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12 Lug 2025 18:18 - Senza categoria
Swiatek è tornata: doppio 6-0 in finale, campionessa a Wimbledon
di Diego Barbiani
[8] I. Swiatek b. [13] A. Anisimova 6-0 6-0
Iga Swiatek ha interrotto un digiuno di oltre un anno dall’ultimo successo, e lo ha fatto nella maniera più clamorosa e roboante. Alla sua maniera. Un 6-0 6-0 in una finale Slam a un’avversaria che si è trovata senza armi e senza energie da contrapporre a una giocatrice che ha cominciato con le marce altissime di intensità e gioco senza mai calare e prendersi una pausa.
Titolo Slam numero 6, il meno atteso di tutti, il più complicato e il più impossibile da realizzare. E lo ha fatto nella maniera più spettacolare, imponendosi lungo sette partite lasciando per strada un set dove oltretutto conduceva 4-1 ed era 40-40, al secondo turno contro Caty McNally. Dal terzo turno contro Danielle Collins, però, si è semplicemente lanciata e ad anticipare il livello odierno c’erano le parole delle avversarie sconfitte che raccontavano, tutte, quanto fosse difficile di fatto stare nel match senza alcuna occasione di sentirsi bene in campo.
Swiatek ha fatto tutto da manuale, col suo tennis che fino a tre settimane fa sembrava non potesse proprio ricavare nulla dall’erba. Ora è lì a camminare col trofeo tra le mani e un sorriso gigantesco, centrando la vittoria numero 100 in uno Slam nel giorno più importante della carriera anche perché, banalmente, si potrebbe anche pensare “quando ricapita un’annata così”. Un mese e mezzo fa sembrava dispersa, oggi completa il tris di titoli Slam sulle tre superfici diverse conquistando contemporaneamente il primo titolo sull’erba della carriera da professionista.
Forse Iga ha giocato la partita pensando nella sua testa che fosse l’unica opportunità per vincere Wimbledon, come motivazione extra, forse ha semplicemente sentito quella forza e quella determinazione e quella voglia di rivalsa dopo tanti mesi complicati. E come i suoi colpi fossero “on” dall’inizio le hanno dato tutta quella garanzia e quella sicurezza di cui aveva bisogno per lanciarsi. Anisimova, di contro, ha forse pagato più del previsto lo sforzo mentale, prima di tutto, contro Sabalenka. Il suo gioco è sembrato troppo centrale e spento per dar fastidio a un’avversaria che apriva il campo e cercava con pazienza lo spazio per chiudere. Non poteva opporsi solo con qualche potente vincente perché poi, nei momenti delicati, non trovava nulla per uscire dalla buca sempre più profonda.
L’esultanza di Swiatek, dopo l’ultimo rovescio vincente, è quella di chi dopo giorni chiusa nella sua bolla ha cominciato a realizzare. Sguardo diretto al suo angolo, racchetta lasciata andare, crollata a terra dalla gioia e pervarsa da ogni genere di emozione. C’era tutto, perché nell’ultimo anno ha vissuto ogni genere di peripezia sportiva e personale, e come d’incanto tutto è finito nel torneo forse più iconico, già vinto a livello junior nel 2018 e ora alla prima occasione fatto suo con una prova dominante. Una prova da Swiatek.