Swiatek ai quarti dopo una fotografia del suo 2025, ritrova Keys

Prima tutto sembra essere perfetto, poi si ribalta completamente la situazione e per Iga Swiatek il match contro Diana Shnaider diventa una sorta di via crucis tra ostacoli e lotta per circa due ore e mezza. La grande altalenanza della polacca è la fotografia del suo 2025 fin qui: l’annata è di quelle delicate, molto, e ci sono circostanze nuove che sta sperimentando sulla propria pelle.

Si sente sotto giudizio ancor più del solito per le vicende degli ultimi mesi di 2024, sente di essere vulnerabile dove prima si imponeva con forza e mentalità, ma a oggi è l’unica ad aver sempre raggiunto i quarti di finale in ogni torneo e questo pur con sconfitte pesanti da dover mandare giù, grande altalena di emozioni e tanto da ricostruire. Usiamo talvolta la parola “crisi” perché la differenza rispetto a 12 mesi fa è netta, ma è forse più giusto dire di un passaggio della carriera dove deve rispondere con forza e cercare nuovamente quell’alchimia mente-corpo che per cinque anni circa l’ha spinta a essere la migliore in assoluto.

Il 6-0 6-7(3) 6-4 odierno contro Diana Shnaider ha le solite due facce del 2025: si può dire di una bella vittoria come tante successe fin qui, si può dire di un match divenuto tirato come non mai dopo meno di mezz’ora dominante, si può dire di 50 errori gratuiti tra secondo e terzo set che hanno tenuto vivo il rischio di una nuova cocente sconfitta. Già a Melbourne contro Madison Keys aveva sofferto la prima battuta d’arresto da match point sopra in carriera nel circuito maggiore, sta vivendo ora il digiuno più lungo della carriera da una finale WTA (non contiamo la United Cup) e non aveva mai perso nel circuito da un 6-0. Shnaider, numero 13 del seeding, è una mina vagante in attesa di un primo exploit e oggi pur ricevendo quel pesantissimo schiaffo nel primo set è arrivata punto a punto fino alle fasi decisive di gara.

Per un set Swiatek è stata “la Swiatek”, quella che tutti conosciamo su terra. Ritmo elevato, continuità, scarso respiro per l’avversaria, sensazione di essere intoccabile. Già all’inizio del secondo, però, il copione è radicalmente cambiato e il crollo verticale del suo gioco (36 dei 51 errori non forzati negli ultimi due set sono giunti lì) è culminato nel tie-break dominato dalla giovane rivale. Passaggio a vuoto nel primo turno di battuta, addirittura chiamata a evitare un doppio break di ritardo sullo 0-2, rientro da 15-40 sull’1-2, rientro da 0-40 vanificato dalla quarta chance concessa sul 2-3, ulteriore 15-40 ripreso sul 3-4. Il servizio, quell’aiuto che può trovare, era scomparso ai primi segnali di tensione e da lì è diventata una lotta conitnua nel tentativo da parte sua di non far colpire Shnaider da posizione favorevole ma pensando a come stare in campo, prima ancora che al contrattacco eventuale. Non è nemmeno un caso quel tie-break dominato da Diana, che è balzata su un immediato 5-1 prima di completare al primo set point sul 6-3. Iga fin qui non ha avuto grande fortuna sul 6-6 in stagione: con questo fanno cinque persi su otto disputati, altro piccolo segnale di vulnerabilità quando lo scorso anno, giusto per citarne uno, si prese il più importante di tutti alla Caja Magica col 9-7 conclusivo contro Aryna Sabalenka che valse il titolo dopo tre match point cancellati.

Si è rimesso così tutto in bilico, e nel set decisivo i rimpianti per Iga sembravano aumentare con un 15-40 mancato sull’1-1, soprattutto perché poco dopo i rischi aumentavano ma si tirava fuori al servizio da una nuova pericolosa buca e, finalmente per lei, sul 2-2 tornava a strappare la battuta. Pesantissima, in questo caso, la chance di rientrare velocemente cancellata sul 3-2 e da quel momento pur lottando in ogni game Swiatek ce l’ha fatta. Anche stavolta, come al termine del match contro Linda Noskova, il volto non mostrava alcun segnale di contentezza, ma il momento ormai è questo: più che pensare alla difesa del titolo serve rimanere concentrati su se stessi e risolvere un po’ questioni interne che influiscono in questo momento molto più che le avversarie. Il suo tabellone a Madrid è fin qui molto provante e non accennerà a calare perché lo spicchio di tabellone verso la finale la vedrà subito opposta a Keys (la superò 6-1 6-3 nella semifinale del 2024, sembra passata una vita) contro cui perse l’ultimo precedente all’Australian Open e in una eventuale semifinale ritroverebbe Coco Gauff o Mirra Andreeva, entrambe in serie positiva di due partite contro la polacca.

Madison, nel frattempo, ha superato con più facilità Donna Vekic: 6-2 6-3 con ottime percentuali al servizio e dominando gli scambi da fondo campo con abbastanza tranquillità.

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