[6] C. Gauff b. [2] A. Sabalenka 2-6 6-3 6-2
Incredibile epilogo allo US Open, con Coco Gauff che a 19 anni ha messo le mani sul suo primo titolo Slam della carriera rimontando Aryna Sabalenka e battendola nella finale dello Slam di casa. Partita non bella, a tratti davvero scadente come rendimento, con una marea di errori e gioco molto teso, ma alla lunga la strenua difesa della padrona di casa è bastata a mandare fuori giri la futura numero 1 del mondo, dissoltasi punto dopo punto con una valanga di errori gratuiti e tanto nervosismo.
L’inizio partita è stato brutto, con Sabalenka tesa ma capace di sfondare in risposta la resistenza di un’avversaria fragile e altrettanto nervosa. Al servizio, però, i limiti della bielorussa si evidenziavano ulteriormente tra doppi falli e tanti scambi “on-off”, dove non sentendo bene la palla forzava ulteriormente. Buttava un primo break sul 2-1, lo riprendeva subito e da lì, in qualche modo, veleggiava con buon agio verso il 6-2 conclusivo della prima frazione. Era tutto troppo semplice in quel momento, con Gauff persa nella sua metà di campo a cercare più che altro la rincorsa, la difesa, un ributtare la palla al di là della rete sperando cambi il vento e l’altra cominci gradualmente a perdere spinta ed efficacia.
Non era una gran versione di Sabalenka quella vista fin lì, ma dal secondo set in poi Aryna è crollata nel rendimento. Arrivato il nervosismo, arrivati i primi errori in serie, un passaggio a vuoto non male dall’1-1 al 3-1 per Gauff e il dritto ormai non trovava più il campo. Forzava sempre più ma ormai non c’erano più angoli, così Coco poteva con buon agio arrivare su tutte le palle e ributtarle di là. In pochissime occasioni la statunitense ha impostato qualche trama, una di queste nel primo punto sul 5-3 quando ha diretto lo scambio col dritto sulla diagonale cambiando in lungolinea e mettendo a segno un vincente. Dall’altra parte della rete c’era il buio totale, e il break subito dalla bielorussa in apertura di terzo set ha reso ancor più difficile la risalita.
Dato simbolo dell’andamento del set decisivo: 6-1 i vincenti di Sabalenka rispetto all’avversaria, punteggio 3-0 e doppio break Gauff. Errori su errori da una parte, contro un livello di gioco abbastanza solido dall’altra. Aryna sbagliava tanti dritti, soprattutto ormai non impattava proprio più una palla con buona dose di spin sull’incrociato. 2-0, 3-0, 4-0. Tenuto a fatica il quinto gioco, ha tentato anche la mossa del fisioterapista per un medical time out massaggiando la coscia, ma senza aver dato alcun segnale di problema fisico. La pausa ha un attimo rallentato la numero 6 del seeding, che ha subito perso la battuta, ma Sabalenka non si è proprio ripresa cedendo ancora una volta la battuta e lasciando il titolo alla rivale.
Gauff, dopo il match point, si è gettata a terra ma non ha perso tanto le staffe. Non come nel suo team dove erano semplicemente scatenati. Ha appena completato cinque settimane da sogno dove ha vinto un WTA 500 (Washington), un WTA 1000 (Cincinnati) e ora uno Slam. Da lunedì sarà numero 3 del mondo e, di fatto, la sua carriera prenderà definitivamente il volo. E lei è sempre stata molto composta, educata, con qualche sassolino nella scarpa durante la premiazione conto chi l’ha criticata tante volte di recente, ma per avere 19 anni ha proprio una testa diversa da tantissime colleghe. Serve anche questo per certi traguardi.
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