Quale forma ha l’acqua? In verità l’acqua prende la forma che le viene data, perché si sostiene che non ne abbia davvero una tutta sua. Proprio come un liquido, incapace di acquisire una sola forma, il tennis di Jannik Sinner fluisce, si adegua a ogni foggia o situazione. Scorre inesorabile ignorando gli ostacoli e procede […]
TENNIS – Dal nostro inviato a Wimbledon Gianluca Atlante
Flavia Pennetta è stata eliminata dal torneo di Wimbledon dopo la sconfitta per 6-4 7-6(4) subita contro Lauren Davis. Al calare delle tenebre, perdiamo per strada la nostra brindisina.
Una brutta Pennetta, bisogna dirlo, Fallosa, anche troppo e mai convinta di poter rivoltare a suo favore un match, nato male e finito peggio. C’è da dire che la statunitense Davis, ci ha messo anche del suo, giocando, come spesso capita, sulle sfortune altrui e alzando di molto il proprio livello. E così, intorno alle 21 londinesi, il campo numero 18 ha mietuto una vittima italiana. Quella che, sinceramente, non ci aspettavamo, ma l’erba di Wimbledon, è un qualcosa che nasconde insidie in ogni parte del campo.
La Davis, come detto, ha fatto tutto e più di tutto. Dal suo metro e cinquantasette, ha finito per spingere sino al limite o forse più, trovando modo e tempo per volare 5-2 nel primo set, fallire tre setpoint sul 5-3, due sul 5-4, prima di chiudere al sesto. Poi, non contenta di ciò, è andata avanti di un break anche nel secondo set, prima di essere ripresa da una Pennetta che, però, sinceramente non ha mai dato l’impressione di poter rivoltare un match, lo ripetiamo, giocato davvero male della brindisina. Capace, sì, di arrivare al tie break, ma di andare sotto 4-2, prima di tornare in scia e lasciar volar via la sua avversaria sino al 7-4. In un amen, il tempo di qualche errore sin troppo gratuito e di vincenti della sua avversaria, come il rovescio finale a campo aperto.
Una sconfitta pesante, pensando agli ottavi dello scorso anno, che le faranno perdere punti per strada e posizioni in classifica. Perchè la “cambiale” potrebbe portarla anche al numero 17, nella peggiore delle ipotesi.
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