Anisimova torna agli ottavi. Sabalenka, primo 6-0 6-0 in uno Slam

Per la quinta volta in carriera Amanda Anisimova supera lo scoglio della prima settimana Slam e mai come stavolta il risultato ha un sapore speciale. Forse non aveva convinto tanto nel suo primo torneo dal rientro, dopo la pausa che ha voluto prendersi a seguito di un ‘burnout mentale’ lo scorso mese di maggio, con una vittoria tra alti e basse seguita da una sconfitta nettissima al secondo turno, ma all’Australian Open ha piano piano alzato il livello e si son visti con sempre maggior frequenza sprazzi della ‘vecchia’ Anisimova.

Tre vittorie in un tabellone fin qui niente male, superando la testa di serie numero 13 Liudmila Samsonova all’esordio 6-3 6-4, Nadia Podoroska al secondo turno 6-2 6-3 e oggi Paula Badosa, pure lei rientrante dopo cinque mesi di stop e tanti problemi fisici del 2023. Contro la spagnola il match più complicato da gestire, anche per un problema allo stomaco sopraggiunto sul finire del primo set, ma ha saputo imporsi 7-5 6-4 con grande autorevolezza. Nel primo set forse le due meritavano di giocarsi tutto al tie-break: Badosa era avanti 4-1, poi è stata la volta di Anisimova a servire due volte per chiudere il parziale. Anche nel secondo caso, sul 6-5, ha dovuto fronteggiare diverse palle break e, in un game dove sentiva sempre più fastidio allo stomaco (ha detto al suo angolo “mi sento male”, poco prima di rivolgersi all’arbitro per chiedere il fisioterapista) ha saputo comunque trovare i due punti conclusivi.

È stato un set dove a brillare era la qualità dell’impatto che Anisimova dava alla palla. Badosa era partita forte, reduce anche lei da due ottimi turni precedenti e molto in fiducia, ma ben presto la brillantezza al servizio è divenuta sempre meno. Tra le due chi muoveva più il gioco lungo il campo era sempre Amanda, con Badosa che cerava forse troppo di giocare potente ma senza angoli per avere una palla comoda. Anisimova, che giocava così nel primo turno contro Samsonova, oggi è sembrata avere un altro passo da fondo campo. Rimaneva il problema di un servizio non troppo efficace, che un po’ condizionava i primi colpi successivi e ancora se spostata, soprattutto nella fase dove più soffriva di questo malessere, riportava errori perché arrivava in ritardo sulla palla, ma prendere quel set è stato fondamentale.

Badosa è andata in calando, la stessa Amanda aveva un po’ abbassato i giri del motore e per i primi sei game del secondo set hanno viaggiato in grande equilibrio. Sul 3-3 il break decisivo per la statunitense, che sul 5-4 ha chiuso la pratica ed è tornata così tra le migliori 16 dell’Australian Open dove affronterà, proprio come nel 2019, Aryna Sabalenka. La bielorussa, numero 2 del seeding, ha superato a sua volta la prima settimana forse più semplice della carriera. Sta bene, è in forma, e fin qui non ha mai dovuto affrontare prove ‘provanti’. Oggi, addirittura, è arrivato il primo 6-0 6-0 nel circuito maggiore, il primo dopo 9 anni, un doppio bagel in fondo abbastanza prevedibile contro Lesia Tsurenko. La vera notizia è che alla fine le due si sono pure cercate con lo sguardo, facendo un mezzo cenno col volto prima di alzare (timidamente) la mano come a ‘riconoscersi’, nel gesto sostitutivo che avviene ora tra atlete di paesi coinvolti nell’invasione della Russia all’Ucraina.

Tolte le tristi questioni extra campo, era un 6-0 6-0 abbastanza scontato dopo i primi due, tre game giocati. Aryna ha una cilindata molto più alta e a ora sta riuscendo a sfruttarla al meglio: superiore, e di molto, in ogni aspetto, oggi non si sarebbe mai permessa un calo nell’attenzione anche alla luce delle vicende tra le due degli ultimi anni. Già al primo turno, avanti 6-0 3-0, e nel secondo, sul 6-3 3-0, Sabalenka aveva tolto almeno tre marce al suo motore quando la partita aveva nulla da dire. Oggi pur con un grande vantaggio a disposizione, non avrebbe mai staccato con la concentrazione. Tsurenko per tutto il torneo stava servendo una prima palla tra 130 e 140 chilometri orari, con la seconda a stento arrivava a 110. Considerato un tennis, il suo, molto regolare e senza una particolare accelerazione, c’era tutto perché Aryna potesse breakkarla in ogni game, e a quel punto era questione di vedere se al servizio si incrinava qualcosa. Non è successo. E così per il quarto anno di fila torna tra le migliori 16 in Australia, continuando la corsa da campionessa in carica. Adesso, forse, il primo impegno di una qualche rilevanza perché sia un po’ testata.

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