Wimbledon: Nadal spezza la maledizione sull'erba e tocca quota 700 vittorie in carriera

TENNIS – Dal nostro inviato a Wimbledon Diego Barbiani

Nadal e Wimbledon, un rapporto che non si è ancora ricucito ma c’è un riavvicinamento tra le due parti. Lo spagnolo oggi ha vinto una partita complicata, la numero settecento in carriera, contro Martin Klizan per 4-6 6-3 6-3 6-3 qualificandosi al secondo turno dove ritroverà Lukas Rosol che nel 2012 lo battè 6-4 al quinto.

Proprio al 2012 risaliva l’ultima vittoria a Wimbledon (ed in generale sull’erba) dello spagnolo, oggi nervoso più che mai nel primo parziale e poi in grado di approfittare di un avversario che a forza di rischiare ha perso il controllo dei propri colpi scavandosi una fossa da cui non è più riuscito a risalire.

Le difficoltà per Nadal si conoscevano: lo slovacco appartiene a quella categoria di giocatori schizofrenici che in giornata positiva sanno creare una marea di problemi anche ai migliori tennisti della classifica. Poi c’era quell’obiettivo tanto desiderato, ritrovare la vittoria sull’erba, che lo ha reso ancora più nervoso.

Nel primo set mancava continuità nel suo gioco e soffriva tantissimo la freschezza e l’aggressività dell’avversario. A dare la scossa è stato un game sofferto, tirato su con le unghie e con una rabbia che ha dato il via al cambio di marcia. Tenuto il turno di battuta sul 2-2, salvando tre palle break, il suo ruggito si è fatto convinto e brutale. La belva (in senso sportivo), ferita nell’orgoglio, si era svegliata e per Klizan la partita è precipitata.

Con cattiveria agonistica, prima che con il gioco, ha girato la partita a suo favore. Il suo avversario non dava segni di vita e lui è scappato via nel punteggio. Solo sul 4-2 nel quarto set è tornato a concedere qualcosa, ma alla fine la maledizione si è spezzata.

Giovedì ci sarà la rivincita contro Lukas Rosol, per cancellare definitivamente quanto accaduto al secondo turno di due anni fa, quando quella sconfitta gli costò anche il n.1 del mondo ai danni di Roger Federer. Ora sul trono c’è ancora lui, e non sembra proprio intenzionato a scenderci.

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