Wta Stoccarda. Li Na “Porsche? No grazie”

Diario per niente serio, di una settimana al Wta Porsche Tennis Grand Prix, di Angelica Fratini

Giorno uno.

In completo possesso delle mie facoltà mentali (più o meno) mentre tutti, va be’ tanti, erano concentrati su Palermo e la Fed Cup (complimenti all’Italia), io mi dirigevo verso nord, direzione Stoccarda per il Wta Porsche Tennis Grand Prix. In aereo fino a Francoforte e poi in treno. Perché? Provate voi a fare un volo di 35 minuti su un mini aereo dove ti chiedi se hanno caricato le eliche con gli elastici. In realtà il miglior mezzo per arrivare a Stoccarda è il treno veloce. Ancora una voltaç perché? Perché appena arrivi capisci molto di  questa città. 

Scendi dal treno e la prima cosa che vedi è una specie di torre con l’orologio. In cima il simbolo della Mercedes illuminato, gira lentamente. Lo noti anche a grande distanza, ti sta dicendo : Willkommen in Mercedes-land.

Impressione confermata dai taxi. Se a Roma sono, diciamo auto vissute, qui sono neri, lucidi e con i vetri fumeè, ovviamente Mercedes e non ti senti un cliente ma un vip. Ah, e la corsa la paghi meno che a Roma.

L’impianto dove si gioca il torneo si trova in Mercedes Strasse, accanto al museo della Mercedes e ovviamente si chiama… Porsche Arena. Per la serie ‘Non tutti sanno che’ stile settimana enigmistica, il signor Ferdiand Porsche era un ingegnere della Mercedes. Anche se a guardar la vecchia foto in bianco e nero ti viene in mente una faccia da impiegato del catasto.

Sul campo centrale, domenica giocano la Fed Cup. Sul campo numero uno ci sono le qualificazioni. Ma anche il terzo campo, letteralmente al centro dell’area commerciale, è utilizzato per un match di qualificazioni. Eppure non c’è rumore, anche i bambini qui sono silenziosi mentre sfilano con i loro costumi carnevaleschi. Non chiedete perché, vi basti sapere che la sfilata era aperta da due adulti con i costumi da playmobile.

In realtà c’è il “kid camp” per tenere impegnati i bimbi mentre i genitori guardano il tennis o i vari modelli di Porsche, i papà. Le mamme probabilmente osservano con interesse i gioielli nei vari stand. Sì, qui ci sono gli stand di alcune gioiellerie. Accettano tutte le carte di credito. Ovviamente.

Come a Wimbledon la gente è silenziosa, solo un leggero brusio mentre sorseggia dello champagne e guarda Shahar Peer. Per oltre 2 ore e mezza. Poi capisci perché beve. Dopo il match forse avrà bevuto anche l’israeliana, sconfitta dalla Zahlova.

Finisce la Fed Cup, la Germania batte la Serbia 3 a 2, tedesche contente si abbracciano, giri di campo con bandiera, applausi dei tifosi tutti festosi. Solo dopo che tutto è finito e sono usciti gli spettatori, insomma solo allora entrano in campo le due regine del torneo: Maria Sharapova per la sua sessione di allenamento e la Porsche blu, il premio per la vincitrice del torneo.

Maria ne ha già una bianca. E da quest’anno è anche l’ambasciatrice per la Porsche. Chissà se avrà ingrandito il garage.

Lunedì è il primo giorno del torneo. Ma come sempre è giornata fiacca. Campo centrale per Catalina Castano e Dinah Pfizenmaier. Primo match del giorno, si sente solo il suono della pallina colpita e il rumore dell’impianto dell’aria condizionato. Di questa partita di ultimo turno del tabellone di qualificazione, non possono passare inosservate i calzettoni lunghi giallo fosforescente della Castano ad altezza ginocchio. Mattek-Sands potrebbe aver lanciato una moda…per favore no.

Ah per la cronaca il match fra Catalina Castano e  Dinah Pfizenmaier è durato due ore e mezzo e ha vinto la tedesco con il nome da compressa digestiva.

Che ci fanno Ivanisevic e Edberg a Stoccarda? Giocano una esibizione da Senior tour e rispondono a qualche domanda: cosa fate nella vita adesso? Il croato “Niente! Mi prendo cura dei mie figli” Edberg “Lavoro più ora che quando giocavo nel tour”.  Stili differenti in campo e anche nella vita.

Ma anche in questa giornata sonnacchiosa c’è stato il botto. Quello vero.

Campo 1, un match di doppio: Kops-Jones Spears contro Black Radionova. Pochi spettatori stanno guardando la quasi vittoria della coppia americana, quando sul 6-1 3-0 una fila di luci si spegne. Ci sarebbe ancora abbastanza luce per giocare, ma se stai perdendo, ringrazi per il problema tecnico e chiede la sospensione momentanea del match. Accordata. I tecnici salgono sulle passerelle per controllare e riparare le lampade. Lentamente si riaccendono quasi tutte. Poi un esplosione e un tonfo. Una luce scoppia e una delle scatole di sostegno cade in campo portandosi dietro una bella scia di fumo e di puzza di plastica bruciata. Match definitivamente sospeso per motivi di sicurezza e tutti abbandonano campo e spalti. La giornata delle ‘grandi’ emozioni finisce qui, e io mi ritrovo a sorridere pensando alla famosa  ‘efficenza’ tedesca. Almeno per oggi un poco assente.

Menzione d’onore a la mitica sora Li Na.

Nella cerimonia sul campo centrale di presentazione delle gicoatrici, all’intervistatore che le chiedeva se avesse volute vincere la Porsche che faceva bella mostra di se sulla tribuna, rispondeva “Auto carina, ma io ho Mercedes come sponsor.

Lo sponsor le pagherà un extra ?

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