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TENNIS – WIMBLEDON
di FEDERICO PARODI
LONDRA. Rafael Nadal ha battuto il ceco Lukas Rosol per 4-6 7-6(6) 6-4 6-4 nel secondo turno di Wimbledon, vendicando così, non senza patemi, la sconfitta in cinque set patita due anni fa.
E vendetta sia. Rafael Nadal esorcizza i fantasmi della cocente sconfitta del 2012 e supera Lukas Rosol, sullo stesso campo dove tutto aveva avuto inizio e dove il cerchio si è chiuso nella normalità della vittoria del giocatore favorito sull’outsider. 4-6 7-6(6) 6-4 6-4 per il numero uno del mondo, in grande difficoltà come due anni fa, ma più preparato fisicamente e mentalmente per questa edizione dei Championships. Al terzo turno troverà il kazako Mikhail Kukuskin.
Chissà che cosa dev’essere passato nella mente dello spagnolo dopo aver dato un’occhiata al suo potenziale cammino a Wimbledon. A parte una minima preoccupazione per un esordio insidioso contro lo slovacco Martin Klizan (superato martedì in 4 set), un sorteggio beffardo gli aveva giocato un brutto scherzo: possibile secondo turno contro Lukas Rosol, il giocatore che, proprio sul Centre Court dell’All England Club, il 28 giugno di due anni fa, lo aveva eliminato a suon di ace e dritti vincenti. Era solo la seconda partita del torneo. Uno shock per il maiorchino, che avrebbe perso la prima posizione mondiale e concluso la stagione anzitempo per i noti problemi alle ginocchia.
728 giorni dopo ci risiamo. Di nuovo secondo turno dei Championships. Di nuovo Rafael Nadal contro Lukas Rosol. Sembra che il tempo si sia fermato. Nel frattempo, però, ne è passata di acqua sotto i ponti. Lo spagnolo, dai dubbi su una possibile carriera al capolinea, è tornato più forte che mai. Si è ripreso lo scettro di numero uno ed è reduce dal nono trionfo a Parigi. Rosol, che allora occupava la centesima posizione del ranking, è ora numero 52, pur non riuscendo a confermarsi ad altissimi livelli dopo quello storico sgambetto. Per il ceco resterà probabilmente la partita della vita, la favola da raccontare ai nipotini davanti al fuoco del camino negli inverni della sua Brno.
Questa mattina, la home del sito dell’Atp titolava: «Ready for revenge?». In realtà, Nadal una mini-vendetta se l’era già presa. A inizio anno, sul cemento di Doha, 6-2 7-6. Ma il palcoscenico non era lo stesso in cui si materializzò la disfatta iberica, l’epicentro di un terremoto che avrebbe portato il numero uno del mondo in un incubo lungo 7 mesi e dal quale sarebbe risorto con classe e tenacia. Per lasciare definitivamente alle spalle i fantasmi del passato, il modo migliore è affrontarli, possibilmente sul luogo dove tutto è accaduto. Il destino ha concesso a Nadal questa occasione e lo spagnolo non se l’è lasciata scappare.
Il due volte vincitore di Wimbledon inizia in apparente controllo, ma al primo momento di difficoltà palesa tutte le sue insicurezze. Nono game del primo set. Nadal serve indietro 15-30. Doppio fallo. Si riapre una ferita che sembrava rimarginata. Alla terza occasione lo spagnolo cede la battuta affossando a metà rete il dritto a uncino. Rosol va a servire per il set e come nel 2012 non trema con servizio e dritto. Allo spagnolo ritornano nella testa i flash di quella maledetta serata, flash che avrebbe dimenticato molto volentieri.
Il campione, sotto di un break anche nel secondo parziale, è già sull’orlo del baratro. Ma l’atmosfera è meno cupa del 2012. L’orario del match è diverso, un pallido sole fa il suo ingresso in punta di piedi sul Centre Court. I colpi del ceco fanno sempre male, ma rumoreggiano meno sordi di due anni fa, quando il tetto era chiuso e si giocava indoor. Forse è anche questo un segno del destino. Nadal ha la reazione del campione. Il set si decide al tie-break. Il numero uno del mondo annulla un set point con servizio a uscire e gancio mancino dall’altra parte. Mostra i muscoli. Un set pari e la partita gira, inevitabilmente.
Dopo i primi due set di paura, tutto rientra nella normalità. Se si potesse dimenticare per un attimo il passato, Rosol sarebbe un semplice sfidante, domato dalla superiorità del giocatore più forte e famoso. Ma la prima ora e mezza di match ha raccontato una storia diversa, l’ennesima prova di come nel tennis la testa conti quanto, se non più, del braccio e delle gambe. Nadal ha rischiato di essere “rosolato” per la seconda volta sul prato più famoso del pianeta, ma si è salvato. Torna a vincere due partite consecutive a Wimbledon come non accadeva dal 2011. Il cerchio si è chiuso dove tutto era iniziato.