ci abbia privato di qualcosa da raccontare. Nel bene o nel male, questo grande baraccone che va in giro per il mondo e che noi appassionati seguiamo pedissequamente regala perle che noi decidiamo di salvare o buttare via.

QUELLO CHE C’E’ DA SALVARE

La finale maschile di Wimbledon


Senza ombra di dubbio la partita migliore della stagione, almeno a livello ATP, che coincide anche con l’appuntamento più importante dell’anno. Qualitativamente ineccepibile, ricca di vincenti e povera di errore, teatro di confronti di stili tra attacco e contrattacco, due personalità -quelle di Federer e Djokovic- forti e vincenti, colpi di scena proprio quando sembrava essere indirizzata, pathos e la convinzione che il vincitore fosse soltanto qualcosa da appuntarsi. Il miglior spot che il tennis maschile potesse desiderare.

Le sorprese Slam Wawrinka e Cilic


Ne avevamo bisogno tutti, di questa boccata d’aria. No, Stan Wawrinka e Marin Cilic non sono esattamente due di primo pelo e prima di tutto sono stati top ten: nessuno però a questo punto dello scorso anno avrebbe mai scommesso un euro sui trionfi dello svizzero e del croato rispettivamente agli Australian Open e agli US Open. E battendo, per giunta, top players considerevoli lanciati verso la vittoria. Se allo sport si toglie imprevedibilità, la sua morte è vicina. Il nostro tennis invece è ancora vivo. Un brindisi per questo a mezzanotte, mi raccomando. Se lo meritano.

Simona Halep e Ana Ivanovic


Entrambe, sì. Per motivi diversi. La rumena per essere stata probabilmente la giocatrice migliore del 2014 come continuità, miglioramenti tecnici, resistenza mentale ad altissimi livelli, essere andata molto vicina a vincere uno Slam che probabilmente vincerà nel 2015 che si avvicina, ma abbiamo tutti ancora in mente alcune performance che ci hanno lasciato a bocca aperta: e mai una lamentela, mai una scenata, mai una parola fuori luogo. E Ana Ivanovic, sempre più bella e finalmente di nuovo una vera giocatrice. Parte alla grande battendo una dolorante Serena Williams ma mostrando di non avere più paura e le idee chiare sono evidenti man mano che la stagione va avanti. Nessuna grandissima vittoria ma una costanza che la porta anche al Master di fine anno.

Nick Kyrgios e la sua vittoria irriverente


Altra boccata d’aria ma qui, soprattutto, non potevamo credere ai nostri occhi. Non era il Nadal claudicante di Melbourne in finale e neppure troppo stanco dopo un Roland Garros giocato davvero  alla grandissima: arrivato alla sfida con il greco d’Australia in crescendo, vede il suo giovanissimo avversario giocare bene i punti importanti, non avere paura, addirittura giocare colpi sotto le gambe vincenti e utili. Il mondo celebra l’exploit di Nick Kyrgios che si era già fatto una grossa pubblicità a Melbourne e che qui entra prepotentemente tra le più grandi promesse. Per questa stagione che arriva e per quelle a venire.

Il circuito WTA


Nel complesso, per qualità di partite, di varietà e di novità decisamente superiore al circuito maschile. La rinascita di Petra Kvitova, devastante come nessuno quando in vena e in forma, la voglia di non mollare di Serena Williams, la conferma di Maria Sharapova nuova battagliera terraiola, alcune gloriose partite come quella tra la Ivanovic e la Sharapova a Cincinnati e tra la stessa russa e Simona Halep a Parigi, l’affermazione ad alti livelli di Genie Bouchard, il ritorno di Flavia Pennetta e di Caro Wozniacki, mollata dal principe ranocchio azzurro golfista e pure maratoneta perfetta… e tra queste mancava pure Vika Azarenka, vittima di mille problemi fisici. Se il circuito ATP non è morto, quello WTA è proprio rinato. Proprio senza dominatrici. E poi si conclude con questa grande, epica foto, pure imitata dai giornalisti presenti: che volere di più?

QUELLO CHE C’E’ DA BUTTARE

I completini di Tomas Berdych


Cominciamo dalle frivolezze: quando abbiamo visto quella roba floreale H&M tutti abbiamo pensato a un pesce d’aprile. Solo che Aprile era passato e nessuno ha mai smentito niente, anzi. Fierissimo del suo nuovo look, Tomas Berdych ci riserva il nuovo stato metrosexual del tennis. Fognini direbbe “Porcodiaz!”.

 

Gli svarioni in campo di Serena Williams


Dopo essere stata eliminata dalla Cornet a Wimbledon, Serena Williams non sa dire di no a sua sorella Venus e si presenta in campo per il doppio: appare subito spaesata, ma quello che vedremo qualche minuto dopo sarà veramente troppo. Incapace di servire, neanche di alzare un braccio, pare ubriaca, drogata, frastornata. Cosa è successo? Niente di ufficiale, un malessere generale la motivazione data. A voi il parere, se ne siete capaci:

 

Il Roland Garros


Prestazioni perfette di Nadal e piccolo exploit di Gulbis poi sparito a parte, è il torneo della noia: non sconta soltanto la sua proverbiale prevedibilità, è povero anche di partite avvincenti in generale e soprattutto colmo di errori. Forse complici un’estenuante e ormai impegnatissima stagione sulla terra e pochi specialisti della superficie, le belle partite a Parigi sono davvero una rarità ormai.

 

Le infinite copertine di Genie Bouchard e la sua anti-amicizia nel circuito


Qualcuno la chiamerebbe **** di legno, forse a ragione. Bellissima e soprattutto giocatrice vera, non è del tutto sbagliato etichettarla con quel volgare modo di dire. Genie ha grandi ambizioni e per raggiungerle si è messa in testa di dovere essere la nuova Maria Sharapova: nessuna amica sul circuito, qualche sorriso in più e un atteggiamento da chi non molla mai. Poi, spinta da Nike e sponsor vari, mille copertine. No, non è la nuova Kournikova, Genie vincerà ed è già lì prontissima. Qualche respiro rilassato e genuino però non sarebbe male. Wo
zniacki e Serena Williams insegnano.

Fognini che ci mette la faccia


Fabio ha avuto una grande pressione che, come ha rivelato il suo coach José Perlas non ha saputo gestire e per questo va compreso e rispettato ma, comunque, alcune scenate rimangono impresse. Su tutte, a parte quelle più divertenti, Montecarlo ha rappresentato il punto di non ritorno: i “Come fai a darmi warning Pascal?” rimangono mitici e cult, il gesto e le parole al suo angolo, colpevoli secondo Fogna di criticare col sedere appoggiato a una sedia, molto meno.

Naturalmente ne abbiamo lasciate fuori moltissime ma solo per farvi scatenare: le vostre quali sono?

 

 

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