Serena Williams può rientrare nel 2026, lei intanto nega

La ‘silly season’ del tennis ha conosciuto oggi, 2 dicembre, il suo momento più splendente. La tranquillità della off season, ancor prima che inizino le esibizioni più attese, è stata scossa dalla scoperta che Serena Williams, leggenda e icona sportiva ritiratasi nel settembre 2022 allo US Open, può rientrare alle competizioni nella primavera 2026.

Il nome dell’ex numero 1 del mondo e 23-volte campionessa Slam (in singolare) con una marea di riconoscimenti, titoli, e giocatrice capace di dominare il decennio 2000 e 2010, è riapparso nella lista delle tenniste disponibili ai controlli antidoping. Il che non è un annuncio vero e proprio di rientro, ma è un passaggio formale che tutti gli atleti devono fare prima di essere di nuovo in campo, potendolo fare non prima di sei mesi dalla data in cui si sono effettivamente resi disponibili.

Serena, che all’alba dell’estate 2022 aveva annunciato la volontà di ritirarsi con un messaggio dall’enorme peso, parlando della fatica immane che sentiva dentro di sé per dire addio al proprio mondo e chiedendo apertamente anche come avessero fatto altre atlete (e citava alcuni esempi, tra cui Asheligh Barty, ritiratasi sei mesi prima) a vivere quel passaggio con gioia, ora se vorrà davvero portare a termine questo percorso potrà rimettere piede in campo nel 2026. Non si sa ancora granché, non c’è stata alcuna comunicazione ufficiale dal suo team (dalla potente manager Jill Smoller, nella fattispecie), quindi non si sa se è un processo in corso per essere disponbile per il singolare o per il doppio, se non addirittura entrambi.

Cercando di ragionare tra le linee della vicenda, la ricostruzione che sembra più verosimile riguarda la possibilità di un doppio (o più) con la sorella Venus. Serena ha appena compiuto 43 anni, nel 2026 saranno 44, mentre la sorella maggiore ha soffiato su 45 candeline a metà giugno e quindi sarà verso i 46. Sembra irrealistico pensarla di nuovo in campo per un singolare, sebbene per esempio Venus sia riuscita a vincere un match in questa stagione, contro Peyton Stearns a Washington, ma l’assenza così lunga (saranno oltre tre anni e mezzo, almeno, lontana dai campi in una fase della propria vita non abituale per un’atleta professionista) rende l’eventualità assai complicata. Per questo, in ogni caso, serve l’ufficializzazione del rientro ai controlli antidoping.

Andy Roddick nel 2014 tentò un rientro all’ultimo momento per lo US Open per giocare in coppia con Mardy Fish (arrivato al torneo del ritiro) ma l’opzione fu resa impraticabile perché non c’era il tempo materiale nella procedura. Un paio d’anni fa, invece, Lucie Safarova si iscrisse per giocare in un torneo ITF, spiegando poi lo fece per giocare in doppio con la nipote, vinse la prima partita in singolare (avendo nel frattempo ricevuto wild card dagli organizzatori ovviamente ben disposti) ma dopo anni dal suo ritiro ufficiale fu squalificata prima di scendere in campo per il secondo turno proprio perché non aveva chiesto la reintroduzione nell’elenco delle giocatrici sottoposte a controlli.

Poche ore più tardi, tramite un breve commento rilasciato sul suo account Twitter, la statunitense sembra allontanare l’eventualità: “Oh mio Dio no, non torno. Questo caos è pazzesco”. Malgrado ciò, il nome è tutt’ora presente nell’elenco di atleti a disposizione per i controlli antidoping, lista da cui l’ex numero 1 del mondo si era tolta il giorno dopo aver perso l’ultima partita giocata, nel terzo turno dello US Open 2022 contro Ajla Tomljanovic.

Dalla stessa categoria