Furia Ostapenko: sua la Porsche. Stoccarda resta tabù per Sabalenka

Dopo aver vinto il torneo di doppio alla Porsche Arena nel 2017, Aljona Ostapenko ha completato l’opera imponendosi in maniera dominante nel 2025 contro la numero 1 del mondo Aryna Sabalenka e il 6-4 6-1 pone fine a una delle migliori settimane della sua carriera. Dopo tre sconfitte (consecutive) in finale contro la numero 1 del mondo, per Sabalenka arriva una nuova, tremenda delusione: stavolta quando aveva praticamente tutti i favori del pronostico dalla sua contando anche il mega inizio di stagione fin qui.

La partita è stata praticamente dominata dalla lettone, senza alcun genere di timore o pensieri per la testa, abile ad attaccare ogni palla che aveva attorno a sé e soprattutto non tremare con la battuta. La sua seconda palla, in particolare, poteva essere un vero problema contro quel genere di risposta così aggressiva e potente, ma al di là di un unico momento nella metà del primo parziale ha saputo tirare dritto con enorme coraggio e qualità, prendendosi il pubblico dalla sua già nel primo game in cui ha fatto vedere la sua forza e alcuni vincenti di enorme qualità tra cui un passante lungolinea di dritto dopo aver salvato uno smash praticamente definitivo.

Ha fatto impressione, a livello generale, perché era da tanto tempo che non giocava una finale contro una grande giocatrice riuscendo a imporsi con una prestazione del genere, lasciando andare serie di vincenti consecutivi e servizi che riuscivano il più possibile a non far entrare nello scambio la rivale. Non aveva mai vinto nemmeno un set, oggi però ha rischiato di fare ancor meglio dello score finale. Già sul 2-0 ha avuto sulla racchetta la palla per andare al doppio break, sul 4-2 era 0-30 e sul 4-3 ha ceduto la battuta per l’unica volta nel parizale, riprendendosi immediatamente margine grazie a una serie di risposte negli ultimi centimetri di campo. Sul 5-4, pur costretta a qualche seconda palla di troppo, ha avuto sangue freddo e mente ben concentrata trovando punti gratuiti sulle parità e attaccando con coraggio anche a scambio in bilico.

Dopo il set meritato, ha semplicemente rifiutato di togliere il piede dall’acceleratore e ha continuato a insistere, punto dopo punto. Sabalenka stava crollando, con un rendimento al servizio sempre più deficitario e un palleggio da fondo che non controllava, sentendo sempre più il bisogno di forzare e quindi aumentando il numero di errori. Nemmeno l’iniziale controbreak l’ha rimessa in carreggiata, perché sull’1-1 era di nuovo frettolosa e succube del momento. Ostapenko, che sul 2-1 riusciva ad allungare, non aveva alcun calo e sul 3-1 ha raddoppiato i break di vantaggio, con Aryna che scivolava sulla palla del 4-1 e rimaneva a terra qualche secondo di troppo: il pubblico, dopo l’applauso, si è un attimo fermato pensando anche a qualcosa di serio ma era più la desolazione di aver capito che un’altra finale qui le stava sfuggendo in malo modo. Sul 4-1 Aljona ha tenuto il game più agevole e più importante, perché in risposta con tutta la carica del mondo ha ripreso a martellare, colpendo vincenti su vincenti e chiudendo con una spettacolare risposta di dritto incrociata.

Una settimana da sogno per lei, che ha vinto il primo titolo dopo oltre un anno (il WTA 250 di Linz di febbaio 2024) e lo ha fatto con un continuo crescere in fiducia e soddisfazione. Per Sabalenka, invece, questo torneo sta diventando una maledizione.

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