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16 Lug 2025 17:32 - Senza categoria
Wimbledon, pagellone: Swiatek 10 e lode, male Paolini
di Diego Barbiani
Siamo giunti al pagellone di Wimbledon, dove nel torneo femminile c’è da registrare una vittoria a sorpresa da parte però di Iga Swiatek, la miglior giocatrice negli ultimi cinque anni a mettere fine a un digiuno da titoli importante e con un punteggio che finisce inevitabilmente negli archivi storici di questo sport.
Di seguito i voti, basati come diciamo sempre non tanto (o non solo) sul risultato ma cercando di contestualizzare il tutto. Ogni critica è ben accetta, scrivete a @Diego_Barbiani su Twitter (non ho proprio il coraggio di chiamarlo X).
Iga Swiatek, 10 e lode. L’ex numero 1 fa un colpo da numero 1, scoprendosi forte (dominante) anche sulla superficie fin qui più complessa da accettare e scoprire. Ha svoltato la stagione, comunque andrà ora, ed è entrata ulteriormente nella storia del tennis vincendo Slam su tutte le superfici, superando Maria Sharapova e Martina Hingis, continuando a volare su altezze diverse rispetto a quasi tutte le sue colleghe.
Amanda Anisimova, 8,5. Avremmo voluto dare (almeno) 9, ma la stesa in finale macchia un po’ due settimane dal peso specifico comunque enorme. L’ora di sabato è stata una sveglia importante su cosa sia e cosa serva affrontare le due migliori giocatrici del circuito una dopo l’altra ed entrambe in condizioni buone/ottime. Madison Keys in Australia c’è riuscita con due vittorie tiratissime, qui Anisimova è parsa non poter fare assolutamente nulla fin dai primi punti, uscendo dalla partita dopo tre game.
Aryna Sabalenka, 6.5. Come a Parigi: non può essere insufficiente un torneo Slam dove c’è almeno una semifinale, Sabalenka ha avuto vittorie di forza, di rabbia, lottando e superandosi, ma fino ai quarti il suo tabellone era oggettivamente fattibile con più agilità e al di là dei vincenti si intravedeva una giocatrice poco sicura. E sono tre Slam, ora, passati senza lasciare la sua firma: per come è andata la stagione fino a una settimana fa, con lei che ha spesso imperversato e raggiunto le fasi conclusive, sa di beffa enorme.
Belinda Bencic, 8. Bentornata, Belinda. Al di là del pesante passivo in semifinale, anche per la svizzera ci sono due settimane preziosissime ad alti livelli. È vero che al terzo turno era quasi fuori contro Elisabetta Cocciaretto (8 anche a lei), ma le prestazioni sono state spesso importanti e la meritatissima vittoria nei quarti di finale contro Mirra Andreeva (7) è il giusto premio a una ragazza che sembra stia gestendo molto bene il rientro dalla maternità.
Laura Siegemund, 10. Tennista anacronistica, scomoda da affrontare, ma soprattutto che più la si da sulla strada del tramonto e più sembra capace di dire ancora la sua. A inizio anno batteva Zheng Qinwen (4) a Melbourne, qui a Wimbledon supera Madison Keys (5) e tiene in campo tre ore Sabalenka facendola dannare contro varietà di colpi e un gioco d’attacco innaturale per il tour ma perfetto per la superficie, con anche un pizzico di furbizia nel fiutare i momenti dove incidere nella partita come poche.
Anastasia Pavlyuchenkova e Liudmila Samsonova, 7.5. A 34 anni Pavlyuchenkova sta avendo una stagione dove i due picchi sono i quarti di finale dell’Australian Open e di Wimbledon. Qui ha messo insieme quattro vittorie dove spicca soprattutto la rimonta contro Naomi Osaka (6.5) al terzo turno. Gli anni migliori per lei sembrano ormai alle spalle, eppure quelle fiammate di chi comunque a tennis sa giocare (e bene) ci sono sempre. Samsonova invece ha raggiunto per la prima volta i quarti di finale e solo Swiatek l’ha fermata, a conferma di come soprattutto su erba le possibilità di far bene ci sono.
Mirra Andreeva, 7. Altro Slam particolare per Mirra, che come a Parigi fa i quarti di finale e debutta in questa settimana in top-5, ma qualcosa sta mancando. Perdere contro Bencic è molto diverso che contro Lois Boisson, eppure al di là della vittoria decisa contro Emma Navarro (6) c’è abbastanza poco da dire. L’atteggiamento contro Belinda è parso poco propositivo, molto falloso e infastidito, con tante volte solo sulla difensiva a cercare slice di dritto che le facevano solo perdere campo e sperare in eventuali errori.
Barbora Krejcikova, 6.5. Menzione particolare per la campionessa in uscente, che ha fatto quanto ha potuto e ha vissuto tre belle partite. Sembra poco ma per il secondo anno di fila il tanto talento di cui dispone è bloccato da un fisico che non le da tregua e le ha fatto dire che ancora ad aprile la schiena non le dava modo nemmeno di stare stesa, portandola a pensare che forse non sarebbe arrivata a questo Slam. E di nuovo, al termine del match contro Navarro, è sembrata soffrire di nuovi fastidi fisici.
Bocciate
Madison Keys, 5. Ancora una volta, Wimbledon è avaro di soddisfazioni per la statunitense. Perdere però già al terzo turno, e dopo aver rischiato tanto all’esordio contro Elena Gabriela Ruse, non può salvare nulla.
Jasmine Paolini (e Zheng Qinwen), 4. Più o meno lo stesso discorso fatto per Keys. Nel suo caso c’è l’aggravante dei tanti punti lasciati per strada ma anche che contro di lei c’erano Anastasija Sevastova e Kamilla Rakhimova, che in carriera era 0-9 contro top-20. Se la tennista classe 2001 è riuscita a fare una prestazione del genere, probabilmente vuol dire che Jasmine le ha dato a sua volta una grande mano e la toscana era apparsa già molto nervosa a Bad Homburg e con la separazione da Marc Lopez appena due mesi dopo l’averlo scelto nel team e con il giallo della sua assenza già a Berlino che portano dubbi su quanto sia successo negli ultimi mesi.
Jessica Pegula e Coco Gauff, 3. Insufficienze pesanti per la numero 2 e numero 3 del seeding, protagoniste di eliminazioni al primo turno e senza veri alibi. Pegula addirittura ha rimediato solo cinque game contro Cocciaretto e allunga la serie di delusioni Slam, Gauff dal successo al Roland Garros ha rimediato due brutte sconfitte consecutive tra Berlino e Wimbledon tornando nel solito problema fin qui di non riuscire a dare continuità ai successi o anche solo ai tornei positivi. Avrà avuto i suoi impegni coi media dopo la vittoria parigina, ma purtroppo questo sport non aspetta.
Menzione speciale
Elisabetta Cocciaretto, 8. Fantastica. Dopo la brutta sconfitta al Roland Garros era uscita dalle 100 e in un periodo piuttosto negativo, ora è di nuovo in top-80 dopo uno splendido terzo turno a Wimbledon e la vittoria a Bastad (WTA 125). A Londra ha saputo combinare perfettamente le proprie caratteristiche all’erba e già al primo turno ha fatto l’impresa contro Pegula e al terzo è stata vicinissima a servire per il match contro Bencic. Una reazione importante per la marchigiana che si è ripresa appena prima dell’entry list dello US Open evitando così di dover fare le qualificazioni.