Resterà per sempre il primo italiano ad aver vinto un titolo slam, a Parigi, nel 1959. Successo che doppiò l’anno dopo. Ed il capitano della squadra che nel 1976 tornò dal Cile con la Coppa Davis, anche quella una prima volta. Nicola Pietrangeli se n’é andato a 92 anni e con lui si chiude una […]
10 Lug 2025 19:29 - Senza categoria
Swiatek travolge Bencic: finale a Wimbledon, sfiderà Anisimova
di Diego Barbiani
[8] I. Swiatek b. B. Bencic 6-2 6-0
Zero finali sulla amata terra battuta, due (consecutive) sulla mai digerita erba. Sono ormai ben oltre la logica gli ultimi mesi di Iga Swiatek, che sembra piano piano ritrovare i suoi picchi là dove sembrava essere un tabù vero e invalicabile. Tutte le domande e i dubbi, soprattutto dopo Madrid e Roma, di colpo sembrano lontani perché prima ancora dei risultati (e lo si notava gia da qualche partita) c’era l’atteggiamento in campo dell’ex numero 1 del mondo che risaltava.
Quando perdeva contro Danielle Collins, al Foro Italico, a tanti sembrava talmente vicina al crollo definitivo che già i primi turni del Roland Garros erano osservati straordinari per capire se e cosa potesse mai combinare dopo un avvicinamento allo Slam preferito così brutto e anomalo. Lì, al di là del 6-0 subito nel terzo set della semifinale contro Aryna Sabalenka, non solo ha reagito ma ha dato qualche scintilla di qualcosa di nuovo che nell’ormai pazza stagione su erba si è tramutato in una doppia cavalcata alla sua maniera: qualità, solidità e intensità; punteggi netti contro avversarie temibili e sensazione di avere tanto controllo (ora) sulle proprie emozioni mentre prima la rabbia e la negatività emergevano con tanta facilità.
Per una ragazza, e lo ripeteremo sempre, che ha posto così tanta attenzione sull’aspetto mentale tutto ciò non deve nemmeno sorprendere: ritrovato un equilibrio, avendo avuto un po’ di tempo per lavorare e concentrarsi su se stessa, è tornata ad avere grande continuità tanto da ribaltare una stagione su erba che si presentava come la solita fase in cui un ottavo di finale a Wimbledon veniva considerato come un traguardo “salvagente” per il ranking. E la prova di oggi, contro una Bencic scarica fisicamente, è stata quella di chi non concedeva nemmeno le briciole. Come la solita Swiatek che abbiamo visto in cinque anni. Un punteggio netto, una partita segnata dai primi scambi, un assolo della polacca. La svizzera, che già ieri nella breve intervista in campo raccontava di aver avuto qualche fastidio fisico ma di aver scelto di non chiamare il fisioterapista sul finire del secondo set contro Mirra Andreeva, non riusciva a pareggiare quanto accadeva dall’altro lato della rete e così tutto è filato via in un’oretta scarsa di gioco.
Sesta finale Slam per Iga, la prima del 2025, nel luogo meno indicato di tutti. Affronterà per il titolo Amanda Anisimova in quello che sarà un primo confronto tra le due, pur coetanee ma con le carriere che hanno avuto traiettorie completamente differenti. Sarà probabilmente la nuova partita dove la polacca dovrà cercare di non farsi aggredire e cominciare a tremare col dritto, e forse l’unico modo vero per la statunitense sarà quello di andare vicina al proprio limite (se non oltre) come nelle due ore e mezza di oggi contro Aryna Sabalenka.