Swiatek o Anisimova: Wimbledon scopre la nuova regina

Per l’ottavo anno consecutivo, Wimbledon vedrà una nuova campionessa nel torneo di singolare femminile. Basterebbe questo per raccontare come lo Slam londinese, per tante ragioni, stia sfuggendo alla linea degli ultimi tempi dove salvo momenti particolari le favorite ci sono e sono spesso quelle che arrivano in fondo. Di fatto, la stagione su erba è sempre più sacrificata tra uno spicchio minimo occupato nel calendario e gli obblighi aumentati delle giocatrici, oltre ai WTA 1000 che hanno allungato la durata a due settimane.

Ed è così che a giocarsi la vittoria londinese quest anno saranno Amanda Anisimova e Iga Swiatek. Non sono assolutamente le ultime arrivate, o due estranee, ma in una possibile griglia di partenza 12 giorni fa erano entrambe piuttosto indietro. Una non aveva mai raggiunto una finale Slam, l’altra pur con cinque titoli Slam all’attivo aveva sempre dovuto sacrificare questa parte di stagione dopo l’enorme sforzo sulla terra battuta senza mai trovare grande fiducia e adattabilità.

Anisimova contro Swiatek, in un confronto inedito a livello di circuito maggiore malgrado siano entrambe del 2001 e, forse entrambe, avevano avuto ottime credenziali nel loro passaggio al professionismo. La statuntiense vinceva il Roland Garros junior nel 2017, la polacca trionfava a Wimbledon junior nel 2018. La prima arrivava in semifinale al Roland Garros senior nel 2019, l’altra addirittura vinceva il primo di quattro titoli al Bois de Boulogne nel 2020. Ed è un gran peccato che le carriere siano state così promettenti e così diverse nel loro sviluppo, con quella di Amanda fortemente segnata dalla morte improvvisa del padre (all’epoca anche allenatore) nell’estate 2019. E la fase delicata durò finché nel 2023 annunciò di prendersi una pausa dal tennis, staccare mentalmente per recuperare serenità e pace, scivolando oltre il numero 400 del mondo ma con una qualità di gioco che ben presto la riporterà in top-100.

Non è facile capire come davvero andrà. Iga ha mostrato una solidità e una carica sportiva durante questo torneo che hanno ridato sprazzi della giocatrice che per quasi cinque anni è stata la barra di tutto il tour femminile. Amanda ha raggiunto questo traguardo con l’exploit in semifinale della vittoria contro la numero 1 Aryna Sabalenka, con un timing sulla palla da lasciare a bocca aperta e una pericolosità sistematica a ogni palla impattata. Avrà bisogno di un’altra giornata praticamente perfetta, ma sarà da capire quanto la palla che uscirà dalle sue corde sarà in grado di scardinare la solidità della polacca: sembra appartenere a quel range di giocatrici che Swiatek soffre a prescindere, come Elena Rybakina, con un impatto molto pulito e una palla molto rapida e penetrante. Per cui, abbiamo varie incognite davanti che proviamo a elencare

Quale sarà l’approccio (di entrambe)
I primi game potrebbero dire tanto. Swiatek in carriera ha saputo gestire le finali, compresi gli Slam, con grande controllo, chiusa nella sua bolla e il gioco aggressivo di Anisimova non è poi troppo diverso da altre avversarie trovate tra Bad Homburg e Wimbledon, ma al tempo stesso è uno scenario abbastanza particolare anche per lei che fino a due settimane fa non aveva nemmeno mai giocato una semifinale in carriera (nel tour WTA) su erba e per sue parole non le sembrava vero di essere qui. Amanda, dovesse riuscire a sentire bene la palla, cercherà probabilmente subito il dritto di Iga per testare in che condizioni sia il lato potenzialmente più delicato. Da capire, anche, se mentalmente saprà riproporsi con la stessa continuità di azione avuta in semifinale perché sarà quantomai importante non togliere mai il piede dall’acceleratore.

Quanto il servizio di Swiatek potrà sorreggerla
È un altro lato del gioco che sarà sotto osservazione, perché Iga non aveva forse mai sentito così bene il colpo di inizio gioco come in queste tre settimane (comprendendo anche Bad Homburg) e sono solo sei i break subiti in sei partite all’All England Club. Il lavoro svolto a Maiorca dopo l’eliminazione al Roland Garros sembra aver portato a qualche risultato interessante e contro Anisimova sarà fondamentale, al di là della percentuale di prime, avere grande fiducia sulla seconda per evitare di essere sistematicamente aggredita dalla risposta di un’avversaria chiamata a scambiare poco.

Quanto Anisimova potrà limitare gli spostamenti
Amanda avrà necessario bisogno di non ingaggiare palleggi prolungati, né essere lei a spostarsi per il campo. Swiatek ha fatto malissimo a quasi tutte, in queste settimane, quando manovrava, spesso con la pazienza giusta per aprirsi il campo. Anisimova non ha la forza per contropiedi e rincorse, potrebbe riuscire nella soluzione disperata e spettacolare per uscire dallo scambio ma non è uno scenario replicabile nel lungo periodo.

I lati positivi, per entrambe, sono già tanti. Dal lato di Swiatek, quasi tutte le avversarie battute hanno parlato di quanto fosse impossibile entrare in partita perché Iga metteva in campo un’intensità e un livello di gioco per loro irraggiungibile. Ripensare alla situazione in primavera, sembra si sia ribaltato il mondo. Dal lato di Anisimova, invece, già questa finale è un risultato enorme perché la porterà in top-10 per la prima volta in carriera e, in caso di successo, sarebbe addirittura in top-5 con la qualificazione garantita alle WTA Finals di Riyhad, nello stesso anno in cui ha già ottenuto un WTA 1000 (a Doha).

Da sottolineare, per concludere, le belle parole che entrambe si sono rivolte nelle rispettive conferenze stampa. Swiatek ha riempito di complimenti Anisimova per aver saputo tornare e proporsi a questo livello dopo i tanti problemi personali vissuti, rimarcando come siano cresciute assieme e vedeva che le qualità c’erano perché un giorno potesse lottare per uno Slam. Amanda, invece, ha sottolineato come sia incredibile quanto Iga sappia unire lato atletico e qualità di gioco fin da quando era nel circuito junior e che ogni traguardo ottenuto è stato ampiamente meritato.

Ora, però, c’è un titolo Slam da giocare.

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