I dolori della giovane, ma non troppo, Mattek

Wta Paris Opend Gdf Suez 2012

Per una Niculesco che ieri piangeva senza lacrime, oggi c’è una Mattek-Sands che dal campo esce in copiose lacrime.
L’americana, avversaria di Roberta Vinci già da inizio match, non sembrava al meglio, dopo cinque games, chiamava il medico che le dava una pillola, abbastanza magica. L’incontro cominciava alla presenza di una ottantina di persone scarse, per poi piano piano aumentare. C’è da capirli ‘sti parigini. A mezzogiorno anche loro mangiano. E poi arrivano con comodo. Quelli presenti che invece si erano portati i panini da casa, assistevano allo spettacolo di due giocatrici al prezzo di un match,. Due tenniste senza vincoli religiosi a giocare smorzate, rovesci tagliate,  voleè, ed a scendere a rete anche in contro tempo. Nel primo set, il servizio della Vinci è ballerino, quella della Mattek è da valzer.
L’americana non è l’unica ad avere problemi sul centrale. Anche i fotografi non scherzano. All’entrata del campo c’è un nuovo tizio addetto alla sicurezza che non li lascia passare. Non se ne parla nemmeno. Inutilmente provano a spiegargli che per arrivare alle postazioni dei fotografi che sono là, loro di lì devono passare. Irremovibile. A sbloccare la situazione arriva quasi di corsa una delle hostess dei palchi Vip. E lui, non tanto convinto lascia andare i fotografi a fare il loro lavoro. Anche perché, nel fra tempo, ha bloccato una giocatrice che voleva andare a sedersi nei palchetti per i giocatori. Ah no! Lei lì non si siede. Insomma  Bloccata anche lei. E altra corsa della hostess per aiutare la giocatrice. E il nuovo addetto continua ad non essere convinto. A sboccare definitivamente la situazione, arriva uno più esperto …e più grosso di lui (che proprio piccolo non era), e gli spiega per filo e per segno chi può e chi non può passare. In breve gli mostra il cartello con i badge che hanno accesso ai campi. Se non è daltonico adesso dovrebbe aver capito.

Situazione sboccata a bordo campo, situazione che si sblocca in campo anche per la Vinci, serviva per il set sul 5 a 2, subiva il break e poi chiudeva 6 -3 al primo set point. Fra un boccone e l’altro, gli spettatori apprezzavano.
Poi  Roberata Vinci diventava un po’ troppo attendista e il servizio ballava ancora di più, Mattek-Sands sulla seconda dell’italiana infilzava vincenti da ogni lato. In oltre  la dea bendata ero un po’ meno cieca visto le palle, a volte anche un po’ casuali, che finivano vicinissimo alla riga, sopra la riga e mai abbastanza fuori dalla riga. Roberta Vinci, come da sua ammissione, su questi colpi un po’…un po’ tanto rosicava (testuale) perché “quando hai anche fortuna, se poi chiedi scusa ci fai più bella figura”. Conclusione del secondo set, 6-1 per l’americana.
I palchetti riservati ai coach, durante le partite, ero così  occupati: all’angolo sinistro sedeva il coach Mattek-Sand con signora e appena dietro il maritone di Bettanie con cappello rosso (anche lui a dimensioni non scherza, ex-giocatore di football americano), all’angolo destro…nessuno. Roberta è a Parigi da sola (e il coach a casa davanti al computer a seguire il livescore).
Il cappello rosso del marito è un dettaglio da tenere a mente, perché dopo un paio di game, se lo toglie. Gesto non abituale per lui dettato forse dal bisogno mettersi le mani nei capelli (che non ha) perché la mogli in campo appare sofferente, sempre più sofferente nella regione lombare e zoppica anche vistosamente. Sul 3 a 2 Vinci al cambio campo chiede l’intervento della fisioterapista e nell’attesa già si sdraia per terra, cercando di fare degli esercizi di tipo yoga. Il marito da qual momento fino la fine del match non metterà più il cappello.
La  manipolazione della fisioterapista non sembra sortire effetti benefici sulla schiena della Mattek. Ci si aspetta il ritiro ma lei è una dura e non molla. Torna in campo. Vinci come spesso capita in questi casi, non sa bene che fare “La faccio giocare? Accorcio lo scambio? Gioco la smorzata, ma mica la posso giocare sempre, però. Però devo tenere la palla in campo”. Insomma un po’ si incarta da sola. Mentre l’americana cercava ti tirare vincenti La dea semi-bendata un po’ l’aiutava ma poi capiva che aveva fatto troppo e abbandonava Betanie. L’americana usciva dal campo in lacrime, sofferente e zoppicando vistosamente Mentre Roberta Vinci si qualificava per i quarti di finale.

Altra giocatrice ai quarti di finale la tedesca Mona Berthel. Vince agevolmente 6-3 6-0 contro la francese Parmentier creandosi da sola qualche problema  nei primi giochi. Di questo match vanno sottolineati tre elementi:
1)  il pubblico ovviamente fa il tifo per la giocatrice di casa. Alla Barthel la cosa non fa né caldo, né freddo (anche perché si gioca sul campo Centrale ed hanno alzato i riscaldamenti rispetto a ieri)
2) nell’angolo della Parmentier, ci sono 11 persone di cui mezzo staff federale. In quella della Barthel solo una: sua madre.
3) l’atteggiamento della madre su una chiamata dubbia (soprattutto facendo il paragone con il coach della Niculescu : lei vede la palla sulla riga ed applaude, il giudice di linea, un po’ in ritardo la chiama fuori, lei sorpresissima si sporge a bocca spalancata come a dire ‘Ma non è possibile!’, poi si rende conto che la figlia la sta guardando e allora immediatamente chiude la bocca, si risiede e fa una espressione come a dire ‘Oh tesoro, la palla era fuori, ma di tanto! Stai tranquilla e pensa a giocare’. E Mona che chiedeva delucidazioni all’arbitro torna a giocare e per la Parmentier rimane solo l’incitamente del pubblico.

Più o meno, nello stesso momento, nel freezer del campo 1, lontano da tutto gli occhi e a rischio  di potenziali mal di gola e raffredamenti vari, la ceca Kukalova invertiva il punteggio del campo centrale battendo la bulgara Pironkova 6-0 6-3. Chi ha visto il match tranne chi era costretto?  Probabilmente un paio di pinguini e poco più.

Le connazionali Barthel e Kerber si incontrano sulla porta dello spogliatoi. Mona sorride a Anquelique e le augura un  “Viele Gluck, Angie”. Direi che con un Niculescu ce ne potrebbe essere bisogno. Anche perchè bisogna star sempre concentrati al massimo. Nel primo set perso 6 a 3 ha provato a fare un po’ di ‘caciara’ ma l’arbitro era diverso e più esperto, c’era la TV  insomma troppo né lei né il suoo coach potevano fare. Che poi, se la rumena pensasse a giocare, gioca anche in un modo divertente da vedere, mentre la tedesca ogni tanto si perde per strada, sbaglia le dimensioni del campo, si stranisce da sola. Il tutto fa si che sia un buon match di antipasto all’incontro della giornata, quello testa di serie n. 2 Marion Bartoli contro la qualificata Martic.

Mezz’ora prima di entrare in campo era a riscaldarsi con strani modi inventati dal padre. Per il riscaldamento del servizio, Marion simulava il colpo, con una racchetta  imbustata, tenendo i piedi in due corde elastiche le cui estremita erano attaccate ad un aggeggio che padre e fratello di Marion tenevano attaccato al muro. E per finire, vicino ai piedi di Marion, uan specie di metronomo per darle il tempo nel silenzio quasi assoluto del campo 1. Scena quasi surreale.

La francese forse non sapeva bene cosa aspettarsi dal pubblico francese. In effeti certa una certa emozione ed eccitazione. Lo si vedeva dai giornalisti francesi, tutti pronti gia’ prima dell’inizio della partita. Il pubblico all’inizio sembra un poco propenso ad incitare la francese. Nei primi  sette games cinque break. La  Martic  più che una tennista, è una danzatrice che gioca a tennis per quanto flessuosa e leggera si muove in campo. Bartoli in confronto sembra una palestrata .
La slovena chiedere più di una volta il coach (in ginocchio da te) on court. Marion mai. Spiegherà dopo che è stata una
scelta voluta. Il padre le ha chiesto di essere più indipendente, di non chiamarlo e anche di cercarlo meno con gli occhi.  Anche perché nei tornei dello Slam non si può avere l’aiuto del  proprio allenatore allora meglio imparare a cavarsela da sola. E lei così fa, magari con un delle difficoltà che forse non si aspettava nel primo set (e faceva male, perché si sa che la slovena può essere giocatrice talentuosa) per poi avere anche il pubblico, e possiamo dire finalmente, dalla sua  parte per il resto del match fino al 6-1 finale.
Per Marion  la sua prossima avversaria, Roberata Vinci, ha un gioco simile a quello della Martic. Non so. Oggi forse l’unica affinità era da un lato il servizio ballerina dell’italiana mentre dall’altro la slovena danzava in campo.

Mensione d’onore a nonna Craybasa:  è risorta! Il giorno prima abbandona il match contro la Wickmayer per un problema alla schiena, il giorno dopo vince in coppia con la Zahlavova Strycov  al ‘match tie-break’ dopo 2 ore !

Results – Thursday, February 9, 2012
Singles – Second Round
(2) Marion Bartoli (FRA) d. Petra Martic (CRO) 75 61
(7) Roberta Vinci (ITA) d. (Q) Bethanie Mattek-Sands (USA) 63 16 63
(9) Angelique Kerber (GER) d. Monica Niculescu (ROU) 63 46 63
Yanina Wickmayer (BEL) d. Christina McHale (USA) 62 75
Klara Zakopalova (CZE) d. Tsvetana Pironkova (BUL) 60 63
(Q) Mona Barthel (GER) d. (WC) Pauline Parmentier (FRA) 63 60

Doubles – Quarterfinals
(4) Niculescu/Rosolska (ROU/POL) d. Safarova/Zakopalova (CZE/CZE) 62 62
Craybas/Zahlavova Strycova (USA/CZE) d. (WC) Coin/Parmentier (FRA/FRA) 26 75 107 (Match TB)

Order Of Play – Friday, February 10, 2012
Central (from 12.30hrs)
1. Huber/Raymond vs. Brianti/Cornet
2. Julia Goerges vs. Klara Zakopalova (NB 14.30hrs)
3. Maria Sharapova vs. Angelique Kerber
4. Groenefeld/Martic vs. Kichenok/Kichenok
5. Roberta Vinci vs. Marion Bartoli (NB 19.00hrs)
6. Yanina Wickmayer vs. Mona Barthel

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