Nella tarda serata di ieri, a Perth, Germania e Cina si sono fatte un favore a vicenda arrivando al doppio decisivo della loro sfida di United Cup perché coi risultati della prima giornata si garantivano entrambe un posto ai quarti di finale. Serviva solo stabilire chi da prima del girone E e chi come migliore […]
Che ogni persona sia diversa l’una dall’altra è un dato di fatto, che molti cerchino di affermare a ogni costo la propria unicità è altrettanto noto e umanamente comprensibile. Ma è il modo in cui cerchiamo di emergere, di ottenere attenzione che fa la differenza. In natura esiste un simpatico rettile che muta pur restando sempre sé stesso, il camaleonte, noto per la straordinaria capacità di cambiare colore per attrarre prede o difendersi dai predatori. Con i suoi comportamenti imitativi il camaleonte ha da sempre sprigionato nell’immaginario collettivo empatia e immedesimazione, anche perché nella vita siamo tutti un po’ camaleonti, protesi verso l’accettazione sociale che ci costringe ad adattarci all’immagine che ci si aspetta da noi. Talvolta però la paura di deludere chi ci circonda si trasforma in voglia di attirare l’attenzione col rischio poi di raccogliere ciò che si semina: il “karma chameleon”.Se Boy George dovesse spiegare oggi il significato di una delle sue canzoni più celebri si ispirerebbe sicuramente alle numerose dichiarazioni di Nick Kyrgios sul nostro Jannik Sinner. Se i comportamenti danno forma e coerenza alla nostra vita, le esternazioni del tennista australiano hanno rimarcato in questi mesi con particolare enfasi le aspre critiche al nostro campione e delineato con chiarezza un pensiero sulla vicenda Clostebol che, seppur legittimo, è stato espresso con toni e modi eccessivi, scadendo spesso in accuse pesanti e attacchi personali. Ebbene, ecco che arriva a sorpresa il ribaltone: alla vigilia del torneo ATP 250 di Brisbane a cui parteciperà Nick Kyrgios dopo un’assenza di oltre un anno dalle competizioni ufficiali, il giocatore aussie ha dichiarato ai giornalisti che atleti come Alcaraz, Rune e Sinner sono vere forze della natura. Insomma, fino a ora Sinner era “disgustoso”, tanto da meritarsi la bolgia ostile del pubblico australiano, mentre adesso è tutto a un tratto fenomenale. “Sinner è il numero uno al mondo, è un tennista straordinario. Non ho mai detto che non lo sia. Penso solo che il trattamento debba essere equo per tutti.” Insomma, Kyrgios in questi mesi non ha mai in verità voluto punzecchiare continuamente Jannik, era solo preoccupato per l’integrità del tennis, a forte rischio a causa dei casi di doping emersi a carico dei numeri uno Sinner e Swiatek! Argomenti spinosi e complessi ma che la rinomata schiettezza di Kyrgios non può far passare sotto silenzio. In effetti ce ne siamo accorti, non passando giorno senza un puntiglioso attacco al nostro azzurro da parte dell’australiano. Eppure, l’attuale cambio di rotta non è un atteggiamento inusuale per Nick: in passato era già accaduto che Kyrgios seppellisse l’ascia di guerra maturando un radicale ripensamento delle proprie idee. Ad esempio, dopo aver a lungo e pesantemente insultato Casper Ruud, ha partecipato e poi vinto insieme al norvegese l’esibizione della World Tennis League in un insolito doppio. Come dimenticare poi gli attacchi di Nick a Novak Djokovic durante la pandemia per le posizioni no vax del serbo, trasformate in una idilliaca bromance a Wimbledon 2022, fino all’esordio in un inedito doppio proprio sui campi del torneo di Brisbane. E a proposito del novello compagno di doppio, non ha tardato a intervenire di nuovo sulla questione doping anche Novak Djokovic: “Nick si è espresso bene su quanto accaduto e ha ragione per quanto riguarda la trasparenza e l’incoerenza dei protocollie i confronti tra i vari casi. Conosco Jannik da quando era molto giovane e non mi sembra il tipo di persona che farebbe una cosa del genere, ma mi sento molto frustrato nel vedere che siamo stati messi all’oscuro per cinque mesi da quando Sinner ha ricevuto quella notizia”, queste le parole del serbo che si lamenta delle differenze di trattamento tra i giocatori nel sistema antidoping. Sia Kyrgios che Djokovic invocano a gran voce trasparenza e coerenza in un mondo pieno di contraddizioni e che ogni giorno esplora mutevolezza e opportunismo, condizioni da cui nessuno in fondo esula, forse neppure loro. Come recitava il ritornello della canzone dei Culture Club sarebbe davvero facile vivere in armonia se si riuscisse ad adattarsi e accettare i vari colori delle esperienze altrui, senza dover per forza affermare con ostinazione una opinione o un ideale.E Jannik a tutto questo, come reagisce? Tace, ignorando le uscite aggressive dell’australiano per concentrarsi sull’unico obiettivo certo: giocare il suo tennis migliore. A differenza del camaleontico Kyrgios, Jannik si muove libero dai condizionamenti e non ha bisogno di uniformarsi di volta in volta a ciò che lo circonda, perché ha già imparato con coraggio a librarsi nel vuoto per dimostrare a tutti il suo vero colore.