Paolini: solo Gauff tra lei e la gloria a Roma

Jasmine Paolini è giunta a un weekend di enorme importanza. Oggi cercherà l’assalto al titolo del singolare femminile contr Coco Gauff nel WTA 1000 di Roma e domani tenterà la conferma nel torneo di doppio assieme a Sara Errani affrontando nella finale Elise Mertens e Veronika Kudermetova.

Un risultato che, banalmente, pesa già tanto così perché si era sempre visto quell’exploit a Dubai di un anno fa come il frutto di un ottimo lavoro ma al tempo stesso si poteva considerare un exploit isolato relativo a un’annata dove tantissime cose sono girate per il verso giusto. Invece, 2025 e dopo un inizio di stagione da sufficienza piena sono arrivati gli ultimi tornei da Miami in avanti in cui al di là della brutta giornata a Madrid contro Maria Sakkari ha sempre lasciato l’anima in campo spingendosi almeno fino alle semifinali.

La stessa classifica, che al momento la vede al numero 5, potrebbe sorridere ulteriormente perché in caso di vittoria oggi salirebbe al numero 4 eguagliando il best ranking e facendo scivolare Iga Swiatek alla testa di serie numero 5 al Roland Garros con qualche implicazione in più su un tabellone non così chiaro, nei suoi sviluppi, come negli ultimi anni. La Race ha ancor di più un sapore particolare, perché sono quasi 2000 i punti raccolti rilanciando le ambizioni di Finals avendo collezionato entro metà stagione il 50% dei punti che normalmente servono alle ultime classificate e trovandosi già ora in settima posizione.

C’è tanta strada ancora da fare e non è giusto fare i conti senza l’oste, soprattutto perché l’elemento mancante di questo puzzle è Coco Gauff, a due giorni soltanto ormai dal vedersi come nuova numero 2 del mondo e finalista già due settimane fa a Madrid. Non è affatto una sfida semplice, anche se a Stoccarda quando le due si trovarono di fronte Paolini seppe ribaltare la sfida nel primo set e a dominare in risposta nel secondo. Gauff non ha lasciato grandi impressioni dalla sua semifinale se non la rinomata capacità di vincere giocando male, un ‘winning ugly’ che il suo vecchio coach Brad Gilbert utilizzò come titolo di un libro, una qualità mentale che rende i tennisti paradossalmente più forti perché sanno che anche quando nulla sembra funzionare possono contare su un ‘jolly’ che è il proprio carattere. Coco ha fatto 82 gratuiti nella semifinale contro Zheng Qinwen ma ha vinto, sudando oltre le proverbiali sette camice ma ha esultato dopo l’ultimo punto e in fondo basta questo, scaricando tutta la propria rabbia per una serata orrenda dal punto di vista del gioco.

Quel match contro la cinese verrà ricordato per le tre ore e 32 minuti di lotta, 156 errori non forzati tra le due, 16 doppi falli della statunitense, ma anche di come Gauff pur mostrando enorme disappunto non si è mai lasciata andare completamente. Commetteva tre, quattro doppi falli in un game e sentiva di poterlo comunque portare a casa. La seconda palla era condizionata, ma il braccio spesso non tremava cercando profondità. Come Paolini, Coco non ha avuto un cammino facile se non per le due partite contro Emma Raducani e Mirra Andreeva dove pur senza impressionare ha gestito molto bene il suo livello.

Jasmine ha vissuto, come a Dubai nel 2024, un torneo di fatica e spesso chiamata a delle rimonte. La più notevole quella contro Diana Shnaider, indietro 6-7 0-4, aiutata anche dalla pioggia e sfruttando il crollo dell’avversaria nel set decisivo allo stesso modo dei momenti in cui il vento ha girato a proprio piacere sul campo. Son state partite mai pulitissime da un punto di vista emotivo, apparendo più volte contratta fin dai game contro Lulu Sun nel match d’esordio. Da italiana, non sarebbe neanche una sorpresa se sentisse tantissimo il momento. Fino allo scorso anno non aveva mai vinto più di due partite al Foro Italico, in singolare, e un anno fa arrivando qui col percorso migliore di sempre fu battuta malamente da Mayar Sherif all’esordio in una sessione serale fredda e umida. In semifinale contro Peyton Stearns, però, è riuscita in una “rubata” nel primo set importantissima: rimasta sempre sotto nel punteggio, ha vinto ogni volta i punti più importanti giocando meglio della sua avversaria quando ha saputo scrollarsi il peso dalle spalle e cominciare a temere meno il dritto della texana. Proprio quella diagonale, oggi, dovrà sostenerla il più possibile da fondo campo.

Qualche riferimento col match di Stoccarda: Jasmine cercò di lavorare tanto quel giorno su un palleggio in diagonale col dritto, carico e attento nel piazzamento. Al di là del minimo riferimento tecnico, però, servirà anche tanto cuore.

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