di Salvatore Sodano C’era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e il tennis? Forse, ma scavando nel fotocatalogo dei vip, a disposizione nella banca dati, di Morandi tennista non c’è traccia. Allora? Cosa c’entra Morandi con il tennis, a parte le circostanze che spesso lo hanno visto esibirsi negli stadi del […]
25 Giu 2014 13:04 - Wimbledon
Wimbledon: Gulbis si infrange su uno Stakhovsky maestoso
di Diego Barbiani
TENNIS – Dal nostro inviato a Wimbledon Diego Barbiani
Sergiy Stakhovsky ha battuto Ernests Gulbis 6-4 6-3 7-6(5) ed è approdato al terzo turno di Wimbledon dove affronterà il vincente tra Jeremy Chardy e Marinko Matosevic.
Uno Stakhovsky maestoso, autore di una partita ai limiti della perfezione. Sull’erba di Wimbledon ha dimostrato ancora una volta di sapersi esprimere a livelli elevatissimi, disinnescando da subito la potenza e l’aggressività del lettone. Le sue volèe strappavano applausi scroscianti e dopo un po’ la sensazione era quella di un’autentica lezione di tennis.
Una prestazione straordinaria, sui livelli di quella che lo scorso anno gli permise di superare Roger Federer. Gulbis era sbalordito, non è mai riuscito a giocare un colpo normale. L’aggressività continua dell’ucraino era asfissiante fin dalla risposta, con colpi in allungo tesi, che ricadevano negli ultimi centimetri di campo. Il lettone era spesso costretto a piegarsi tantissimo per colpire palle senza peso e dalla sua racchetta uscivano colpi innocui.
Stakhovsky aveva sempre in mano il gioco ed i suoi turni di servizio duravano una miseria. Solo in rare circostanze Gulbis ha vinto più di un punto e nell’unica palla break avuta è arrivato uno dei tanti ace del suo avversario. Il servizio invece è stato suo nemico e per quasi tutta la partita è parso non trovare il tempo giusto nel colpire la palla. Nonostante tutto però ci sono diversi aspetti per lui che devono essere presi per ripartire: non ha mai mollato la presa sulla partita, dimostrando di aver appreso cosa vuol dire “rimanere sempre nel match”.
Si lamentava, sbuffava, cercava il suo allenatore per sfogare il nervosismo, ma mai una volta ha mostrato un comportamento negativo. Ha fatto tutto quello che era nelle sue facoltà oggi, ma non c’era verso di far crollare le certezze dell’ucraino.
«Mi sento come se non riuscissi a fare quello che vorrei fare!» ha detto al suo coach verso la fine del terzo set. «Stai lì, non mollare. Se continua così e vince è solo merito suo» gli ha risposto Gunther. Alla fine si è conclusa così, tra le prodezze di Stakhovsky a rete e la gioia del pubblico che per tre set ha ammirato il tennis antico battere quello moderno. Allora tutto ciò è ancora possibile.