Raccontando Wimbledon: Gulbis ed Azarenka, e se fosse qualcosa in più di un'amicizia?

TENNIS – Dal nostro inviato a Wimbledon Diego Barbiani

E’ stata una giornata molto intensa ieri, terminata soltanto a causa del calare della notte. Jo Wilfried Tsonga e Sam Querrey erano ancora in campo a picchiare la palla con la violenza di un boscaiolo norvegese ed il punteggio, al momento della sospensione, vedeva i due ancora fermi sulla parità: 9-9 al quinto set.

Si riprenderà oggi, non prima però di aver visto all’opera Richard Gasquet contro il giovane talento Nick Kyrgios.

Sfida pesante tra il transalpino e l’americano, due giocatori che non scelgono il fioretto per far male all’avversario. In generale però il termine “pesante” può essere trasportato anche ad alcune situazioni vissute in conferenza stampa. Dopo l’exploit di due giorni fa quando fu chiesto a Caroline Wozniacki se avesse mai pensato di iscriversi ad un sito di incontri on-line dopo la rottura con Rory McIllroy, ieri a Sergiy Stakhovsky è stato chiesto come mai con un tennis brillante come il suo non fosse mai riuscito a vincere nulla di importante.

«Cosa? Ho vinto quattro titoli Atp250!» è stata la risposta un po’ stizzita dell’ucraino. «Sì ma più piccoli Wimbledon» ha provato a giustificarsi l’intervistatore, che però poverino si stava scavando la fossa da solo. Per sua fortuna il giocatore ha preferito evitare di creare polemica commentando ironicamente: «Ah ok, paragone corretto».

Poi c’è Fabio Fognini, che in serata è stato multato di 27.500 dollari per i comportamenti avuti nel primo turno nei confronti di arbitro e giudice arbitro. Il ligure in conferenza stampa ha scelto di non parlare di quel match. «Parliamo di lunedì? Parliamo del Roland Garros? Parliamo dell’Australian Open? Io voglio parlare solo del match di oggi» così ha voluto tarpare le ali a chi ha cercato di avere qualche notizia in più.

Ieri sera infine, sul campo 12, nella sfida tra Dominika Cibulkova e Alison Van Uytvanck non sono mancati momenti molto tesi. Protagonisti erano i team delle rispettive giocatrici, in particolar modo della giovane belga, pronti a scattare in piedi come delle molle ed urlare ad ogni errore della piccola slovacca. Nel box di quest ultima invece il suo fidanzato, che spesso è stato oggetto di critiche per comportamenti non proprio sportivi, vedendo la sua dolce metà subire l’esuberanza degli avversari si sarà sentito in dovere morale di proteggerla… urlando a sua volta contro Van Uytvanck ad ogni punto di Cibulkova.

Le fasi finali sono state molto concitate. Van Uytvanck ha trovato un break ad inizio del set decisivo e l’ha custodito con forza fino al 5-3. Cibulkova stava raschiando il fondo del barile per trovare la via di scardinare il potente servizio avversario e quando la belga ha serivto per il match sono arrivate le palle break che hanno dato la prima sterzata al match. Sul 40-40 alla Van Uytvanck è stato dato un warning (il secondo) per perdita di tempo ed è stata costretta a servire una seconda. Dal suo angolo sono partite pesanti offese verso la giudice di sedia, che al successivo cambio campo ha cercato di spiegare ad una infuriata Van Uytvanck che erano passati più di trenta secondi e non poteva tollerare oltre. Cibulkova intanto era una pentola a pressione in ebollizione, sembrava fosse sul punto di esplodere dalla carica tratta recuperando il break e quando ha chiuso il match sull’8-6 ha esultato con un urlo terrificante che le ha fatto saltare qualche corda vocale. 

In tutta ciò, però, “c’è una stella che riluce, c’è qualcosa in cui sperare” (come canta Elio di Elio e le storie tese in “Alfieri”). Ricordate Victoria Azarenka che ha raccontato la chiacchierata tra lei ed Ernests Gulbis riguardo all’arte? Ieri, nonostante la sconfitta patita contro Stakhovsky, il lettone ha risposto comunque con piacere a chi gli ha chiesto come è andata quella sera: «Abbiamo avuto una piacevole cena insieme è vero, ma non vi ha detto che l’ho stracciata a ping pong? Per tutta la sera ripeteva di essere bravissima, l’ho sfidata e le ho mostrato chi è il vero campione!»  seguito da grandi risate generali.

Aspetta, cenato insieme? Indaghiamo meglio. «Ci conosciamo da tantissimo tempo e siamo grandi amici» ha detto Gulbis, usando la risposta standard per troncare l’argomento. Durante il Roland Garros si era venuti a conoscenza di questo rapporto, quando la bielorussa scrisse su Twitter “Forza Gulbis!” durante la semifinale contro Djokovic. Decine e decine di fan le hanno scritto per avere spiegazioni e lei ha risposto nello stesso modo: “No, niente di che, siamo solo amici.”.  Eppure la curiosità aumenta. A chi ieri ha chiesto a Gulbis qualcosa sulla pittura e sull’arte ha risposto: «E’ stato un discorso interessante, ma non è durato troppo a lungo. Abbiamo parlato più di altre cose, ma non posso dirvele». Semplice gesto di privacy o qui gatta ci cova?

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