di Salvatore Sodano C’era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e il tennis? Forse, ma scavando nel fotocatalogo dei vip, a disposizione nella banca dati, di Morandi tennista non c’è traccia. Allora? Cosa c’entra Morandi con il tennis, a parte le circostanze che spesso lo hanno visto esibirsi negli stadi del […]
Saranno anche passati secoli, ma dare la colpa alle streghe funziona sempre. Oggi la caccia agli stregoni corre veloce sul web ma nella sostanza il linciaggio mediatico non lascia scampo alle vittime esattamente come nel Medioevo. E proprio come allora, la strega è preferibilmente donna. Ma perché la capacità e la libertà con cui una donna decide di amare è ancora qualcosa di così preoccupante?
Leggere al giorno d’oggi di donne accusate di malie e influenze negative è a dir poco anacronistico, oltre che inaccettabile. Purtroppo l’ulteriore forfait di Matteo Berrettini alla vigilia dell’Australian Open, a causa dell’ennesimo infortunio, ha dato nuovo slancio alla campagna persecutoria contro l’atleta e la compagna Melissa Satta, additata, suo malgrado, come responsabile degli insuccessi sportivi di Matteo. Ritenuta fautrice dell’allontanamento del campione dalla retta via, fatta di dedizione esclusiva al tennis, Melissa oramai da un anno si trova costretta a respingere con fiera determinazione l’etichetta odiosa di portasfortuna del fidanzato.
La nascita di un nuovo amore può provocare una tale varietà di sentimenti che il forte coinvolgimento emotivo che ne scaturisce è paragonabile a una euforica e benevola follia. In questa fase può capitare di essere distratti, ma ciò non significa essersi totalmente perduti. Battute e frecciatine maliziose, i due innamorati le avevano di sicuro messe in conto all’inizio: la doppia faccia della celebrità non è sempre piacevole. Però il continuo accanimento degli “haters” sui social media trascende il gossip o il più becero chiacchiericcio, tanto che i due ragazzi in alcune dichiarazioni pubbliche sembrano quasi dover giustificare il loro legame. Scatta paradossalmente quel meccanismo contorto per cui, invece di sostenere il nostro azzurro che sta vivendo una insidiosa crisi professionale, c’è chi preferisce puntare il dito su un responsabile che non c’è. Non dimentichiamoci che Matteo fino a poco tempo fa era l’orgoglio nazionale, il fidanzato e il figlio ideale di tutte le italiane. Poi tutto questo è cambiato alla velocità di un click grazie alla banalizzazione di un cliché: cherchez la femme! Perché nel rapido volgere dei sentimenti su Internet si fa presto a passare da principe azzurro a bersaglio martoriato, da incantevole fata a subdola incantatrice, da adulatori occasionali a odiatori seriali.
In questo clima reso complicato da infortuni senza fine e malevoli illazioni, Matteo dovrà cercare di non farsi sopraffare dall’ansia e dare fondo a tutta la tenuta mentale di cui è capace per uscire da questo sfortunato giro di schiaffi. La voglia di tornare a gareggiare e interrompere il digiuno agonistico per il tennista romano era tanta, ma questo ennesimo ritiro pone seri interrogativi sul calvario di Matteo: tornare sul veloce indoor europeo oppure aspettare e approfittare del ranking protetto (a cui potrà accedere dopo 6 mesi consecutivi di stop). E già partono le aggressive congetture dei leoni da testiera sui possibili scenari che attendono il romano. Una prevenuta ostilità difficile da sciogliere come il più malefico degli incantesimi. Ma anche stavolta maghe e streghe non c’entrano niente, già perché non è necessario credere in una fonte sovrannaturale del male: il genere umano dimostra ogni giorno di essere perfettamente capace da solo di qualsiasi cattiveria.