20 anni di successi: il video tributo del mondo del tennis a Rafa Nadal
In questa estate senza estate a vederli giocare sull’erba di Wimbledon che si tinge sempre più d’azzurro, l’accostamento bizzarro a “Il diavolo e l’acquasanta” risuona un po’ per scherzo e un po’ sul serio: Jannik Sinner e Novak Djokovic riescono a dar vita a un dualismo perfetto alla stregua dell’iconico “Bianco e Nero” o di un più simbolico “Fuoco e Ghiaccio”, tanto sono diversi ma allo stesso tempo affini. Che poi, chi è il diavolo fra i due? Gli opposti si toccano e nel nostro caso si scontrano e duellano, non solo da un punto di vista tennistico ma anche generazionale. Una sfida che si delinea sul campo ma soprattutto fuori da esso dando vita a un duello all’ultima parola e all’ultimo gesto. E in questa gara a distanza i due campioni si scoprono di volta in volta diavolo e acquasanta. E’ vero che il nostro Jannik si comporta talmente bene da sembrar trasudare dai pori acqua taumaturgica, ma in campo la determinazione e la forza lo trasformano agli occhi dell’avversario nella peggiore versione di Lucifero. Ma l’acquasanta poi sarà davvero un privilegio o talvolta si può rivelare un castigo? Il fuoriclasse azzurro con una innata serenità e compostezza, inusuale per la sua giovane età, riesce sempre a comportarsi nel modo più appropriato. Mai una gaffe, una parola di troppo o una frecciatina acida: Jannik dispensa comprensione ed empatia a ogni occasione e questo è un gran bene per chi lo segue, in particolare per i giovani alle prese con un futuro privo di certezze dove conta più la forma che la sostanza, più l’apparire che l’essere. E se la santità di questi comportamenti potrebbe avere alla lunga effetti soporiferi sul gradimento di tale fenomeno, ecco che arriva l’amore a condire con una buona dose di pepe il placido fluire della ascetica vita sportiva di Jannik. Il cambio di rotta nel comportamento del tennista azzurro è palpabile: dall’iniziale riserbo impenetrabile davanti ai media, Jannik con la fidanzata Anna riesce adesso a esternare una maggiore espansività, forse perché la consapevolezza di questo sentimento lo ha reso più sicuro e maturo. Ma Sinner resta sempre ben concentrato sul tennis, ovviamente: si sa che il primo compito dell’acqua benedetta è scacciare i demoni. E per Jannik, ma non solo, il vero diavolaccio da sconfiggere rimane sempre e solo lui, Novak Djokovic. Con il Djoker, al contrario, è impossibile annoiarsi, una ne fa e cento ne pensa! Un campione controcorrente per indole naturale, istrionico e disinibito, Novak è un personaggio divisivo che non si nasconde dietro al sicuro paravento del politicamente corretto ma porta avanti le proprie idee anche in assoluta solitudine, contro tutto e tutti. Già perché esattamente come in campo, quando Nole si ritrova solo a fronteggiare l’avversario e il pubblico, attinge a un’energia unica che lo tira sempre fuori dalle sabbie mobili che lo avvolgono. Anche quando sembra finito, non lo è mai. Un meraviglioso Lucifero che di luce nel mondo del tennis ne ha portata tanta, insieme a record ineguagliabili e a un temperamento insuperabile. E anche se non sembra, a rendere simili questi due diversissimi campioni c’è una caratteristica comune, espressa in modi diversi: sia l’angelico Jannik che il diabolico Novak ubbidiscono entrambi soltanto alla loro coscienza. Non importa quale sia la meta’ del cielo rispettivamente occupata, c’è abbastanza spazio per tutti nella volta celeste del tennis. Anche se l’acquasanta non sempre fa miracoli e i demoni possono avere la meglio, speriamo di vedere presto brillare queste due stelle del firmamento tennistico in un nuovo incontro, magari sui campi in cemento di Flushing Meadows. Per il momento la sfida purtroppo è rimandata, mentre nel tempio del tennis di Wimbledon resta in scena ancora una volta lui, Novak Djokovic, che suona il violino, si libera degli avversari e, alzando gli occhi alla luna, saluta tutti con un sonoro e beffardo…goooooood night!