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Germania b. Polonia 2-1
Una finale di United Cup incredibile, al limite del (sportivamente parlando) drammatico per la Polonia che dopo il successo in apertura di Iga Swiatek ha visto avvicinarsi sempre più il trofeo, con Hubert Hurkacz che si prendeva il primo set contro Alexander Zverev, reduce dalla nottata di ieri passata in campo e che soltanto poco prima delle 6 del mattino ha potuto vedere il letto per riposare, ed è stato due volte a un punto dalla vittoria, perdendo poi tutto.
Due match point consecutivi, nel tie-break del secondo set di cui il primo sul servizio. E che sport tremendo e crudele possa essere il tennis non lo scopriamo oggi, nemmeno Hubert, che però ha vissuto probabilmente la sua delusione sportiva più grande. La Polonia ha perso da un doppio championship point consecutivo, contro una squadra che era reduce dalle mille fatiche di ieri sera/notte ma che ha trovato la forza di spingersi oltre il proprio limite con Zverev sulle gambe per buona parte del suo singolare ma che ha pescato un nuovo jolly con la maglia della nazionale dopo la rimonta contro Novak Djokovic nella semifinale delle Olimpiadi di Tokyo dan 6-1 3-1 per il serbo, vittoria che di fatto lo ha lanciato alla conquista della medaglia d’oro.
Stavolta il tedesco, con anche l’aiuto della buona sorte, ha assestato un pugno al rivale da mandarlo ko con un passante di dritto giocato in un 50-50 tra atletismo e preghiera sportiva, ma finito nell’ultimo millimetro di riga esterna. La faccia di Hurkacz, che probabilmente dentro di sé sentiva di avere ormai tagliato il traguardo, è stata tremenda. Era distrutto: aveva perso il punto col suo servizio, non era più padrone del gioco, aveva quasi vinto ma il destino gli ha detto ‘no’. Nel punto successivo, un brutto rovescio steccato ha dato il 6-6, il cambio campo, e arriveranno poi altri due punti per Zverev che si prenderà il set e, a livello di squadra, ribalterà le sorti della finale.
È girato tutto, praticamente, lì. Ancora una volta il numero 7 ATP non ha concesso palle break al servizio in un 6-7(4) 7-6(6) 6-4 fisicamente durissimo perché già era provato, ma nel complesso la partita non ha offerto tanto spettacolo se non proprio per quegli ultimi 15 minuti di secondo parziale quando era probabilmente più una questione di nervi. Hurkacz ci ha provato in tutti i modi, ma da quel terzo set ha cominciato a giocare col peso di aver probabilmente sprecato tutto. E nella dinamica di una competizione a squadre come il tennis, il singolo sa quando l’ha fatta grossa, soprattutto se la compagna di squadra ha finito da imbattuta in singolare e aveva cominciato come doveva, battendo 6-3 6-0 una più che discreta per un set Angelique Kerber, che anzi nelle fasi centrali di quel primo parziale aveva anche dato diversi grattacapi alla polacca.
Dopo le tre ore del singolare maschile, ogni vantaggio che la squadra di Tomasz Wiktorowski aveva è andata in fumo. Nel doppio decisivo, pur contando su Swiatek come apporto quantomeno da fondo campo, non c’era se non a tratti la brillantezza che li doveva portare a superare il duo che è stato il simbolo della maratona di ieri contro l’Australia e che, a questo punto, trovava spinta e carica a ogni punto che passava. E Hurkacz, nei fatti, non si è mai davvero ripreso. Iga doveva fare un lavoro enorme per sostenerlo e cercare una svolta, eppure il break dei tedeschi arrivava quasi subito coi servizi che filavano via abbastanza regolari se non per qualche fiammata proprio di Swiatek. Il primo set andava esaurirsi per 6-4, e a inizio del secondo era sempre la numero 1 del mondo a salire in cattedra strappando il servizio a Zverev rispondendo vincente a una prima a 195 chilometri orari per il 2-0 della Polonia.
Hanno cercato di cambiare le carte in tavola, ma con la Siegemund di questi giorni non c’era grande possibilità. La tedesca, campionessa alle Finals di Cancun in doppio, esperta giocatrice e dotata di grande mano nei pressi della rete oltre a un dinamismo eccelso, riusciva a tenere un livello sempre abbastanza alto da mandare sotto grande pressione gli avversari e Zverev, dal canto suo, sa come muoversi in campo e già solo quel servizio può garantire una buona sostanza (tranne quando Iga riesce a superarsi). Così in breve quel po’ che Swiatek e Hurkacz cercavano di costruire è andato dissipato, con due break consecutivi subiti da Hubert che hanno vanificato il break a Siegemund, migliore in campo, con un game al servizio rovinato e da Hurkacz con un doppio fallo quasi assurdo nel punto decisivo sul 5-3, giocando una seconda quasi a 220 chilometri orari. La sfida ha avuto un ultimo sussulto quando Swiatek ha portato il nuovo break ai polacchi prendendosi il parziale, ma nel super tie-break Zverev e (soprattutto) Siegemund hanno rimesso le cose in ordine dominando l’ultimo set della loro cavalcata: dopo aver cancellato col servizio altri due set point chiudendo la serie pochi minuti dopo e completando un percorso incredibile considerato i due match point di oggi e i due match point annullati ad Ajla Tomljanovic ieri più i due che il doppio australiano ha avuto nel super tie-break.
Ieri avevano finito alle 2:20, andando a letto tre ore e passa più tardi. Oggi, cominciando alle 17:30, hanno finito trionfanti all’1 di notte. Sono state 30 ore da panico e di grandi emozioni per la squadra guidata da Torben Beltz.
[POL] I. Swiatek b. [GER] A. Kerber 6-3 6-0
[GER] A. Zverev b. [POL] H. Hurkacz 6-7(3) 7-6(6) 6-4
[GER] L. Siegemund/A. Zverev b. [POL] I. Swiatek/H. Hurkacz 6-4 5-7 10-4