di SALVATORE SODANO Queste grandi competizioni internazionali a squadre al femminile, la prima fondata nel 1923 come “Wightman Cup”, equivalente della “Coppa Davis”, con nuovi format e denominazioni, si disputano da oltre un secolo. La prima, che prendeva la denominazione dal nome della grande signora del tennis americano Hazel Wightman, fu disputata sin dal 1923 […]
Iga Swiatek è entrata ieri nella centesima settimana da numero 1 del mondo, nelle ultime 108. La parentesi da numero 2, con Aryna Sabalenka leader per otto settimane tra metà settembre e inizio novembre 2023 sono l’unico momento “negativo” fin qui di una ragazza che carta d’identità alla mano compirà 23 anni soltanto il 31 maggio.
Numeri e dati di enorme spessore, la polacca fin qui sta tenendo un ritmo super che ha spinto le altre big a dover alzare tanto l’asticella per raggiungerla. Ce l’hanno fatta in due, più o meno. Sabalenka ed Elena Rybakina, che hanno messo margine tra loro e il gruppo di inseguitrici e si propongono sistematicamente come prime alternative se non proprio come favorite nei vari eventi, segno di un circuito che è mutato tantissimo da quando Iga ha preso la leadership.
4 aprile 2022 il momento ufficiale con l’aggiornamento del ranking, la notte tra il 25 e il 26 marzo quello iniziale con la vittoria per 6-2 6-0 contro Viktorija Golubic all’esordio di Miami. Fu una situazione davvero assurda: veniva dalla vittoria a Indian Wells salendo fino al numero 2 del mondo, per scoprire che Ashleigh Barty si sarebbe ritirata. L’andarono ad avvisare, era in camera, pianse a dirotto dall’incredibile quantità di stress (per il possibile traguardo così vicino) e dispiacere (per vedere una a cui puntava lasciare la compagnia così) sopraggiunto tutto assieme. Chiamò casa, in Polonia, nel cuore della notte per cercare il papà Tomasz, per sentirsi al sicuro. Il giorno dopo dovette presentarsi davanti alle telecamere per la consueta conferenza stampa pre-torneo, di colpo divenuta un momento imperdibile. Stava per giocare la partita più pesante della sua carriera.
Fu un salto nel vuoto più totale: una vittoria e diveniva numero 1 del mondo, il traguardo di una vita a portata di mano quando fino a 24 ore prima era impossibile pensarci perché tanto davanti a lei c’era, a 3000 punti di distanza, una signora campionessa a un punto della sua maturazione sportiva che non lasciava presagire cali. Tutto crollato, tutto in ballo. Dominò quel match, quel torneo, divenne la più giovane a completare il Sunshine Double e portò a casa altri tre titolo consecutivi. Saranno 11, in tutto, i trofei ottenuti da leader della classifica. Tre Slam e quattro WTA 1000, più due WTA 500 a Stoccarda battendo la grande rivale Sabalenka, più quello a Varsavia, un WTA 250 dal sapore speciale perché nel torneo di casa, organizzato dal papà.
Con prestazioni importanti, a volte anche senza poter usufruire del proprio livello migliore, Iga ha conquistato lodi e meriti settimana dopo settimana. Agli inizi poteva forse essere un passaggio che apriva a una nuova fase di incertezza con il numero 1 che avrebbe forse cambiato padrone abbastanza rapidamente, e presto ci siamo ritrovati a raccontare di 15, 20, 25, 30, 35 vittorie consecutive, con la trentacinquesima arrivata proprio nella finale del Roland Garros. Numeri spaventosi, strisce record che hanno rispolverato dati di qualche decennio fa. Tutto a opera di una ragazzina dalla provincia di Varsavia capace di volare in campo quanto nella classifica, creando una forbice con la seconda in classifica che è arrivata a sfondare anche i 6.000 punti. Le 37 vittorie consecutive e il secondo Slam del 2022, allo US Open, hanno forse creato una percezione ancor più grande attorno a lei, perché nei fatti il numero di vittorie è stato simile ma distribuite in maniera più continua nella stagione. Ha ottenuto meno titoli ma ha dovuto subire anche due infortuni non banali, che han minato la prima parte dell’anno. Giocò quel Roland Garros senza che avesse il 100% di convinzione fosse davvero pronta, lo ha vinto recuperando quasi all’ultimo metro Karolina Muchova, faticando come mai le era successo a Parigi tra semifinale e finale.
La continuità di risultati, l’aver raggiunto almeno la semifinale in nei WTA 1000 giocati, i titoli ben distribuiti sui vari livelli: tutto utile a continuare il suo percorso, che è quanto di più ha nella testa in questo momento. E non è un caso che di tutti i record e dati fin qui a suo favore, quello delle 100 settimane da leader sia quello che (come confidava a Stoccarda) tiene forse più di tutti, avendo basato la carriera fin qui sull’obiettivo della continuità ad alti livelli più della singola prestazione. E così ora è al nono posto della classifica all time di numeri 1 al mondo nel circuito femminile. Davanti a lei ha soltanto: Justine Henin (117), Ashleigh Barty (121), Monica Seles (178), Martina Hingis (208), Chris Evert (260), Serena Williams (319), Martina Navratilova (332), Steffi Graf (377). Alcune sembrano fuori categoria, altre probabilmente irraggiungibili. Eppure in quel torneo di Miami del 2022 sembrava assurdo pensare a un traguardo di questa portata. 100 volte Iga Swiatek.