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02 Giu 2025 15:35 - Senza categoria
Favola Boisson: quarti di finale al Roland Garros da n.361 WTA
di Diego Barbiani
[WC] L. Boisson b. [3] J. Pegula 3-6 6-4 6-4
A fine maggio del 2024, Lois Boisson era costretta a finire sotto i ferri per la rottura totale del legamento crociato. È stata ferma circa nove mesi, il ranking WTA che era in ascesa è tornato nei bassifondi ed è stata costretta a riprendere la salita, ma grazie alla federazione francese di tennis è stata scelta tra le wild-card per quel tabellone principale che doveva probabilmente già affrontare un anno fa ma che ora l’ha vista schizzare addirittura ai quarti di finale.
Guardandola giocare, non c’entra davvero nulla con la propria classifica attuale (numero 361 del mondo). Possiamo considerare una percentuale di spregiudicatezza, di libertà totale nella testa da farla essere più sciolta, di fiducia a livelli mai avuti e tante altre cose, ma poi c’è da fare l’ultimo passo contro avversarie dal ranking ben più alto del suo. Non è stato un cammino semplice, con tre vittorie su quattro partite avvenute nel set decisivo, ma tra servizi almeno a 180 chilometri orari e dritti colpiti con spin che non sono così frequenti nel tour femminile è riuscita a farsi strada fino a battere la numero 3 del mondo.
Jessica Pegula era una versione abbastanza lontana dalla solita. In tutto questo Roland Garros si è trovata in partite segnate da servizi non incisivi e già al turno precedente, contro Marketa Vondrousova, aveva lasciato per strada un parziale. Era riuscita nella rimonta, ma le informazioni su alcuni allenamenti nella prima settimana dove non riusciva a servire a causa di fastidi alla spalla oggi hanno trovato la loro verità. E il 3-6 6-4 6-4 per Boisson è nato per tante cose: la francese faceva tatticamente tutto bene, la statunitense era in affanno sistematico quando doveva colpire col dritto (soprattutto) palle molto cariche di effetto. Lois ricorda un po’ Sam Stosur, l’australiana che aveva grande efficacia sulla terra battuta perché dotata di un kick impressionante sulla sua seconda e velocità costanti sulla prima tra i 180 e i 190 chilometri orari. Non solo: dal lato del rovescio gioca quasi solo lo slice e, se deve spingere, il più delle volte la si vede fare tre metri in più in laterale per spostarsi dal lato del dritto.
Sotto di un set, Boisson non si è smarrita e ha continuato a spingere bene alzando le traiettorie e dando buona pesantezza alla palla. Pegula, di contro, cominciava a faticare nel gestire quelle traiettorie. Già di suo, è una tennista abituata ad appoggiarsi con un colpo piatto e pulito, una palla che tendenzialmente è abbastanza regolare tra spalla e ginocchio. Qui, arrivavano solo soluzioni “sporche” e irregolari, alte, dove doveva lei spingere e come si vedeva anche col servizio le difficoltà aumentavano minuto dopo minuto. Boisson si è presa il secondo parziale col break sul 4-4 ed è scappata sul 2-0 all’inizio del terzo. È stata ripresa, superata, ma ha retto molto bene in quel frangente e senza particolari affanni. L’unico momento che Jessica può sentire come occasione mancata è il dritto (guarda caso) in risposta sul 4-3 30-30, game dove era 0-30 e aveva trovato in quel caso una buona occasione con una palla docile a metà campo. Le difficoltà del giorno, però, han fatto sì che anche questo fosse fermato dal nastro.
Come nel parziale precedente, Boisson ha fatto il break sul 4-4 con la statuntiense che cercava di spingere la prima ma da sinistra le velocità non arrivavano ai 140 chilometri orari. Si è salvata sulle prime tre occasioni concesse, è crollata sulla quarta. La francese, al servizio per il match, ha mostrato un po’ di tensione da 30-15 a 30-40, ma ha trovato un jolly importantissimo sulla prima delle quattro palle break concesse. Pegula, dal canto suo, continuava a sprecare e ancora sull’ennesima parità un lob aveva mandato fuori posizione la francese ma il rovescio successivo si è fermato sul nastro e l’ha lasciata con le mani nei capelli dalla disperazione. A Boisson, a quel punto, è bastato il primo match point: servizio in kick a uscire e dritto pesante in lungolinea lasciato libero. Non doveva nemmeno cercare la riga, non serviva: era finita. La tennista classe 2003, la più sorprendente protagonista di questo torneo, ha trovato il modo di scuotere una parte bassa del tabellone femminile che sembrava ormai instradata verso dei quarti di finale con le big protagoniste. Mercoledì, invece, sarà lei a sfidare Mirra Andreeva che, in precedenza, aveva evitato guai contro Daria Kasatkina rientrando da 3-5 e salvando un set point nel secondo parziale, chiudendo 6-3 7-5.