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09 Lug 2025 17:40 - Senza categoria
Bencic super, Swiatek sorprende: inedita semifinale a Wimbledon
di Diego Barbiani
Due anni fa Belinda Bencic e Iga Swiatek furono protagoniste di un durissimo confronto negli ottavi di finale di Wimbledon con la polacca che prevalse 6-7 7-6 6-3 in poco meno di tre ore, recuperando un 15-40 sul 5-6 nel secondo parziale e ribaltando una situazione piuttosto delicata dopo un set iniziale in cui avrebbe meritato in diversi momenti di portarlo a casa ma le sfuggì al fotofinish.
Domani, giovedì, le due si ritroveranno contro per la prima volta e di nuovo nello Slam londinese, stavolta però per giocarsi un posto nella finalissima di sabato. Il tema “sorpresa” è inevitabilmente dominante: Belinda aveva probabilmente questo colpo in canna da anni, ma ottenerlo ora che è divenuta mamma ed è rientrata nel tour da circa sei mesi fa ancora più impressione; Iga, invece, semplicemente è estranea a questi orizzonti londinesi ma in questo 2025 ha in qualche modo ribaltato la classica narrazione di perfetta sulla terra battuta e fragile sull’erba. Grazie a un cambio di programma deciso col team, nuovo, Swiatek ha passato una settimana a Maiorca all’accademia di Rafael Nadal per lavorare sull’erba e i risultati migliori si vedono nel binomio servizio-risposta. Solo sei i break subiti in altettrante partite disputate e anche oggi nel 6-2 7-5 contro Liudmila Samsonova si è visto come tutto girasse diversamente.
Non ha avuto una percentuale molto alta di prime palle in campo, ma delle 10 palle break concesse ha ceduto la battuta solo in due occasioni e sempre da posizione di “vantaggio”, con Samsonova che ha mollato nel primo parziale dopo un inizio equilibrato e nel secondo dove ha tentato il forcing per risalire da 0-3 e 2-4 ha fiutato la chance di ribaltare il set sul 5-5 0-30, ma da lì la polacca è risalita e si è presa la partita con una risposta vincente sul match point. Al di là del ritmo, superiore, e della qualità del palleggio che spesso mandava in posizioni scomode Samsonova, Iga anche oggi ha fatto bella impressione per come abbia reagito quando nel secondo parziale ha visto due volte il vantaggio ricucito. Soprattutto perché la Swiatek degli ultimi mesi era molto, troppo nervosa. Già a Parigi si era visto qualcosa, con le sensazioni di un cambio di passo mentale avvertiti anche a Bad Homburg, e in queste tre partite a Wimbledon contro Danielle Collins, Clara Tauson e Samsonova avevano le caratteristiche perfette per darle fastidio e mai si è vista scomporsi, reagendo sempre e mostrandosi molto più libera di quanto avesse fatto da febbraio a ora. Le stesse avversarie, Tauson per prima, hanno parlato di quanto sia difficile entrare in partita quando Swiatek va così perché il livello atletico porta a dover giocare un tennis quasi impeccabile fin dai primi minuti.
Bencic, sopravvissuta nella prima settimana al rocambolesco match contro Elisabetta Cocciaretto, ha le carte in regola per offrire qualcosa di diverso alla polacca grazie ai suoi cambi in lungolinea e alla facilità con cui lavora la palla ma nel 7-6(3) 7-6(2) contro Mirra Andreeva c’è stata anche la grande resistenza a un match non sempre bellissimo ma dove ha meritato pur col passaggio a vuoto importante sul 5-4 e servizio nel secondo parziale, dove ha sentito un po’ troppo il momento e la si vedeva prendere respiri abbastanza importanti tra un punto e l’altro, limitandosi ad appoggiare il rovescio sul dritto dell’avversaria che di contro giocava perlopiù in slice per farla sbagliare. Riuscendoci. Messa da parte la delusione, però, Belinda ha ricominciato a spingere dal game importante sul 5-6 in cui si è tolta d’impaccio dal 40-40 per due dritti lungolinea mancati dalla rivale che nel tie-break è scesa immediatamente sotto 1-4 e doppio minibreak. Andreeva ha cercato la reazione, ma l’ottimo rovescio sul 4-2 per la svizzera l’ha rimessa vicina alla sconfitta e il doppio fallo del 6-2, di fatto, era la condanna definitiva.
Dunque la semifinale inedita della parte bassa sarà tra Swiatek e Bencic, entrambe a caccia di qualcosa che a inizio torneo poteva sembrare troppo grande da sognare.