Australian Open

Australian Open: Sabalenka per il bis, Zheng per la storia

Come sempre in questi casi si affrontano i classici “corsi e ricorsi”, che nell’occasione della finale dell’Australian Open femminile tra Aryna Sabalenka e Zheng Qinwen abbracciano gli ultimi atti del 2023, 2017, 2016, 2015, 2014, 2013 e anche il 2012. Proviamo a toccarli tutti con un filo narrativo.

Sabalenka è alla seconda finale a Melbourne consecutiva dopo il 2023, l’ultima tennista a ripetersi in questi termini in Australia è stata Serena Williams tra il 2015 e il 2017 mentre l’ultima a fare incetta di titoli in annate consecutive è stata la connazionale Victoria Azarenka tra 2012 e 2013, battendo a sua volta in quest ultima occasione un’altra cinese: Na Li, che riuscì nel 2014, al terzo tentativo per lei, portare a casa lo Slam che di lì a poco sarebbe diventato l’addio per lei ai grandi palcoscenici e ora, 10 anni dopo, Zheng potrebbe emulare.

L’unico precedente tra Sabalenka e Zheng risale al quarto di finale dello scorso US Open, vinto dalla numero 2 del mondo per 6-1 6-4 e dove solo nel secondo parziale si è cominciata a vedere un po’ di partita tra il leggero calo di Aryna e una maggiore spinta di Qinwen, come liberatasi di un po’ troppa tensione accumulata fin lì. Stavolta le due hanno avuto percorsi relativamente agevoli per arrivare all’ultimo atto: la bielorussa prima della semifinale contro Coco Gauff ha fatto il bello e il cattivo tempo senza però essere messa alla prova con giocatrici che possono darle fastidio (molto, in ogni caso, è anche merito suo) mentre la cinese non ha avuto di fronte alcuna top-50 venendo chiamata a una dura prova solo al terzo turno contro Wang Yafan dove la tensione dei game finali si è tradotta in un super tie-break vinto 10-8.

C’è una favorita, Sabalenka, e c’è una che vuole diventare grande, Zheng. A proposito di tensione, Qinwen è da due settimane che convive con il desiderio di emulare Li Na e l’attenzione crescente focalizzatasi su di lei dai tantissimi cinesi, fan e giornalisti, che hanno continuato con la storia del decennale dal trionfo della celebre connazionale, ultima vittoria Slam di una tennista cinese. Lei non ha mai fatto mistero di provare enorme adorazione per Li, pur non avendola mai incontrata prima di questa edizione del torneo quando Na è riuscita a intrufolarsi di nascosto e “disturbare” Qinwen mentre parlava alle telecamere, sbucandole da dietro. Le due si sono abbracciate e forse per la prima volta Zheng ha realizzato qualcosa. Il giornalista cinese Bendou Zhou ha caricato su Twitter una foto della finale di quell’Australian Open 2014 dove lei, a nemmeno 12 anni, era tra le tante bambine di una scuola tennis cinese che gioiva nel vedere quella che di fatto è il monumeto dello sport locale sollevare il titolo. Dopo la semifinale vinta contro Dayana Yastremska, Zheng ha fatto almeno un’ora di interviste malgrado fosse l’una del mattino a Melbourne. Prima un passaggio a Channel 9, la tv australiana che detiene i diritti del torneo, poi la conferenza stampa, poi almeno sei incontri con altri media cinesi.

Sarà da capire come sarà a livello di serenità, prima ancora di capire gli aspetti tattici che proverà a impostare. L’aura di imbattibilità che Sabalenka si è trascinata dietro dal primo turno al quarto di finale ha avuto delle crepe contro Gauff: non un allarme, non un momento di panico, ma la grande copertura di campo della statunitense unita all’agilità e al lavorare la palla col topspin di dritto accettando una posizione difensiva e puntando al contrattacco hanno mandato fuori fase un’avversaria che nel momento in cui ha preso più rischi ha perso sicurezza e controllo. Aryna, va detto, malgrado le sei semifinali consecutive negli Slam dallo US Open 2022 ha raccolto poco: un solo titolo (una finale ovviamente da disputare). La sua a volte pare un’eterna lotta con se stessa, nel tentativo di non farsi trascinare in qualche spirale negativa dove gli errori cominciano a diventare più frequenti, si sente di dover fare di più ma inevitabilmente perde margine di sicurezza. Probabilmente le servirebbe come il pane un avvio sprint, senza trascinarsi la cinese in un testa a testa a fine set. Qinwen contro Yastremska ha fatto forse la miglior partita del suo torneo, esaltandosi proprio in una fase di contrattacco e ricevendo tanto supporto dal servizio, colpo che non le dovrà venire a meno domani.

Una vittoria per Sabalenka, oltre a replicare il risultato del 2023 e aggiungere l’alloro numero 14 alla sua collezione, la rivedrebbe balzare in testa alla Race con circa 1700 punti di vantaggio su Iga Swiatek in una partenza di stagione praticamente identica alla precedente mentre nel ranking normale non ci sarebbe nulla di nuovo visti i quasi 1000 punti che in ogni caso la polacca avrebbe come margine in una fase iniziale di stagione dove si alterneranno parecchio: a febbraio sarà Aryna con più margine di guadagno, a marzo sarà Iga, e nel periodo pre-Roland Garros si scambieranno il peso torneo dopo torneo. Zheng, invece, è già certa di salire al best ranking di numero 7 del mondo che diventerebbe numero 6 in caso di vittoria in quello che sarebbe appena il terzo titolo in carriera per lei nel circuito maggiore.

Diego Barbiani

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