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Barbiani WTA files/ Onori e oneri di una finale finalmente riconosciuta

Fa abbastanza sorridere che si sia dovuti arrivare a un match di oltre tre ore, giocato in un crescendo continuo da entrambe le protagoniste dal primo all’ultimo punto, con match point salvati e un atteggiamento ai limiti della perfezione sia di Iga Swiatek che di Aryna Sabalenka perché si potesse finalmente sottolineare che sì, anche le ragazze di questo momento storico possono dare emozioni.

Questa era la terza finale giocata tra le due in un anno, la quarta dal 2022, e almeno dal loro secondo appuntamento a Stoccarda si è percepito come siano meritevoli di trovarsi numero 1 e numero 2 del mondo. Possiamo anche invertirne gli addendi, con Aryna al posto di Iga, ma il risultato non cambia. Già lo scorso anno, su queste pagine, raccontammo in più occasioni come vivere la loro finale a Stoccarda, per quanto sia stata un “banale” 6-3 6-4, abbia avuto il sapore di sfida speciale. Sabalenka aveva alzato (tanto) il livello di continuità e lanciava il primo vero attacco a Swiatek sul suo terreno preferito e furono due set molto tirati. Come a Madrid tra 2023 e 2024, la differenza fu nei dettagli. Quel giorno Iga si superò da un punto di vista di solidità e forza mentale, non subì nemmeno un break e vinse dopo oltre un mese di stop per infortunio. Eppure, dagli spalti la percezione era di qualcosa di particolare.

Due settimane dopo, a Madrid, la partita fu un po’ più altalenante e la polacca risalì più volte fino al momento chiave a metà del set decisivo, quando stava applicando enorme pressione in risposta e l’avversaria se la cavò con un super rovescio sul 3-3 15-15, indietreggiando, dopo una risposta aggressiva finita a un palmo dalla riga di fondo. Swiatek, pure in una giornata poco luminosa, era quasi riuscita a darsi una chance per vincerla. Sabalenka, che a Stoccarda lamentava la scarsa efficacia e freddezza nei punti importanti, aveva girato tutto a suo favore. Quest anno, il capolavoro. Elogi piovuti da tantissimi, un thriller incredibile dove ai punti nessuna delle due ha saputo davvero staccare l’altra. Aryna ha fatto registrare 40 vincenti contro 35 gratuiti, Swiatek 35 contro 37. Iga che faceva doppio fallo sul 5-6 30-15 nel set decisivo riemergeva con forza e qualità cancellando due match point, tra cui il primo spingendo molto bene con la seconda di servizio. Aryna cancellava il primo match point dopo un lungo scambio chiuso con un errore di dritto tirando un ace centrale, traiettoria che ha sentito molto bene per tutto il tempo.

C’è stata forza, qualità, determinazione tra due che hanno scavato un solco enorme con il 99% della compagnia. Frase già detta, anche qui, subito dopo la finale di Doha di quest anno quando Swiatek battè l’altra grande rivale di questo momento: Elena Rybakina. In Spagna, tutte loro hanno attraversato momenti delicati e ne sono uscite con l’atteggiamento migliore. Più volte abbiamo detto di come Iga abbia la forza di alzare il proprio gioco spalle al muro, ma a Madrid ci son riuscite pure la kazaka e la bielorussa. Nel caso di Aryna multiple volte. E nella semifinale contro Elena è rimasta a galla nel secondo set trovando finalmente continuità alla battuta, chiudendo i propri game rapidamente e scaricando sempre più pressione in risposta. Sono tutti segnali, piccoli magari, ma che in gioco così fanno tanto. Poi i gusti sono gusti: forse sono troppo standardizzate nel gioco da fondo, forse (soprattutto Swiatek) si sono qui limitate troppo ad “accomodarsi” alla velocità imposta. Iga, che pure si è espressa in alcuni colpi strepitosi col dritto, raccontava alla tv polacca di essere stata abbastanza tesa per due set ed effettivamente in quella fase la palla non le usciva troppo bene dal dritto, né al servizio stava spingendo a tutta come poi fatto nel set decisivo chiudendo con una prestazione clamorosa perché dopo quel doppio fallo nel dodicesimo game ha trovato quasi solo prime palle e nel tie-break su sette punti giocati ha messo cinque volte la prima.

La sfida contro Sabalenka è sembrata giocarsi perlopiù proprio sulla diagonale destra, cercata in continuazione da entrambe nel palleggio, un braccio di ferro a tratti estenuante solo a vederlo. Aryna fa sportivamente paura, Iga ha la qualità atletica e la forza per tenerle testa come forse nessuna. Sl 6-5 Swiatek e 0-15 con la polacca al servizio, nel primo set, la numero 2 del mondo risponde a 10 centrimetri dalla riga, più un altro dritto potente di nuovo sulla riga di fondo campo. Iga, scivolando, ha agguantato anche quella e riprendendo subito il centro del campo ha chiamato di fatto l’avversaria ad attaccare verso la rete, ma sapendo che a quel punto si giocava tutto sul suo passante. Ha girato il punto così. Si può dire che la terra battuta possa aiutarla ad avere quel minimo in più di tempo, ma a Madrid Sabalenka si sentiva ugualmente forte per le condizioni più favorevoli al suo gioco.

Quello di sabato è stato un cammino entusiasmante che le ha tenute incollate per quasi 200 minuti. La lucida follia di Sabalenka con l’ace sulla seconda palla sul 4-4 30-30 nel terzo set ripeteva nel peso specifico i punti che aveva ottenuto in serie sul 4-4 del parziale precedente e faceva illudere che potesse ribaltare anche questa sfida, ma più ci provava e più Swiatek ribatteva colpo su colpo. Mancava solo il thriller finale, i mini capovolgimenti tra emozioni, urla, vincenti ed errori (pochi, in ogni caso) di un tie-break chiusosi al sedicesimo punto. Iga si è lasciata andare a terra, senza più fiato. Aryna sfogandosi distruggendo almeno una racchetta. È il gioco delle parti, non facciamo moralismi. E ne vorremmo ancor meno da chi ha evitato tutto ciò finché non gli sia stato impossibile avere altre idee.

Gli onori a entrambe (come ha rimarcato in più occasioni Swiatek in quel post partita, parlando di “noi”) si possono tramutare abbastanza bene in oneri, perché passano le settimane e i loro nomi sono sempre più i primi che vengono fatti per indicare le favorite di un torneo. Loro due, Rybakina. Difficile si scappi da questa cerchia ristretta. Non vogliamo usare il termine ‘big-3’ solo perché rievocherebbe il ciclo di Roger Federer, Rafael Nadal e Novak Djokovic che fu assurdo e più passano gli anni e più ci si sta rendendo conto di cosa abbia voluto dire per lo sport quei tre tutti assieme. Pensare che possano vincere ogni grande torneo è ancora irrealistico, ma additare il tour femminile ora come noioso e incostante è fuori discussione. E pretendere che loro tre possano tirare avanti il carrozzone è forse giusto, ma nasconde quella vena di critica che è pronta a balzare fuori appena qualcosa si incepperà visto come sia da diversi mesi ormai che si chiede un confronto Slam significativo tra loro, quasi ad avvalorare la teoria per cui tutto ciò fin qui sia inutile e per vendere qualcosa serva sempre un “di più”. Ora il sesto ‘1000’ del 20214. Roma: Swiatek e Sabalenka ci arrivano dopo quella finale che ha tolto tantissimo a entrambe. Iga ha già tre settimane di alto livello sulle spalle e qui sarebbe chiamata ad altre due con solo una, eventualmente, prima del Roland Garros che è la sua priorità di questa fase di stagione. Rybakina, campionessa in carica, soffre di allergia al polline e lo scorso anno fu forse l’unica a benedire freddo, pioggia e fango perché le permisero, di fatto, di respirare. Può essere questo un momento di passaggio che non intaccherebbe la reputazione di nessuna di loro né dell’intero circuito, né è scontato che si possano sempre avere finali così (per quanto tutti ci speriamo). Adesso però che anche un pubblico più generalista si è forse reso conto di quanto possano far emozionare queste big, messe una contro l’altra, la stessa WTA deve fare di più per supportarle. A Stoccarda abbiamo provato a parlare di questo con qualche rappresentante visto che rispetto a un anno fa c’è un clima diverso e a fine settimana, con Swiatek che di fatto ha aperto la via dicendo “penso che io, Aryna ed Elena siamo le migliori al mondo, onestamente” dopo la sconfitta in semifinale contro Rybakina sembrava esserci l’intento di raccogliere l’amo lanciato dalla numero 1 del mondo.

Tra l’altro, in meno di due giorni gli highlights della finale di Madrid hanno già raggiunto le 650.000 visualizzazioni su YouTube dal canale WTA. È già l’undicesimo video con più contatti tra la categoria delle sintesi e da adesso in poi ci sono ben sette partite che vedono in campo Iga, tre di queste sono alcuni dei vari Swiatek-Sabalenka di questi ultimi due anni. Ora però hanno pure il primo vero confronto che da partita di tennis è sfociato nel classico.

Diego Barbiani

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Diego Barbiani

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