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Il Roland Garros è iniziato, ma l’evento più atteso della giornata non era nessuno dei match in programma, perché dietro le quinte c’era il fermento e l’attesa crescente per quello che di lì a poco sarebbe diventato un momento memorabile: il doveroso tributo degli Open di Francia al più grande giocatore di terra battuta che il tennis abbia mai visto: Rafa Nadal.
La cerimonia non ha deluso le attese. Oltre 15mila spettatori, tutti con indosso la maglietta color terra rossa e la scritta “merci Rafa”, hanno salutato per un’ultima volta il 14 volte campione di Parigi in un susseguirsi di emozioni, lacrime e sorprese (più o meno annunciate).
Rafa si sistema al centro del campo, ed ecco che sui maxi schermi partono le immagini dei suoi trionfi parigini, 20 anni di storia scorrono sotto gli occhi commossi della famiglia di Rafa al gran completo, così come dei tanti collaboratori che lo hanno accompagnato durante la lunga carriera. Sugli spalti, si mischiano tra la folla anche Carlos Alcaraz e Iga Swiatek, entrambi con la maglietta celebrativa.
Nadal trattiene a stento le lacrime, si gode il coro “Rafa, Rafa”, poi prende il microfono per il suo lungo discorso di ringraziamento: in francese, al pubblico parigino e a chi ha lavorato al torneo, facendolo sentire a casa; in spagnolo, alla famiglia e allo storico coach, zio Toni; e infine in inglese, per raccontare le proprie emozioni.
Ma il momento più emozionante per gli appassionati di tennis arriva quando sullo schermo appaiono i grandi rivali di sempre: Roger Federer, Nole Djokovic e Andy Murray. Poco dopo i tre raggiungono lo spagnolo sullo Chatrier per una emozionante reunion. “Siamo un grande esempio per il mondo dello sport: abbiamo dato vita a grandi rivalità, che poi si sono trasformate in amicizia” sottolinea Rafa.
C’è poi il tempo per una targa commemorativa e un ultimo, bellissimo omaggio: l’impronta di Rafa del suo re resterà per sempre impressa sul Philippe Chatrier.
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