Non è stata la più forte, forse la più grande se per “grandezza sportiva” s’intende la capacità di entrare nel cuore della gente, di farsi riconoscere e ricordare, e di lasciare qualcosa di sé alla storia dello sport che si è praticato. E Lea Pericoli, spirito libero, al tennis ha lasciato molto, e in molti […]
19 Nov 2023 13:30 - ATP
E’ la partita più importante della storia del tennis italiano?
di Luigi Ansaloni
La finale delle Finals 2023 tra Jannik Sinner e Novak Djokovic, è la più importante della storia del tennis italiano? Come attesa mediatica, forse sì. Certo, c’era stata la finale di Wimbledon tra Berrettini e lo stesso Djokovic, nel 2021. Oppure la finale del Rolad Garros 1976 con Panatta, la sfida tutta azzurra per lo Us Open tra Pennetta e Vinci, ma sinceramente un’atmosfera così facciamo fatica a ricordarla. Riuscirà Jannik a sconfiggere due volte in cinque giorni Djokovic?
Partendo dal presupposto che Jannik incontrerà il più forte giocatore della storia, e che quindi non tutto dipenderà da lui, il numero quattro del mondo per avere una chance deve riprendere il filo del discorso lasciato martedì. Ovvero: prime di servizio al 70% o giù di lì (l’ultima volta si è fermato al 64%), giocare bene i punti importanti, cercare il più possibile gli angoli, cosa che ha fatto benissimo martedì, e sfruttare la sua capacità di salire a rete in contrattempo, cosa che a Djokovic dà molto fastidio, soprattutto in un campo veloce come quello del Palalpitour.
Nell’incontro del girone Sinner è stato molto bravo soprattutto a reggere la diagonale di rovescio contro Nole, una delle innumerevoli specialità della casa serba, e quando Djokovic per cambiare puntava sul dritto, in passato colpo potente ma un pò ballerino dell’italiano, ha trovato una risposta prontissima da parte di Jannik. Il numero quattro del mondo, poi, ha mostrato di avere uno stato di forma tale da poter tranquillamente reggere botta anche contro uno come Djokovic, che ha fatto del logoramento dell’avversario uno dei suoi punti di forza.
Anche a livello mentale Sinner sembra pronto per dare battaglia, con un salto di qualità tipica del grandi campione, cosa che tra l’altro lo stesso Djokovic ha già fatto a suo tempo: il Nole di fine 2010 era uno straordinario giocatore, ma è solo all’inizio del 2011, senza tra l’altro dare “segni” prima di questo cambiamento, che diventò definitivamente il RoboNole che abbiamo conosciuto nell’ultimo decennio e passa. Dunque, Djokovic conosce alla perfezione questa sensazione, e come ha fatto svariate volte in passato, cercherà di scalfire le nuove sicurezze di Jannik.