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Collins travolge anche Alexandrova: a Miami finale contro Rybakina

Non accenna a fermarsi il treno Danielle Collins, con la sesta partita consecutiva vinta al WTA 1000 di Miami e la finale conquistata dopo un’altra grandissima prestazioneinfliggendo 6-3 6-2 alla numero 14 del seeding Ekaterina Alexandrova. Quasi ai limiti dello sconforto, per la sfidante di stasera, dover recitare la parte dell’attrice non protagonista, lei che ha tolto dal torneo prima Iga Swiatek poi Jessica Pegula, entrambe in top-5, e ritrovarsi ora a non capirci più nulla. Perché questa è la sensazione di chi sta dall’altra parte della rete in ogni partita di Collins fin qui.

È nell’anno del ritiro, e vuole lasciare il segno. La statunitense, spesso mina vagante sul cemento, ha due o tre eventi dove può sempre diventare ancor più incisiva. All’Hard Rock Stadium, per esempio, su una superficie abbastanza veloce nel momento in cui la sua testa “parte” e diventa tutt’uno col braccio si trova spesso ai limiti dell’ingiocabile per tantissime. In questo torneo aveva già ottenuto una semifinale e un quarto di finale e le sensazioni, seppur non così marcate, sono di appuntamento ‘must’ per lei come l’Australian Open, o lo US Open. Su questi terreni si esalta, e toglierla da quella bolla è impresa spesso molto ardua.

Ashleigh Barty raccontava tempo fa, in un ritaglio del suo libro, che prima della finale all’Australian Open 2022 lei e il coach si dissero che per quanto Danielle potesse sembrare anche esuberante nei modi, nel momento in cui avrebbe cominciato a emettere versi per colpire la palla, quello era il segnale che non era più così sicura e che stava anzi cominciando a irrigidirsi richiedendo quindi uno sforzo energetico maggiore. Fin qui, a Miami, non si è nemmeno avvicinata a un vero momento delicato. Perso il primo set del primo match per 6-3 contro Bernanrda Pera, da quel momento i parziali sono stati inappuntabili: 6-1 6-1, 6-2 6-2, 6-2 6-1, 6-3 6-2, 6-3 6-2, 6-3 6-2. Dominante come poche altre volte era riuscita. E questa superficie piace anche ad Alexandrova, soprattutto la velocità un po’ sostenuta rispetto al cemento davvero lento di Indian Wells. Semplicemente non riusciva a starle dietro.

Aveva anche preso un break di vantaggio sull’1-1, ma dopo il cambio campo era già sotto 15-40 senza capirci granché, perché il livello e il ritmo della statunitense erano troppo superiori. Non c’è un attimo per prendere fiato: Collins 3-2 e break immediato per il 4-2; sotto 2-5 Alexandrova ha dovuto superarsi per cancellare cinque set point e chiudere quantomeno la serie negativa. Mancati quei cinque set point in un unico turno di risposta, Danielle poteva forse avere un briciolo di incertezza. Forse, appunto. Ekaterina ha sbagliato lato sull’approccio a rete con lo schiaffo al volo di dritto, l’avversaria ha ribaltato tutto con un gran lob e chiuso col dritto incrociato vincente per il 15-0, a cui hanno fatto seguito ottime prime per la chiusura sul 6-3.

Alexandrova non è riuscita a cambiare granché, tanto che nel primo turno di battuta del secondo set perdeva di nuovo il servizio e si consegnava. Sul 3-2 Collins, la statunitense partiva stranamente indietro di un punto ma di nuovo con un ’15’ giocato con molta attenzione e due ottime prime eccola immediatamente salire 40-15. Controllo totale, e sul 4-2 ha raddoppiato il vantaggio riuscendo, sul 30-40, a muovere continuamente Alexandrova finché la russa non ha perso del tutto il controllo in fase difensiva. Come al quarto turno, come ai quarti di finale, ecco un altro 6-3 6-2. 11 game vinti degli ultimi 14 giocati da quel piccolo inciampo del break ceduto sull’1-1 nel primo set. La finale, a questo punto, sarà un’occasione d’oro. Lei ha fin qui vinto molto agevolmente dimostrando superiorità enorme su tutte le giocatrici affrontate e contro di lei ci sarà ora Elena Rybakina, avanti sì nei confronti diretti ma che per raggiungere l’ultima partita ha dovuto faticare enormemente come anche oggi riducendosi solo al tie-break del terzo set per battere Victoria Azarenka.

Sulla carta sarà forse favorita la kazaka per l’esperienza e qualità generali, ma qui, in questo torneo, in questa particolare stagione (per Danielle), Collins sembra davvero in missione.

Diego Barbiani

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