Naldi e il caso Clostebol: “Il passato non si può cambiare, ma con Sinner nessun rancore”

Dopo la turbolenta vicenda di doping che ha portato alla sospensione di Jannik Sinner, sono dovuti passare diversi mesi prima che Giacomo Naldi tornasse a lavorare nel circuito ATP. L’ex fisioterapista dell’attuale numero due del mondo, uno dei principali responsabili della vicenda Clostebol insieme a Umberto Ferrara, ha iniziato a collaborare con Francesco Passaro agli US Open 2025. A distanza di mesi da quel controverso episodio con Jannik, Naldi ha rilasciato alcune dichiarazioni alla Gazzetta dello Sport per commentare l’accaduto, pur senza addentrarsi troppo nell’argomento, mostrando un grande rammarico per tutto quanto accaduto.

“Non ho mai voluto commentare quanto accaduto con la squadra di Sinner e continuerò a non farlo, nonostante sia un episodio che mi ha segnato, sia personalmente che professionalmente”, ha spiegato Naldi. “Sono stato molto contento di tornare nel circuito e di vivere l’atmosfera di uno Slam. L’accoglienza è stata eccellente da parte di tutti: giocatori, allenatori e preparatori atletici. Alla fine, il tempo passa e ognuno va per la sua strada. Sappiamo tutti come sono andate le cose, e chi non lo sa può leggere la sentenza. Non mi sono sentito messo sotto esame; è stato come riprendere il percorso da dove l’avevo interrotto. Anche durante il processo, ho sempre mantenuto un buon rapporto con Jannik e il suo team. Mi sono sempre comportato correttamente, non ho mai cercato pubblicità”.

“Queste sono le prime dichiarazioni ufficiali che faccio da quando è successo tutto – dice Naldi -. A volte, mi sono state messe in bocca parole prese da altri contesti che hanno generato odio e polemiche sui social. A differenza di altri, non ho mai detto nulla di quanto accaduto e credo che la mia onestà sia stata evidente e apprezzata. Ho parlato con Sinner, è stato cordiale, abbiamo condiviso cose private. Al di là di tutto, il legame umano rimane, sappiamo che è stata solo una sfortunata serie di coincidenze. Ho rivisto Cahill, che è sempre stato molto gentile, e ho incontrato Ferrara. Venendo dal mondo del basket, ho sempre cercato di infondere lo spirito di squadra nel team di Sinner, e questa è una delle cose che più hanno apprezzato. Anche se la collaborazione è finita, non c’è rancore. Quello che è successo non si può cambiare, ma dobbiamo andare avanti. La vita continua”.

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