Eala e Tjen: US Open da record per le Filippine e l’Indonesia

I confini del tennis si stanno espandendo sempre più e allo US Open a emergere nella prima giornata sono due paesi con pochissima (o nulla) tradizione in questo sport: le Filippine e Indonesia.

Alexandra Eala non è un nome nuovissimo, avendo fatto a inizio anno il primo exploit quando al WTA 1000 di Miami giunse a un set dalla finale eliminando lungo il cammino Madison Keys, Aljona Ostapenko e Iga Swiatek. Lo scorso giugno, poi, nella prima finale WTA della carriera mancò quattro match point a Eastbourne contro Maja Joint. È stata la prima tennista del suo paese per tante occasioni e dati, non ultimo l’ingresso in top-100. Però mancava ancora il risultato in uno Slam, giunto con la grande rimonta da 1-5 sotto nel set decisivo contro Clara Tauson.

In una partita abbastanza folle nel suo andamento, la filippina si è imposta 3-6 6-2 7-6, 13-11 il punteggio nel super tie-break decisivo, mandando in estasi il pubblico sugli spalti, praticamente tutto dalla sua parte: forse connazionali, forse curiosi. Coraggiosa e caparbia, risaliva la china mentre la rivale era sempre più presa dal nervosismo che dilagava a un certo punto verso chiunque: aveva contestato un tocco a rete della filippina, giudicandolo nel suo campo, ma dopo anche aver rivisto l’azione al monitor Kader Nouni ha decretato di non vedere alcuna invasione e di dare il punto all’avversaria. Lei oltremodo incredula e sugli spalti il tanto tifo che cominciava a essere sempre più insistente e per lei fastidioso, giocando malissimo al servizio sia sul 5-2 sia ancora sul 5-4. E nel tie-break decisivo, pur con la tensione ormai alle stelle, le due hanno prodotto bei punti fino alle tiratissime battute conclusive che hanno visto la numero 14 del tabellone soccombere e una esausta e incredula Eala, accasciatasi a terra mentre tutto attorno la gioia era alle stelle.

Scena simile, quasi in contemporanea, da parte di Janice Tjen: protagonista di 52 vittorie su 62 partite disputate in stagione, l’indonesiana era la prima rappresentante del suo paese in un main draw Slam dopo 22 anni e ha compiuto l’impresa contro la numero 24 del seeding Veronika Kudermetova vincendo 6-4 4-6 6-4. Era appena la sua seconda partita in carriera contro una top-50, lei classe 2002 che ha cominciato “tardi” la strada del professionismo dopo aver intrapreso quella collegiale negli USA e che lo scorso mese di giugno ha messo insieme 21 vittorie consecutive senza perdere set e inanellando quattro titoli di fila.

Numero 147 del mondo, salirà anche lei avvicinandosi allo scoglio della top-100, traguardo ottenuto solo da quattro indonesiane nella storia dell’Era Open, tra queste Angelique Widjaja (ultima partecipante allo US Open) e Wynne Prakusya, ultima a vincere una partita nel main draw. Ha un tennis brillante, per quanto ancora molto acerbo e da costruire. Le movenze ricordano però una grande del recente passato come Ashleigh Barty, e il match point odierno contro Kudermetova ha molto dell’australiana nella scelta di attaccare col dritto lungolinea anticipando il colpo coi piedi per guadagnare campo e con la posizione del corpo sull’impatto, decidendo poi immediatamente per l’attacco della rete e la chiusura con una voleè bassa comoda solo se si ha mano e fiducia al punto giusto. E al prossimo turno avrà un campo principale, perché sfiderà la campionessa 2021 Emma Raducanu, comodamente impostasi 6-1 6-2 contro Ena Shibahara.

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