No, non è Federer

Sia fatta una doverosa premessa che forse il titolo non ben esplicita. Non si scrive con la presunzione di difendere una lesa maestà, ma con la coscienza che il ricordo può diventare un po’ ciò che si vuole o, come conferma la psicologia, non sia comunque attendibile quanto si crede.

Lorenzo Musetti, che oggi sfiderà sul campo centrale Djokovic (chissà se con un ginocchio o due), ha certamente emozionato tutti quanti nei cinque set con Fritz giocati mercoledì pomeriggio. Si aggiunge, ha emozionato tutti i tifosi, non solo quelli italiani. Perché? Probabilmente perché in questo mondo che tutto standardizza, compreso il modo di giocare a tennis, vedere un interprete fuori dagli schemi, e Lorenzo lo è non solo nel gioco, che fa della fantasia una delle sue armi vincenti, è qualcosa che quasi tutti gli appassionati desiderano, visto che questo sport lo si ama anche per quelle giocate fatte di tocco e intelligenza, dono non alla portata di tutti però.

Di questo tipo di tennis Roger Federer è stato probabilmente il più grande interprete, in particolare sui campi in erba del tempio di Wimbledon, e forse è questo il motivo per cui il suo ritiro ancora nutre grande nostalgia e per tutti, anche in maniera inconscia, è lui l’icona del tennis, il giocatore che lo rappresenta idealmente.

Lorenzo Musetti però, sebbene sia facile andar dietro alla mente che cerca di essere appagata, e quindi mescola ricordi, non è, fortunatamente, Federer, e questa frettolosa corsa al paragone, dispiace, in primis, per lui.

Innanzitutto, perché sarebbe bello vedere sostenuta l’unicità di ognuno, perché è nella differenza che si vedono le novità.

Lorenzo ha il suo modo di giocare, ma se il rovescio a una mano lo accomuna allo svizzero, probabilmente le affinità terminano qui, compreso l’atteggiamento caratteriale, in cui l’italiano è decisamente più sopra le righe. Non servono le parole per spiegarlo, basta andare su You Tube e cliccare su uno dei moltissimi video presenti su Federer a Wimbledon.

Perché cercare paragoni? Il bello di vedere Musetti vincere col suo stile di gioco, con la sua personalità da toscano nel mondo è proprio, parere personale, è che è Lorenzo Musetti, qualcosa di diverso nel tennis del 2024, monotono nel gioco ancor più di quindici anni fa e probabilmente anche negli atteggiamenti, figli di un paradosso. Se da un lato, infatti, è un mondo che invita a vivere le proprie emozioni, tutte, si vedano cartoni animati di successo in questi giorni, dall’altro, i giocatori sono sempre più stretti in doverosi atteggiamenti asettici. Però McEnroe lo si amava anche per le sue scenette, così come Safin, per citarne due a caso, o no?

Evviva Lorenzo Musetti dunque, che mercoledì, e speriamo anche oggi, ci ha ricordato il miglior Musetti e ce ne fa sognare uno ancora più forte.

E se vi manca tanto Federer, ringraziamo l’era digitale e you tube.

Dalla stessa categoria