Wta Parigi Indoor day 6: Errani rifiuta il passaporto francese.

Ultime, o quasi briciole di baguette da Parigi. Giornataccia per le Kiki: una si ritira (Bertnes), l’altra (Mladenovic) prende un lezioni di tennis dalla Barthel e allora svela perché Mona non gioca la Fed Cup. Sara  Errani rinuncia all’offerta dei francesi di cambiare passaporto.

 Sara Errani,  testa di serie numero 1 è alla sua prima finale di un torneo di livello premier. E si tratta fra singolo e doppio della 4 finale nei suoi due tornei giocati a Parigi. Ci arriva in un modo un po’ poco usuale: Bye, ritiro Rybarikova dopo 4 game, maratona di 3 ore con Suarez , ritiro Bertens dopo 5 giochi (e in doppio è in finale anche li con un ritiro delle avversarie) Sembra quasi uno scherzo ma  è tutto vero (e qualcuno in comincia a temere i poteri extra-tennistici dell’italiana).

 Kiki Bertens non poteva fare di più. Schiena malandata è stata in effetti eroica ad arrivare fino alle semifinali. Fosse un gatto, almeno 4 vite se le è giocate questa. “Ho avuto dolore alla schiena ogni match. Questa mattina quando mi sono alzata ho sentito che il dolore era ancora peggiore dei giorni passati” E con una piccola risata da una definizione perfetta di questa sua settima “Mi sento una unlucky lucky loser” , una perdente fortunata sfortunata.

 Gli organizzatori forse non sono stati proprio felici di avere una partita cosi breve.

Di certo non si lamenta Sara Errani: “Ma non è stato un torneo facile, soprattutto con la maratona nei quarti. Fisicamente sono ancora molto stanca da ieri.  Ho corso molto, il campo è più difficile e faticoso della terra battuta. Ho cercato di essere concentrata, di partire subito bene. Sapevo che lei aveva qualche problema alla schiena, ha giocato tanti match questa settimana”.

 Ad ogni conferenza stampa le hanno chiesto come mai a Parigi ottiene questi ottimi risultati. E ogni volta Sara ha sorriso, e non ha mostrato di pensare toh una domanda nuova, e gentilmente ha risposto “Forse Parigi mi porta fortuna!”. Oggi c’è stata anche una variante: le hanno chiesto se voleva prendere la nazionalità francese, visto che così tanti francesi se ne stanno andando a loro farebbe piacere se Sara avesse il passaporto transalpino. Malgrado la gentile offerta la Errani rifiuta con un  largo sorriso e un patriottico:“Spiacente, sono Italiana”. Mano sul cuore, facciamo salire il tricolore e vai con l’inno nazionale.

Oramai è quasi una moda, per recuperare dalla stanchezza fare un bagno ghiacciato. Ci si immerge in una vasca da bagno piena di acqua fredda e cubetti di ghiaccio.  Anche la Errani recupera così ? “No! Ieri ci ho provato ma ho resistito 3 secondi! La fisioterapista mi aveva detto prova a rimanere per 10 minuti. Ma dopo 3 secondi sono uscita! Va bene così di più non resisto!”

E naturalmente si parla anche del sua allenatrice part-time, in fondo con Roberta Vinci come coach è per la prima volta in finale di singolo in un torneo di livello Premier, è in finale anche nel doppio, si è presa la rivincita sulla Suaraz Navarro e negli altri 2 match è  nove game a zero. Errani ammette comunque che “E’ strano essere ad un torneo senza il tuo coach abituale, comunque Roberta mi conosce bene. Lei mi può aiutare ad essere anche più rilassata di quando ho il mio coach accanto”. Va be’ ma non è che il posto del coach sia a rischio? Erranti scherzando la butta sul lato economico “Eh, dipende da quanto vuole Roberta, se ne può parlare!”

Oggi i francesi ci credevano di poter avere in finale una francese.  C’era grande agitazione e speranza nella Mladenovic.
Diciamo la verità, chi la pensava così  non ci capisce molto di tennis oppure non ha mai visto giocare la Barthel. Nel primo set la tedesca è stata ingiocabile. La mamma della Mladenovic non fa in tempo a sedersi accanto al marito e all’allenatore Ascione e la figlia è già sotto 6 a 1. Mladenovic è costretta a subire vincenti a passanti da ogni lato del campo.

Alla fine del primo set, Barthel chiama il coach e tu pensi: ma cosa diamine avranno da dirsi, si sono parlati pochi secondi fa, prima che iniziasse il match. Beh forse Mona vuole conoscerlo meglio. In fondo non solo questo è il loro primo torneo insieme ma i due si sono incontri direttamente qui Parigi.

Nel secondo set il pubblico incita il più possibile la francese. L’ urlo ‘Kiki! Kiki!’ riempe l’aria come ci  fosse un gallo nello svolgimento delle sue mansioni di sveglia mattutina. Il problema però per Madlenovic è che deve fare i salti mortali per mantenere il servizio, mentre la Barthel è quasi irritante nella semplicità con cui vince i suoi turni. All’ennesimo passante vincente della tedesca che lascia la Madlenovic a metà campo la francese si mette a ridere, come a dirsi mi è rimasto solo questo.

Finalmente sul 3 pari, ha 3 break points. Il pubblico ci crede, la mamma ci crede, Kiki ci crede. Tutti caricatissimi, dai forza che questo è il momento in cui la partita cambia inerzia.  Barthel, con la calma di chi si sta preparando a sorseggiare un tazza di tè, fa rimbalzare la pallina una, due, tre volte. Aspetta che le grida del pubblico si sopiscano (questa l’ho cercata sul dizionario), lancia la palla leggermente sulla sua destra e piazza un servizio vincente. Stessa scena sul secondo break point, pubblico incita Kiki, stesso atteggiamento della Barthel che al secondo colpo fa un vincente. Il pubblico ci crede ancora, tutti al fianco della francese. La tedesca piazza un ace. Poi altro vincente di rovescio e altra prima vincente. Cala il silenzio. Rotto solo qualche minuto dopo dall’applauso di dovuto rispetto per la vincitrice.

 Mauresmo, seduta sullo sgabellino dei posti si tribuna da dove a seguito il match, è probabilmentesollevata al pensiero che Barthel non giocherà la prossima settimana in Fed Cup contro la Francia, da sola le ha polverizzato metà squadra.

E su questo ‘mistero’ della tedesca che non ha voluto giocare la Fed Cup, i giornali tedeschi da settimane cercano di scoprire il perché, visto che la Barthel preferisce non parlarne. Settimane di supposizioni perché Barthel non spiega, dice solo “Se ho deciso così non l’ho fatto senza una ragione” E ‘sti tedeschi a scervellarsi su ‘ste ragioni.

Sarebbe bastato fossero venuti ad ascoltare Kiki Mladenovic, buona amica di Mona, che senza pensarci due volte dice “Mi ha detto Mona che era fuori discussione per lei giocare sulla terra battuta la settimana prima di Doha”. Per la serie se avete una confidenza da fare, anche piccola, ditela pure in tutta tranquillità a Radio Kiki, sulle frequenze 98.5 in FM.
Radio Kiki, le notizie quando le so io, poi le sapete subito anche voi”.

Per la finale di domani le domande da porsi sono principalmente due:
riuscirà Mona Barthel a indossare un completo da non provocare mal di testa a chi lo guarda?
E Sara Errani riuscirà a non provocare il ritiro dell’avversaria prima dei 30 minuti di gioco?
Se lo chiedono con una certa preoccupazione il direttore del torneo e gli spettatori paganti.

la menzione del giorno diventa un appello:

Cercasi disperatamente qualcuno che faccia un opera di bene e disegni un completo da tennis, degno di questo nome per Mona Barthel. In quattro incontri giocati solo in uno non faceva pensare al vecchio divano della zia a cui hanno tagliato via la tappezzeria.
Chi volesse cimentarsi, sappia che in caso di successo, avrà il plauso riconoscente di chiunque abbia, anche per un solo brevissimo momento, fatto cadere lo sguardo sulla quella roba lì. Perché va bene essere tedeschi, ma c’è un limite signora Merkel!

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