Swiatek: “Inaspettato vincere qui, Wimbledon è incredibile”

Iga Swiatek in conferenza stampa è il ritratto della felicitò, e non potrebbe essere altrimenti quando si diventa campionessa di Wimbledon per la prima volta dopo tanta fatica fatta in passato sull’erba e nell’ultimo anno a livello personale.

“Questa vittoria significa molto” ha detto, “specialmente dopo una stagione con alti e bassi e aspettative deluse. Vincere Wimbledon è incredibile, il tennis continua a sorprendermi. Ho fatto di tutto perché andasse così, significa tanto”. E il 6-0 6-0 in finale contro Amanda Anisimova è un punteggio che a suo modo passerà alla storia come una delle vittorie più nette ai Championship in una storia ultra centenaria.

Non è stato facile per lei rimanere isolata da tutto quello che succedeva attorno, “ci siamo concentrati su noi stessi nel team, a volte i media mi descrivono male, in particolare nel mio paese, volevo essere lasciata in pace e fare il mio lavoro. Avevo già dimostrato tanto, eppure sembra sempre che debba vincere, ma è la mia vita, il mio lavoro, voglio farlo a modo mio”. E il riferimento è ai tanti dubbi insinuati nei mesi primaverili, oltre a vari attacchi più o meno diretti alla psicologa Daria Abramowicz. Ora, però, è tempo di guardare avanti con un’atmosfera più serena: “Forse il fatto che sia erba lo rende speciale, è inaspettato vincere qui, le emozioni sono diverse. A Parigi so che posso giocare bene, qui non lo sapevo. Rispetto gli altri tornei, ma questo e lo US Open mi danno sensazioni migliori, e una gran soddisfazione per aver fatto accadere tutto questo”.

Swiatek è giunta a questo torneo da numero 4 del mondo, ma il seed la vedeva addirittura al numero 8, il più basso per lei dal 2021: “Vero, la classifica… Ma qui non contava, dovevo solo pensare a giocare bene e migliorare”. E ha trovato un ottimo spirito partita dopo partita, anche con la vicenda della pasta con le fragole presentata al mondo dopo una vittoria e che ha fatto scatenare video e reazioni tra le più disparate ma rimane pur sempre un simbolo della tradizione polacca in lei, che ora è divenuta la prima del proprio paese a vincere qui: “Essere polacca è parte di me, ma non direi che per il mio paese era necessario questo, abbiamo avuto tanti buoni tennisti. Penso ad Agneska Radwanska. Spero di ispirare qualcuno”.

A risaltare, in queste tre settimane sull’erba, un servizio che spesso le ha dato una mano enorme: “Non ho mai servito così bene per tre settimane di fila, ho cercato di mantenere le buone sensazioni, senza sprecare punti, e il mio livello mi ha aiutato”. E così sono così 23 titoli su 28 finali disputate, 14 dei quali giunti perdendo quattro o meno game in finale, due finali vinte 6-0 6-0: “Il tennis è mentale, e fisico, devi avere buone partite prima, non fare troppa fatica, ed evitare lo stress. Ho usato l’esperienza, e ho cercato di godermi la situazione, sono stata concentrata ma mi sono divertita”.

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