di Salvatore Sodano C’era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e il tennis? Forse, ma scavando nel fotocatalogo dei vip, a disposizione nella banca dati, di Morandi tennista non c’è traccia. Allora? Cosa c’entra Morandi con il tennis, a parte le circostanze che spesso lo hanno visto esibirsi negli stadi del […]
“Ci vediamo a Brisbane a gennaio ”. Con questo messaggio un emozionato Nadal ha annunciato il ritorno sui campi da gioco. È davvero difficile non cadere nella tentazione di fare del rientro di Rafael Nadal un’operazione nostalgica o sentimentale. Se proprio vogliamo leggerci qualcosa, quello di Rafael è un incentivo a guardare con fiducia al futuro, ripartendo dal passato. Già perché da quel 18 gennaio 2023 in cui Nadal fu costretto al ritiro durante gli Australian Open contro lo statunitense Mac Donald, tante situazioni sono cambiate, molti equilibri sono mutati nel tennis internazionale. A guardare il vertice della classifica Rafael potrebbe pensare che niente è cambiato: c’è sempre Nole al comando. Ma alle spalle del serbo lo scenario è davvero diverso, ricco di nuovi protagonisti. Chissà se anche Rafael è cambiato. Un anno di stop in cui il maiorchino ha attraversato un vero e proprio calvario per recuperare dalla lesione all’anca sinistra ha di sicuro cambiato il suo corpo. Invece la mentalità da instancabile guerriero sarà ancora in prima linea o sarà arretrata dopo il periodo buio degli infortuni? L’iconica frase dello spagnolo “Lui può battermi, ma io non posso arrendermi”, chissà se risuonerà sempre vivida nella testa di Rafael. Anche se il 2024 potrebbe rappresentare l’anno del ritiro per questo campione senza fine, al momento Rafael non ne vuole sapere di gettare la spugna e in barba alla classifica ATP proverà a sfidare il vecchio rivale di sempre per concedersi quel finale di carriera che merita: sul campo di battaglia, sudato fradicio e stremato, magari sconfitto, però mai vinto. E se invece non andassero così le cose? Nella nostra nostalgia restitutiva, idealizzata ed edulcorata, non possiamo tralasciare la distorsione di una devozione per qualcosa che nella realtà potrebbe non esistere più. Novak Djokovic in questi mesi di assenza di Nadal ha avuto il suo bel da fare a respingere gli assalti della Next Gen sempre più agguerrita, incassando anche cocenti sconfitte. I giovani rivali stanno progredendo rapidamente, sono sempre più consapevoli del proprio talento che cresce alla stessa velocità del tempo che stringe nelle sue spire il ragazzo serbo dell’87. Nole sta resistendo agli attacchi insidiosi dei giovani campioni ma ogni volta fronteggiarli diventa sempre più complesso e impegnativo. Alcaraz, Sinner, Shelton e Rune hanno conquistato trofei e titoli, per non parlare del tifo del pubblico. Gli appassionati, orfani di Federer, senza più la possibilità di ammirare gli epici Big Three e con Nadal costretto al ritiro forzato, si sono consolati, inizialmente un po’ riluttanti, poi con sempre più crescente coinvolgimento, per il nuovo talento spagnolo Alcaraz e per il nostro fenomenale Sinner. Questo è il mondo nuovo che attende Rafael, in un appassionato dialogo tra passato e presente. È una nostalgia riflessiva con cui ripartire dal passato per saper guardare in modo nuovo al presente. Ricomincia dall’Australia Nadal, dove tutto si era fermato lo scorso anno, come a voler chiudere un cerchio, come a dare un perché al senso di incompiuto che lo ha accompagnato in tutti questi mesi. Non avrà vita facile il maiorchino nella terra dei canguri, nel regno in cui Novak ha saputo sconfiggere nemici e pregiudizi, ma in cui oggi si affacciano i giovani antagonisti affamati di Slam che popolano il mondo nuovo del tennis. Sarà davvero una scelta saggia quella di Rafael? Tutto cambia, niente resta uguale. I Big Three un po’ ce l’avevano fatto credere illudendoci con la loro strepitosa longevità ma adesso il futuro è arrivato, è già diventato presente e il ritorno di Nadal proverà a centrare l’impresa più difficile: scambiare i suoi domani anche per un solo ieri.