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24 Lug 2025 21:24 - Extra
Alcaraz e Sinner: la nuova fiaba della cicala e la formica
di Annalisa Migliorini
Il caratteristico frinire delle cicale nelle calde giornate estive riporta a una delle più celebri favole di Esopo con protagoniste la cicala e la formica, metafora esplicita dell’importanza della responsabilità e del lavoro, ammonimento chiaro a chi non impegnandosi nel presente potrebbe poi avere difficoltà a gestire il futuro. Per lo scrittore greco è facile descrivere il parallelo ma antitetico approccio alla vita della cicala e della formica: tanto è gaudente la prima, quanto virtuosa la seconda. Questi due insetti dalle vite incompatibili ricordano per certi aspetti i protagonisti della finale di Wimbledon in una nuova rilettura dell’antica fiaba greca. L’impegno costante, la determinazione nonostante le sconfitte, la solidità di chi vuol fare sempre e comunque la cosa giusta sono tutte caratteristiche che avvicinano Sinner alla versione moderna dell’operosa formichina, responsabile e vincente. Dall’altra parte del campo invece troneggia lo spagnolo Alcaraz con un gioco suadente come il bel canto della cicala simbolo di gioia e di svago, inno alla pura bellezza che però senza una oculata lungimiranza rivela presto tutti i suoi limiti. Ma esattamente come la favola di Esopo anche il dualismo affascinante tra i due diversi campioni Alcaraz e Sinner può essere riscritto, lasciandone immutati i caratteri peculiari ma offrendo spunti nuovi e meno laceranti. La netta dicotomia tra Carlos e Jannik è palese e meravigliosamente perfetta perché sia nel gioco che nel carattere incarna tratti speculari e simbiotici che contribuiscono a creare le basi per un antagonismo sublime. A ognuno il suo beniamino verrebbe da dire, con il proprio stile e umore, così diversi eppure tanto simili. E il filo rosso che li unisce nella diversità è lo stesso che ha fatto riscrivere l’epilogo della favola di Esopo a diversi autori del Novecento. Lo scrittore francese Michel Piquemal, nel finale della storia fa donare da parte della formica una quota di provviste proprio all’antagonista cicala, perché commossa dal suo bel canto. La formica operosa non voleva che il mondo fosse privato di quel momento di pace durante le fatiche quotidiane e allora decide di cedere metà delle sue riserve. La rivalità tra i due insetti cede il posto alla condivisione, al rispetto delle reciproche differenze e qualità che,se parafrasiamo la fiaba, è esattamente quello che tutti gli appassionati di tennis desiderano di più: godersi partite spettacolari tra i due campioni, combattute e lottate per aggiudicarsi di volta in volta la vittoria sfoggiando picchi altissimi di gioco come è accaduto nelle ultime due finali Slam. Dopo l’età dell’oro del tennis con i Big Three, sapere che l’eredità è stata raccolta da due giovani fuoriclasse ci rassicura sulla longevità dello spettacolo a cui assisteremo per i prossimi anni. La generosità del nostro Jannik, la signorilità dei suoi comportamenti sempre impeccabili dentro e fuori dal campo, ricorda davvero la rivoluzione gentile della formica nella fiaba rivisitata anche dal poeta Rodari: la formica, in origine egoista e spocchiosa si fa generosa e solidale proprio con la rivale donandole di che sopravvivere. E a ben pensarci è curioso che i migliori risultati di Alcaraz quest’anno siano arrivati col rientro di Sinner dopo la squalifica, come se la rivalità in campo con il nostro azzurro donasse allo spagnolo la motivazione più potente. Quelle di Sinner e Alcaraz sono due vite destinate a svilupparsi in modo simile, con esperienze, sfide e caratteristiche che si incroceranno e specchieranno negli anni, in una continua ricerca di equilibrio tra impegno e gioia.La cicala potrebbe rappresentare un diverso stile di vita, non necessariamente sbagliato, ma semplicemente orientato verso la ricerca della felicità nel presente, come fa Alcaraz che si concede dopo l’impegno sportivo tipici momenti di svago giovanile. Di contro l’atteggiamento volitivo di Sinner dopo la sconfitta di Parigi ha dimostrato come sia possibile equilibrio tra lavoro e piacere: innegabili il sacrificio e la preparazione in vista del futuro, ma anche la volontà di saper staccare per recuperare serenità e leggerezza tra la calma delle montagne di casa. Ognuno a modo suo, ciascuno con la propria personale ricetta per la felicità. L’empatia di Jannik verso Carlos nonostante le distanze alimentate dopo il caso Clostebol e la strenua rivalità per la vetta del tennis, è indice di calore e generosità, della matura consapevolezza che nei prossimi anni la competizione si trasformerà necessariamente in rispettosa condivisione del palcoscenico tennistico ed equa spartizione dei titoli e dei trofei. Eppure c’è un’ultima versione della favola greca, ancora più lontana e originale rispetto alla antica, quella del poeta romano Trilussa. Oltre alla instancabile formica e alla gioiosa cicala, fa la sua comparsa sulla scena per aiutare l’insetto canterino rimasto senza provviste, il grillo. Una nuova morale per favole antiche, che poi non è altro che rivivere il glorioso passato con nuovi protagonisti, provare vecchie emozioni con fresche energie. Aspettando allora la comparsa del grillo sul rettangolo di gioco, godiamoci l’empatia e la maturità esemplari della formica oltre all’abilità melodiosa della cicala che regala il suo bel canto. E se le favole non si avverano mai, non smettiamo di credere che operosità e creatività possano coesistere insieme, perché i sogni, quelli sì, ogni tanto si avverano.