Favola Mboko, regina di Montreal. Osaka crolla in finale

Si è concluso il WTA 1000 di Montreal col successo forse più insperato e più voluto, almeno dal pubblico di casa. Victoria Mboko, classe 2006 e in tabellone con una wild-card, si è imposta con la sua seconda rimonta consecutiva dopo la semifinale durata quasi tre ore contro Elena Rybakina e ha ribaltato anche Naomi Osaka, a sua volta protagonista di un brutto crollo mentale da metà secondo set.

La prima canadese a vincere il torneo di casa è una ragazzina con origini congolesi e i genitori emigrati prima negli Stati Uniti per fuggire alla situazione in patria, con un ranking a inizio anno abbondantemente fuori dalle prime 300 del mondo e protagonista di una scalata fin qui niente meno di eccezionale con un record tra vittorie e sconfitte di 53-9. Nella serata più importante della sua giovanissima carriera fin qui, Mboko si è imposta 2-6 6-4 6-1 contro la quattro-volte campionessa Slam che nei giorni scorsi aveva rivelato fosse stata per lungo tempo il suo idolo e che stasera per qualche ragione ha fatto parlare di sé più per alcuni atteggiamenti che son piaciuti poco al pubblico.

La finale, nel suo andamento, è stata sempre molto poco equilibrata. Il primo set è dominato da Osaka come aveva fatto Rybakina ventiquattro ore prima e Mboko, sofferente al polso, doveva riproporsi allo stesso modo. Come nella partita contro la kazaka, però, un immediato break a inizio secondo parziale ha aperto un nuovo scenari, stavolta però fatto di break e contro break dove la canadese aveva la meglio pur non chiudendo sul 5-2e servizio. Lei faceva fatica a servire, rivelerà in conferenza stampa che nella mattinata si era pure sottoposta a una visita medica per capire in che stato fosse il polso già sofferente la sera prima e risvegliatosi completamente gonfio. Naomi, invece, è crollata di testa sette anni dopo e nel modo diametralmente opposto a quanto invece era apparsa grande a New York nella sua prima finale dello US Open, contro Serena Williams. L’esempio è quello, perché la giapponese che viveva una fine di 2018 esaltante e sembrava sapersi isolare alla perfezione da quanto avveniva attorno a lei, tra spensierata gioventù e nessuna paura, si è rivelata sempre più fragile e stasera a tratti era parsa avere un attacco di panico.

Già a Indian Wells, nel 2022, un insulto dagli spalti l’aveva completamente fatta deragliare contro Veronika Kudermetova. Stavolta in certi momenti sembrava molto simile come atteggiamento e con tutto il terzo set da giocare aveva completamente staccato, lasciando spazio totale a Mboko per arrivare al primo titolo della carriera e annunciarsi al mondo del tennis come meglio non poteva. La ciliegina sulla torta, per così dire, è Naomi che quasi non parla nel discorso di premiazione e si è rifiutata di fare la conferenza stampa aperta ai giornalisti nel post gara, rilasciando qualche dichiarazione alla WTA in cui si è quasi voluta scusare per un cambio di atteggiamento a suo dire inspiegabile tra le sensazioni positive del mattino e una serata dove, invece, è stata così negativa. Moralmente è una batosta importante per lei, soprattutto per come l’ha gestita dopo 12 giorni finalmente di valore: poteva fare tante cose diverse da questo. Mboko invece, pur annunciando il suo forfait a Cincinnati, sarà da oggi una nuova giocatrice e allo US Open arriverà da testa di serie quando un anno fa lottava ancora negli ITF di medio-basso livello.

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