In attesa che a Cancun si possa tornare a parlare di tennis con la terza giornata delle WTA Finals, il lungo filone di accuse e polemiche sollevatosi per l’ennesima volta in questa stagione del circuito femminile non cenna a calare.
VONDROUSOVA MOLTO DELUSA DALLA WTA
Alle dure parole di diverse protagoniste sulle condizioni e l’organizzazione di questo torneo da parte della WTA, si è aggiunta Marketa Vondrousova che già sabato aveva fatto intendere di essere molto insoddisfatta. La ceca, sconfitta ieri contro Iga Swiatek, prima ha parlato ai microfoni di condizioni pessime in campo e in allenamento, con i due campi messi a disposizione in hotel che sono il doppio più lenti del campo in cui si gioca. I rimbalzi peggiori mai visti, bolle sul terreno di gioco, palle che si affossano o si alzano di tre metri. La campionessa di Wimbledon ha pure rivelato che le è stato detto che sulla superficie dello Stadio Paradisus è stata data solo una passata di vernice “perché sennò non ce l’avrebbero fatta” (a finirlo in tempo).
Su Instagram poi, non ha corretto il tiro: “Sono le mie prime Finals WTA e nulla è come me l’aspettavo. Lavoriamo duramente tutto l’anno per arrivare alle Finals e alla fine è solo una grande delusione. Lo stadio non è pronto per nulla per le giocatrici e mi sembra sempre più che quelli della WTA non abbiano alcun interesse verso quello che noi, che siamo coloro che vanno poi in campo, sentiamo. Noi sentiamo che nessuno ascolti le nostri richieste. Sono molto triste”. Vondrousova è nel gruppo di giocatrici che ha mandato, secondo quanto riportato da The Athletic, una lettera firmata a Steve Simon per chiedere prontamente una risposta al miglioramento di vari aspetti proposti tra cui una paga migliore, un “salvagente economico” per le giocatrici fino alla posizione 250 del mondo, un aiuto per un calendario migliore. Con l’obiettivo finale di aprire anche il circuito WTA alla PTPA, l’associazione voluta da Novak Djokovic e Vasek Pospisil nell’agosto 2020 per difendere i diritti dei tennisti.
TOMAS PETERA: “NON CREDO STEVE SIMON RESISTA”
Sempre lato Repubblica Ceca e con un chiaro attacco verso l’organizzazione, è tornato a parlare Tomas Petera, responsabile della candidatura di Ostrava/Praga. Al portale ceco ‘iSport.blesk’ si è detto furioso vedendo le scene di questi primi giorni da Cancun e di aver sentito cose terribili da parte delle giocatrici sul trattamento loro riservato anche per il servizio fotografico sulla spiaggia, rivelando anche: “Loro (la WTA, nda) volevano che noi rendessimo disponibile il campo da martedì della settimana prima così che tutte potessero avere tempo di adattarsi. Abbiamo chiesto il campo da mercoledì, giovedì, perché prima c’era un match di hockey e non c’era alcun problema. Qui? Non so nemmeno se tutte hanno potuto provare il campo il giorno prima dell’inizio”.
Petera ha poi sottolineato come la capienza di 8000 persone di Ostrava non fosse tanto ben vista dalla WTA: “Però a quanto pare i 4000 di Cancun vanno bene, con gradinate assemblate di corsa su un campo da golf perché non si sono resi conto in tempo che l’arena dove pensavano di andare (la Indoor Plaza de Toros Arena) era indisponibile. Quanto mostrato qui è il picco di tutto ciò. Ora nemmeno dicono chi stia pagando cosa. Nella mia proposta coprivamo tutte le spese: stadio, hotel, tutto. Lì? Non ho proprio idea”.
Il passaggio più pesante è poi quello con le informazioni circa Aryna Sabalenka, scagliatasi contro la WTA e usata al tempo stesso da Steve Simon, secondo Petera, come scusa per difendersi dagli attacchi che stanno arrivando anche all’interno della WTA stessa in questi giorni: “Lui spiega sempre che questo torneo non poteva essere a Praga perché Aryna Sabalenka non poteva giocare in Repubblica Ceca. Bugie! La legge è cambiata. Lui ha ricevuto una lettera da me che lei può entrare e giocare, senza problemi”. A patto ovviamente che venga firmata una lettera di neutralità, come successo per Wimbledon. Petera poi ha continuato: “Questo è quanto Simon sta dicendo nel dietro le quinte a chi lo sta attaccando, lui dice: Aryna non avrebbe giocato in Repubblica Ceca. Allo stesso modo, lui ha una mia lettera in cui gli ho personalmente scritto che come ho potuto ottenere un’esenzione per Sabalenka lo avrei fatto per qualunque russa o bielorussa oltre a lei. E nel frattempo la legge è cambiata (il riferimento è alla firma della lettera sulla neutralità, nda). Lui aveva tutte le raccomandazioni, e ora sta mentendo per difendersi”.
Quando gli viene chiesto come mai Simon, a The Athletic, ha parlato di quattro mesi per preparare questo torneo a Cancun quando l’annuncio è arrivato a inizio settembre, Petera dice: “O mente, o non capisco perché per tutto il tempo ha avuto contatti quotidiani con me prendendomi per il naso e facendomi anche ordinare la vernice per il campo. Se ricordate, il campo a Ostrava è blu. Noi su indicazione della WTA, che lo vuole viola, abbiamo ordinato la vernice da Londra e già pagato anche per la spedizione con un camion perché temevamo non facessero in tempo con il trasporto normale. Steve sapeva tutto ciò. Tutto”.
Rispetto a quanto dichiarato circa due mesi fa, Petera è ora un po’ più scettico sulla reale possibilità del tour WTA di andare in Arabia Saudita l’anno prossimo, sempre per via delle grandi complicazioni che comporterebbe per chi come Daria Kasatkina non potrebbe vivere in maniera agevole in quei giorni vista la sua dichiarata omosessualità e per la sua ragazza, quasi sempre con lei ai tornei, potrebbero esserci dei problemi. Ha annunciato inoltre che il suo sogno di portare le Finals in Repubblica Ceca non si è spento del tutto: “No… Guardate anche voi quante giocatrici ceche forti abbiamo. Come faccio a rinunciare? Ci riproverò, ma stavolta sarò molto più duro. Prima ho provato a prendere il torneo perché lo volevo a tutti i costi, anche a costo di perderci dei miei soldi. Prima lo speravo tanto, ora andrò con un atteggiamento più da uomo di affari. Stavolta in caso firmeremo un pre-contratto dove metterò una multa pesante come clausola se non mi darà il torneo, perché avrò bisogno di un grande sforzo per rimettere tutto assieme. Non farò più chiamate come ho fatto ora dove ho dovuto cancellare tutto e scusarmi”. Petera, comunque, riconosce che ora le cose saranno molto più difficili anche per lui: per prenotare la O2 Arena di Praga, stadio che ha ospitato tante finali di Fed Cup in passato, lui dice servano tra i 12 e i 18 mesi.
“La WTA ha fatto giri per ispezionare il luogo, chiesto garanzie, e poi è diventato tutto una farsa a Cancun. Non credo Steve possa sopravvivere a questa figura. Ho veramente una sensazione pessima su di lui. Quando eravamo candidati, ho parlato con lui praticamente tutti i giorni. E lui non mi ha chiamato quando hanno preso la decisione finale, me l’ha riferito tramite alcuni operatori. E da allora non mi ha più cercato. Questo non è un atteggiamento normale”.
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